
(di Dacia Maraini – repubblica.it) – SI parla molto di guerra. Chi l’ha vissuta sente un brivido freddo passare lungo la schiena. Il mondo intero sembra invaso da voglie di rivincita: si risvegliano come funghi dopo la pioggia rancori sopiti, odii nuovi e aggressività finora apparentemente tenute sotto controllo.
La parola guerra viene dal germanico medioevale werra che voleva dire mischia, scontro., Strano che in Italia si sia preferita la parola germanica a quella latina, bellum da cui però derivano le parole bellicoso e belligeranza.
E’ talmente potente la parola , sia nel suono latino che in quello tedesco ,da essere penetrata in tutte le metafore che riguardano le contese, gli scontri, gli antagonismi, anche solo simbolici o immaginati. La nostra lingua e’ impregnata dal concetto di guerra. Ma si può immaginare un mondo senza guerre? Qui cominciano le dispute.
Alla fine degli anni ’40 , dopo la conoscenza completa degli orrori dei campi di concentramento nazisti, delle purghe di Stalin, delle bombe atomiche gettate sul Giappone, il mondo intero, in un impeto di indignazione, ha stabilito regole che rispondevano al concetto: Guerre mondiali mai più !
Ma ora, trascorsi quasi ottanta anni di pace, ecco che la parola riprende a circolare. La memoria sembra essersi anestetizzata, i ricordi appannati, e molti sembrano pronti a ricominciare.
Giustamente i pacifisti reagiscono ribadendo i pericoli e le mostruosità di ogni guerra . Ma cosa vuol dire essere pacifisti ? C’è chi pensa che di fronte ai fucili spianati bisogna solo alzare le mani e accettare qualsiasi condizione. Questo il pacifismo totale, quello che non ammette una risposta alle aggressioni armate , neanche per difendere il proprio paese e la propria dignità. E’ una idea di sacrificio in nome della vita contro la morte. Una presa di posizione generosa, ma sacrificale. In termini guerreschi vuol dire resa totale al prepotente di turno. Altri chiedono una pace-giusta, ovvero ammettono che in situazione di aggressioni è legittimo armarsi per difendere il proprio paese e la propria libertà.
I pacifisti della resa totale accusano i pacifisti della pace-giusta di essere guerrafondai. E lì sta tutto il dissidio, per non dire la guerra ideologica fra chi oggi pensa che sia giusto aiutare un paese che è stato aggredito e brutalizzato e chi pensa che invece bisogna lasciare che il più forte vinca il più debole per evitare una guerra totale. Ma siamo sicuri che la resa fermi la guerra? Questo è un altro punto di discussione. La capitolazione di paesi che non si sono opposti alla prepotenza nazista, ma che anzi si sono alleati come ha fatto il nostro , e altri paesi che hanno fatto accordi col nemico nella speranza che avrebbe cambiato le sue idee, e avrebbe smesso di aggredire e occupare paesi vicini , è forse servito storicamente a qualcosa? IL problema etico sta tutto qui: E’ legittimo difendere un paese aggredito ingiustamente e battersi per una idea di democratica contro una dittatura o no? E’ legittimo chiedere agli alleati un aiuto in armi? Voglio ricordare che al tempo della Resistenza italiana contro il nazismo le armi venivano continuamente fornite dagli alleati. E voglio ricordare che se oggi l’Ucraina riceve le armi dagli Stati uniti, il regime russo riceve armi e aiuto dai suoi alleati.
Comunque parlare con disinvoltura di una guerra fra America e Russia, come fanno molti, è una semplificazione inaccettabile., Fra l’altro è profondamente offensivo verso un popolo che si sta difendendo con le unghie e coi denti la sua autonomia. Molti ne parlano come se l’Ucraina non esistesse, come se si trattasse di uno scontro per procura fra due grandi potenze, dimenticando crudelmente che chi viene ferito e muore è un intero popolo che tenacemente, con coraggio leonino e spirito generoso, sta difendendo i suoi diritti.
Così stando le cose e mi sembra profondamente ingiusto classificare come guerrafondai chi si schiera dalla parte degli aggrediti. Parliamo semmai di resa incondizionata o resistenza.
