
(Nadia Urbinati – editorialedomani.it) – I costituzionalisti sono già sul piede di guerra, avendo letto la bozza della proposta di riforma costituzionale che il governo, per minimizzare, chiama “premierato”. Ecco come sul sito di Palazzo Chigi viene presentata: «La riforma costituzionale ha l’obiettivo di rafforzare la stabilità dei Governi, consentendo l’attuazione di indirizzi politici di medio-lungo periodo; consolidare il principio democratico, valorizzando il ruolo del corpo elettorale nella determinazione dell’indirizzo politico della Nazione; favorire la coesione degli schieramenti elettorali; evitare il transfughismo e il trasformismo parlamentare».
Una serie di affermazioni in stridente contraddizione come «consolidare il principio democratico» e «favorire la coesione degli schieramenti elettorali» con apposito intervento costituzionale. Un obbrobrio che dovrebbe chiamarsi «dominio della maggioranza», non rafforzamento della democrazia, la quale si fonda sul principio di maggioranza e di opposizione.
Opposizione che non si minimizza nel momento in cui una maggioranza di forma, perché deve potere sempre avere la forza di contestare efficacemente ed, eventualmente, interrompere una maggioranza. Nessuna democrazia degna di questo nome si occupa di stabilizzare alleanze e indirizzi politici di “medio-lungo periodo”. I ventenni costituzionalizzati sono un’offesa alla democrazia non un suo rafforzamento.
Nell’era democratica che si è aperta con la sconfitta dei regimi fascisti, i nemici della democrazia si inventano attori costituenti, per, diciamo così, convincere gli scettici che sono veri democratici, mettendo i loro desiderata nella carta costituzionale. Non violazione, dunque, ma riscrittura delle regole, per fare come il sarto: adattare l’abito al corpo. Ma le costituzioni sono scritte – nella tradizione liberal-democratica – per adattare il corpo ai principi, non viceversa.
Il costituzionalismo autoritario, che abbiamo visto fiorire nel nuovo secolo, in Europa orientale e in America Latina, fa oggi capolino nel Bel Paese, riprendendo in mano il tentativo abortito della Renzi-Boschi, con l’astuzia di chi sembra aver imparato dalle sconfitte: presentando questa nuova proposta come una riforma minore, non radicale, non preoccupante, in perfetta linea con la democrazia parlamentare. E intanto propina un cesarismo bello e buono – l’elezione diretta del capo dell’esecutivo questo è; per giunta rafforzato da un Porcellum riabilitato (fu bocciato nel 2014 dalla Corte costituzionale) che garantisce al capo una maggioranza di “medio-lungo periodo”, con un presidente della Repubblica che decade a ruolo di maggiordomo, entrando in azione per ripulire i cocci di fallite maggioranze ed evitare le elezioni anticipate. Che devono scomparire, perché il governo non deve sentire il fiato sul collo, ma andare avanti in tranquillità per “un medio-lungo periodo”. Alla faccia della “democrazia”! Ridotta al voto ogni cinque anni; un voto che ha il carattere del consenso in bianco piuttosto che della partecipazione dei cittadini insieme ai partiti per «concorrere con metodo democratico a determinare la politica nazionale» (art. 49 della Costituzione). Per descrivere questa proposta ha senso usare aggettivi come “cesarismo” o “bonapartismo”. Eleggere direttamente il capo del governo (assicurandogli in aggiunta un Parlamento supino) significa mettere la democrazia a testa in giú, ovvero con al primo posto l’esecutivo e ai suoi piedi i cittadini e gli organi rappresentativi di deliberazione. Regime plebiscitario.
Una vera vergogna che la maggior parte dei suoi elettori ignoranti non sarebbe nemmeno in grado di capire e assorbire , pensano di essere gli eletti di ” Dio ETc.
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La democrazia è stata messa a testa in giù negli ultimi 20 anni anche con questo assetto costituzionale
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Il vero problema non è ciò che lei propone; il vero problema consiste nel fatto che lei ritiene ci possano essere le condizioni per fare tale proposta istituzionale.
In un paese normale con un concetto ben chiaro di democrazia alla cui base c’è la separazione dei 3 poteri il solo fatto di sentir proporre una boiata del genere avrebbe indotto l’opinione pubblica a rivoltarsi contro quest’involuzione.
In italia invece se ne parla quando nemmeno si sarebbe dovuta fare una proposta del genere; altro che parlarne.
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Questa crede davvero di trovarsi in un tempo simile a quello vissuto dal suo eroe di riferimento di un secolo fa. Cioè quando un tale declamando “La guerra igiene del mondo!” trovava successo tra le fila di non pochi intellettuali e di gente comune che covava un sordo risentimento post guerra mondiale. Non ha capito che oggi, solo la gentaglia a cui lei appartiene, dopo aver vissuto nelle fogne, e ora emersa a respirare aria aperta, rivive nel suo immaginario le gesta dell’antico Duce. Questo è il risultato dell’assenza di una Norimberga italiana per colpa degli stessi americani che preferirono proteggere e utilizzare quei vecchi arnesi del fascismo in funzione antirussa. Impensabile che possa succedere in Germania in cui la classe dirigente e a seguire la popolazione hanno metabolizzato a fondo la dura lezione della storia del loro paese.
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Purtroppo, come se fosse una legge antropologica, chi va al potere, spesso si esalta al punto che si crede così onnipotente (vedi Bossi, Renzi ecc.) da alzare troppo la posta. Nel caso della nana poi, vuoi il lungo digiuno, vuoi il fanatismo misto all’ignoranza e all’insensibilità democratica, crede di aver raggiunto la soglia della mito con la sua propaganda del riscatto dalla condizione di under dog, quando invece è rimasta solo un dog. In tutti i sondaggi fatti nel corso di diversi decenni, la figura del PdR ha svettato inamovibile in tutte le preferenze degli italiani. Figuriamoci se vi rinunceranno così facilmente da ridurlo a funzione di passacarte. Inoltre, non cederanno mai al tentativo di trasformare la Costituzione in carta straccia. Voterebbero persino il diavolo ma queste due cose le difenderanno senza se e senza ma. Sarà l’ingordigia di potere a seppellire la borgatara pennivendola. Di lei, i posteri diranno : aveva vinto la lotteria ma… stupidamente si è ubriacata e ha perso il biglietto!
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Interessante e condivisibilissimo commento della magistrale Nadia Urbinati. CI vediamo sulle barricate per far vincetre il NO al referendum. Noi siamo pronti!
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