
(di Massimo Gramellini – corriere.it) – C’era una volta un’ambientalista svedese, giovane e determinata, che se la prendeva con chiunque inquinasse l’aria e arrostisse la Terra.
I cinici la consideravano un’ingenua e i sovranisti la accusavano di essere al soldo delle multinazionali «green», ma persino i suoi detrattori erano costretti a riconoscere che la forza di Greta Thunberg consisteva nella capacità di unire le persone verso un obiettivo comune, senza distinzioni politiche. Finché un giorno Hamas entrò in Israele e compì una mattanza, uccidendo millequattrocento
persone casa per casa.
Fedele al suo personaggio super partes, Greta rimase in silenzio. Ma appena gli israeliani reagirono, pubblicò un post in cui schierò platealmente «Fridays for future» con la resistenza palestinese. Non che ci si aspettasse un suo attacco agli emiri del Qatar, i quali finanziano Hamas con i proventi di quel petrolio che lei ha sempre avversato. Ma da una idealista del suo stampo ci si poteva ragionevolmente attendere un appello ecumenico alla pace in nome della sopravvivenza del pianeta. E invece per Greta il male che dilania il Medio Oriente è soltanto colpa dei sionisti e degli occidentali. Soltanto loro.
I dirigenti tedeschi di «Fridays for future», a cui la Storia ha consegnato una sensibilità speciale su certe questioni, si sono immediatamente dissociati. Così Greta ha smesso di essere di tutti. Adesso è di parte anche lei. Forse è diventata grande. Di sicuro, più piccola.
Povero gramello, triste e patetico
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a me fa reagire quando leggo dei commenti che sono esplicitamente dalla parte di israele in questa guerra, come se gli ebrei avessero la ragione oltre che politica anche divina di farla e capace di fare un genocidio contro una forza militare molto piu’ inferiore della loro, , quando la prima considerazione sulla responsabilita’ cade sulla disposizione politica intransigente di Netanyahu, contraria ad cedere quel territorio che appartiene ai palestinesi, che li tiene invece incatenati in un lembo di terra a sopravvivere con le donazioni dei paesi arabi. Greta ha la sensibilita’ giusta su questa questione, a prescindere delle scelte geopolitiche che condizionano le idee della gente ignara.
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… E questo Gramo non è ignaro: è proprio str0n20.
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Ecco che l’integralista ebraico Gramellini, più realista del re d’Israele, si arroga il diritto di giudicare chi è imparziale e chi no. È imparziale chi sta con Israele senza se e senza ma, cioè lui. È parziale chi si pronuncia a favore della sopravvivenza dei palestinesi, cioè Greta e i pacifisti.
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E se Greta avesse auspicato la distruzione totale di Gaza, cosa avrebbe scritto Gramerdini? Oltre alle lodi nascoste, forse sarebbe semplicemente rimasto zitto, così come fa il sistema occidentale di disinformazione che non condanna dichiarazioni quotidiane e diffuse come: “Gaza deve essere rasa al suolo”. Greta ha dichiarato: “Week 270. Today we strike in solidarity with Palestine and Gaza. The world needs to speak up and call for an immediate ceasefire, justice and freedom for Palestinians and all civilians affected”, un semplice messaggio di pace, ma il più grande generatore di condanne del nostro tempo.
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E tu invece non cambi mai. Stron2o eri e stron2o rimani
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Non è colpa solo dei sionisti o degli occidentali ma anche dei collaborazionisti come il gianduiotto di cui sopra
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Il tipo sorvola, glissa, nasconde che Greta per gli ucronazi si è spesa a loro favore
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Gramellini ha perso ancora una volta l’occasione per tacere
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