Conosco la replica: la colpa è di chi non ha saputo spingere a un accordo pacifico fra i due paesi.. Noi non vogliamo la resa, si insisterà, ma vogliamo un accordo. Benissimo, tutti vorrebbero un accordo. Ma a quali condizioni? . Se l’aggressore continua a ripetere : Io sono per la pace ma alle mie condizioni ,( ovvero che tutto il paese occupato diventi mio , altrimenti niente) che si fa?
Molti scuotono la testa, e insistono: non si fa abbastanza per una pace concordata. Ma non tengono conto che tutti i capi di Stato di buona volontà ci hanno provato. Che il Papa, il capo internazionale di una delle religioni piu popolari e diffuse del mondo non fa che insistere per un confronto e una pace condivisa. Si ribadisce che l’Onu ha fatto poco,. Ma sappiamo che l’ONU non può agire perché nel più stretto consiglio decisionale vige il diritto di veto . Basta un paese contrario e ogni decisione viene bloccata. Guarda caso chi in questo momento sta mettendo il veto è proprio il regime russo. Molti vorrebbero abolire il diritto di veto. Ma anche per questo ci vuole la unanimità. Un circolo vizioso?. L’Onu secondo molti dovrebbe uscire da una mentalità da post guerra fredda e decidersi a usare il sistema valido in tutte le democrazie per cui vince la maggioranza. Ma per riformare una organizzazione di quel genere ci vuole tempo. E mentre passano i mesi e gli anni che si fa?
La questione è aperta. Concludendo: non serve a nessuno e soprattutto alla pratica della ragione dividere, come insistono molti, il mondo in pacifisti e guerrafondai, perché tutti vogliono la pace. Nessuno vuole la guerra salvo i trafficanti di armi. Chi non costruisce armi, e si tratta della maggioranza, vuole la pace. Ma a che condizione? Si tratta di una scelta solo politica o anche etica? Non ci sono soluzioni facili, ma per lo meno chiedo che non si modifichi la realtà, creando una divisione fasulla fra chi sarebbe per il conflitto e chi no. Qui si tratta di difendere dei principi democratici e la vita di un paese orgoglioso e indipendente. Tutti coloro che resistono e sono morti e stanno morendo non lo fanno per favorire i trafficanti di armi, ma per difendere una libertà che forse noi non riusciamo più ad apprezzare per quello che vale.
tante parole per dire:
c’è un aggredito ed un aggressore,
l’Ucrania va’ aiutata fino all’ultimo ucraino,
ignorando tutto quello che si è fatto per provocarla e per continuarla.
Una delusione, si è completamente dimenticata (volutamente) tutta la sua storia di vita per continuare a scrivere sullo straccio della famiglia Agnelli-Elkan
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Giusto, mi sarei aspettato molto di meglio da questa radical chic allineata alla Cialtrona. E dimentica che son 10 anni che la democratica Ucraina massacra i russofoni del Donbass. Dov’era la cara Dacia quando fecero il colpo di stato democratico (lol) perché il presidente no era abbastanza filooccidentale ? E quando gli Ukronazi bruciarono vive o gettarono dalla finestra o entrambe le cose quelli che protestavano per i soprusi bestiali a Odessa? Dov’eri cara Dacia?
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“Ma ora, trascorsi quasi ottanta anni di pace..”
Eh? Cosa?
Il messaggio subliminale è: inginocchiatevi sempre al cospetto degli usa che hanno protetto NOI europei da nuove guerre (quella nei Balcani è stata una lite condominiale, è evidente).
Cioè: dal ’45 in poi sono state solo opere pie.
Ottant’anni di pace!
Mettiti a riposo, cara.
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Il “Destino manifesto” ha largamente infettato gli ambienti, per prossimità.
E i sintomi inequivocabili sono chiare manifestazioni di suprematismo: NOI europei siamo protetti (sì, ciao); gli altri sono derubricati a “fatti storici” (cit), comprese le inaugurazioni di vasti cimiteri.
Da vomito.
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Diamo una occhiatina a ciò che succede in Africa , giusto per capire gli umori dei locali verso l’occidente democratico ?
Migliaia di cittadini del Burkina Faso manifestano in sostegno di Ibrahim Traore, stanchi di essere depredati dai colonialisti 👇
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È pur vero che Russia e Cina hanno ampi margini di manovra in Africa, la cosa non è in discussione. Ma il problema è questo: le popolazioni locali hanno il sacrosanto diritto di fare affari con libertà di scelta, senza correre il rischio di essere bombardati dai manovratori dei pupazzi installati dai colonialisti per DECENNI??
