
(di Massimo Gramellini – corriere.it) – In un mondo dilaniato dalle guerre vere, uno guarda il video dei medici di Napoli con il giubbotto antiproiettile sopra il camice e pensa «come ci siamo ridotti». Poi però riflette sulle condizioni in cui versano gli ospedali e continua a pensare «come ci siamo ridotti», ma in un altro senso. Perché c’è solo una cosa che mette più tristezza di un travestimento eccentrico ed è l’essere costretti a farlo per attirare l’attenzione sul primo diritto che dovrebbe essere garantito a tutti: quello di lavorare senza rischiare la pelle.
L’ultimo episodio è stato il pestaggio di una geriatra da parte della figlia di una paziente, ma ormai non passa giorno senza che in qualche città italiana i medici e gli infermieri siano vittime di insulti e aggressioni, come la chirurga costretta a operare una donna sotto la minaccia del marito pistolero. O come la tizia che al pronto soccorso di Campobasso sostiene di avere urgente bisogno di una Tac alla gamba (che si è prescritta da sola) e irrompe in sala operatoria accompagnata da due sgherri per terrorizzare il dottore che si rifiuta di farle saltare la coda. Lo pensiamo anche ogni volta che viene picchiato un insegnante: il guaio maggiore non è nemmeno che succedano certe cose, ma che non ci indignino più.
Che ci sembri normale questa mancanza di rispetto verso professioni che per millenni sono state circondate da un’autorevolezza quasi sacrale. Quando nessuno vorrà più fare il medico, ci cureremo da soli con i tutorial?
È grazie ai media che da decenni martellano sull’ inefficienza del SSN , pubblico e gratuito, attribuendo ogni colpa agli operatori sanitari, medici ed infermieri, e non a chi ha politicizzato e clienterizzato il sistema , a danno di utenti e lavoratori, che ci ritroviamo in questa situazione di rottura insanabile fra pazienti e professionisti del settore! Gli italiani andavano convinti di quanto fosse bella, efficiente ed efficace la sanità privata, da ingrassare con risorse pubbliche, ed ora finalmente potremo provare sulla pelle quanto sia socialmente etico pagare per curarsi, e chi non avrà soldi per farlo potrà ricorrere ai tutorial, mentre i medici saranno riservati ,come bene di lusso , a chi potrà permetterseli! I giornalisti dovrebbero tacere sull’ argomento visto che hanno preferito pubblicare per anni notizie sensazionali sullo sporadico caso di malasanità, omettendo milioni di vite salvate e milioni di pazienti curati bene, gratuitamente! Numeri enormi visto che solo nei pronto soccorso passano 32 milioni di italiani all’ anno cui vanno ad aggiungersi milioni di ricoveri, milioni di interventi chirurgici, milioni di visite! Avremmo dovuto indignarci prima per un’ informazione servile allo scopo di cui sopra e non tardivamente per le ovvie conseguenze di una campagna mediatica strumentale che ha evidentemente sortito l’ effetto sperato! Il gatto che piange con il topo in bocca è lo sputo che accompagna l’ aggressione verbale o fisica a medici e infermieri!
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