(Dott. Paolo Caruso) – Ottant’anni fa, il mattino del sabato 16 ottobre 1943 le SS comandate  dall’ufficiale tedesco Herbert Kappler iniziarono i rastrellamenti nel Ghetto di Roma venendo meno al patto stipulato con il presidente della comunità ebraica, Ugo Foà, per la incolumità di tutti gli ebrei italiani in cambio di 50 kilogrammi d’oro, consegnati in precedenza in data 29 settembre. Una vera menzogna! I 365 soldati nazisti guidati sempre dal comandante della gestapo di Roma, Kappler, si riversarono nelle strade del Ghetto e iniziarono il rastrellamento degli ebrei italiani. L’operazione culminò con la cattura di 1259 persone, di cui 363 uomini, 207 bambini, 689 donne. Delle persone rastrellate nel Ghetto, 227 vennero rilasciate perché provenienti da famiglie miste, ma più di mille ebrei furono deportati alla stazione Tiburtina e da lì con 18 carri bestiame trasferiti nel campo di concentramento di Auschwitz – Birkenau. Molti di loro raggiunta la meta fatale furono immediatamente  trucidati nelle camere a gas e non fecero più ritorno, altri morirono di stenti e malattie, mentre da quei inferno solo in sedici  fecero ritorno in patria alla fine della guerra. Intere famiglie, (donne, vecchi e bambini) così furono spazzate via dalla barbarie nazista, vittime della follia umana. Una delle pagine più nere della Storia, non solo ebraica, ma della intera umanità. Molta ipocrisia e codardia degli italiani in fervorosa collaborazione con i nazisti si contrapponeva al cuore buono di un’altra Italia, che rischiando le ire teutoniche, riuscì a salvare tante vite umane. Oggi è il giorno del ricordo…  ma la Storia sembra non essere più maestra di vita e in queste ore l’odio atavico, l’intolleranza tra Israeliani e Palestinesi sfocia in un panorama di sofferenza per le popolazioni civili mentre la guerra provoca innumerevoli perdite di vite umane e riapre tra i contendenti ferite mai del tutto cicatrizzate. Si può ben dire allora che in questi ottant’anni  il panorama non è poi tanto mutato e la Storia non ha più discepoli e menti elette cui insegnare.