Ce l’ hanno questo diritto oppure vanno ancora “redarguiti” ??
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Le guerre nel mondo in corso in questo momento sono ben 59 e l’invasione russa dell’Ucraina è solo l’ultimo di un lungo elenco. Fatti, altro che chiacchiere ” ottant’anni di pace “
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la guerra è un effetto. nessuno guarda alle cause. e delle cause non sono immuni i buoni di turno, che fino al giorno prima hanno fatto affari d’oro i cattivi di oggi.
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Peccato, è una brava scrittrice, ma priva assolutamente di una visione storica, tanto da decontestualizzare il conflitto, facendolo sembrare come espressione di un attimo di follia.
Peccato, l’avesse contestualizzato, forse avrebbe compreso che, anche la Seconda Guerra Mondiale, si sarebbe potuta evitare con pure l’ascesa di fascismo e nazismo. Sarebbe bastata una politica, da parte delle potenze di allora(francia e Inghilterra) , meno conflittuale , meno rapace, meno aggressiva militarmente ed economicamente.
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E meno male che ci sei tu che hai la “visione storica”!. Non resta che attendere un confronto feroce in prima serata televisiva tra Dacia Maraini (che oltre a scrivere romanzi ha frequentato alcune tra le migliori menti del novecento) e @silviatico.
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Dipende qual è il tema. Se facciamo un confronto su “ottant’anni di pace” accetto anche domani. Io non sto mettendo in discussione lo spessore intellettuale della signora, ma l’uso che ne fa.
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“L’uso”? Che brutta espressione. Tipica degli invasati (sempre molto pochi per fortuna) di Infosannio.
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Ottant’anni di pace li vedi solo se butti giù una caraffa di LSD.
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Ridicolo. Adesso non si può più esprimere un parere personale, una critica, perché a scrivere è una scrittrice che si chiama Dacia Maraini? Forse che essa abbia il monopolio sulla verità delle cose? A maggior ragione che l’ho sempre apprezzata come autrice, se permetti, esprimo una critica sul suo senso della storia, espresso dalle sue opinioni politiche. Perdona, ma questo tuo commento è decisamente ridicolo e fuori bersaglio.
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@silviatico
Ma certo che puoi, figurati. Viviamo nell’epoca in cui tutti, ma proprio tutti, possono dire la loro.
Nessuno ha il “monopolio della verità”. La Maraini ha espresso il suo parere, ha detto la sua.
Tu invece ti sei messa in cattedra.
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Nulla di peggio di chi non ha il senso del ridicolo: come col coraggio, non glielo si può dare. Come faccio a salire in cattedra, se lei ha a disposizione la tribuna di un giornale nazionale. Ed io, me tapino, uno sconosciuto sito web imboscato su wp? Lei è una scrittrice affermata e rinomata, un’intellettuola che apprezzo e rispetto, ma a livello storico è quello che è. Se riduce un evento storico a dialettica tra aggredito ed aggressore, incurante di stare semplificando all’eccesso. Allora se permetti, non posso non avanzare una critica, rispettosa, sul suo essere alquanto carente in storia. Certo, tutto ciò rimane a livello di discussione da bar tra te e me.
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la delusione fortissima che si prova a leggere l’insulso, falso, superficiale articolo, è per la sua STORIA e la storia della sua famiglia, di suo padre Fosco e della madre Topazia Alliata, dei loro ideali, delle loro frequentazioni, delle loro passioni, di quello che hanno passato a causa delle spurie alleanze e delle guerre.
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“Peccato, è una brava scrittrice, ma priva assolutamente di una visione storica…”
Per “mettersi in cattedra” intendevo questo.
Questo è il vero ridicolo della faccenda, secondo me.
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Perseverare dicono che sia diabolico, anche difendere l’indifendibile, arrampicandosi sugli specchi. Il mio giudizio è basato sull’articolo e non sulla sua opera. Estrapolare una frase è solo tendenzioso. Accettabile sarebbe spiegare il motivo per cui si ritiene il mio giudizio un semplice”salire in cattedra”. Il mio giudizio è sostenuto dal volo pindarico con cui, l’autrice, parte dalla Seconda Guerra Mondiale, ignorando gli eventi post conflitto, per giungere alla condanna dell’invasione russa dell’Ucraina. Invasione deprecabile e criminale. Come del resto quella azera del Nagorno Karabak. Ma, la comunità internazionale, come si sa: ha due pesi e due misure sempre. Per cui i russi sono nazisti assassini, gli azeri no. È questo uso strumentale della storia a risultare particolarmente urticante. Poiché dimostra superficialità, quando addirittura non malafede. È uno stile che somiglia molto alla foga con cui è stato applaudito, nel parlamento canadese, il nazista ucraino militare delle ss, solo in odio alla Russia. Ecco è questo acconciare la storia all’esigenza del momento, a risultare intollerabile. A ciò non sfugge nemmeno, almeno nel suddetto articolo, pure la scrittrice che rispetto assai. Peccato.
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Credendo di avere LA VERITÀ in tasca, chiunque esprima una posizione, anche la più disinteressata, diversa dalla tua, viene subito relegato nel girone dei dannati. Vale a dire di coloro che sono “privi ASSOLUTAMENTE di una visione storica”, che hanno usato due pesi e due misure su russi e azeri (ridicolo), che, soprattutto “acconciano la storia all’esigenza del momento”. Esattamente quello che, secondo te, avrebbe fatto la Maraini (che rispetti assai) col suo articolo.
A questo punto viene da chiedersi: non è che la Dacia, sotto sotto, aspira a qualche ruolo di prestigio nella Nato?
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Complimenti, adesso passi dal salire in cattedra alla verità in tasca: di lavoro fai l’equilibrista?
E poi, dai: a che serve rigirare la frittata? Qua di dogmatica c’è solo la tua difesa ad oltranza di una posizione, quella della scrittrice, che fa acqua da tutte le parti. Con un po’di onestà intellettuale dovresti riconoscere che è stata tirata dentro in un argomento a lei alieno. E che, per rispondere, si è abborracciata con quel che conosce meglio di storia. Non c’è nulla di male: lei è una grande scrittrice, ma non una tuttologa come tanti sempre in TV.
È ridicola questa tua difesa a oltranza, torno a ripetere. Anche perché ti costringe a usare uno strumento, l’ironia, che non ti si addice affatto. Anzi, ti fa fare una figura a dir poco barbina.
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Fai l’ironico Loquasto,
ma se leggi l’articolo della Maraini scoprirai che la Dacia ha scritto di tutto e di più dimenticando allegramente quel che è successo prima del febbraio 2022.
Quindi dice bene Silviatico quando dice che non c’è visione storica da parte della signora.
Io, che sono più malizioso, direi addirittura che la visione storica, la nostra scrittrice, l’ha dimenticata apposta.
Per supportare la sua scelta di campo a favore, non degli ucraini (che sarebbero stati meglio in un’Ucraina neutrale, civile e rispettosa di un e magari con un minimo di autonomie regionali) ma della Nato e dell’Occidente a trazione angloamericana.
Per il quale lei imbraccerebbe pure lo schioppo.
Da pacifista, naturalmente.
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* rispettosa di lingue e culture diverse tra loro e magari con un minimo di autonomie regionali
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“Nessuno vuole la guerra salvo i trafficanti di armi.”
Anche la signora Maraini vuole la guerra. Lo dimostra scrivendo questo articolo.
Vuole vincere contro quelli che lei considera aggressori.
Esattamente come le indicano coloro che hanno creato le premesse di questa guerra.
Sulle quali, lei, omertosamente tace.
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La solita panna montata, una spruzzata di nazismo che ci sta sempre bene, ma nemmeno una parola sul Nagorno Karabakh. Strano perché il direttore di Repubblica è un esperto di esteri. Evidentemente a singhiozzo.
No perché anche lì c’è un aggredito e un aggressore, e quindi noi per coerenza dovremmo smettere di comprare gas dall’aggressore e fornire armi all’aggredito (invece siamo in trattative per fornirle all’aggressore!).
Tra l’altro sembra sia in corso una bella pulizia etnica, il che avvicinerebbe al nazismo molto più la situazione in Nagorno Karabakh che quella in Ucraina.
E invece di che parlano Repubblica&Maraini? Dell’Ucraina.
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