Sono arrivate all’obitorio prima dell’autopsia, non potevano entrare. «Giusto negare il funerale religioso, ma ogni anima ha diritto a essere salvata»

Le 3 suore che volevano pregare per Messina Denaro all’ospedale: «Ci hanno mandato via»

(di Fabrizio Caccia – corriere.it) – L’AQUILA – Madre Donatella, suor Emanuela e suor Teresa Benedetta, la più giovane delle tre, monache benedettine di clausura del monastero dei Santi Cosma e Damiano di Tagliacozzo, sono arrivate intorno alle 11 all’ospedale San Salvatore dell’Aquila. Cosma e Damiano sono i santi patroni dei medici e dei farmacisti e loro tre hanno scelto proprio il giorno in cui la Chiesa li celebra, il 26 settembre, per una visita oculistica. Madre Donatella, infatti, la superiora del convento, nativa di Pescara, ha un problema agli occhi. Così hanno chiesto per tempo un permesso al vescovo per uscire e ora eccole qua, puntuali allo sportello dell’accettazione. Dopo un’oretta escono. La visita è andata bene, anche se Madre Donatella con un fazzoletto si asciuga l’occhio sofferente.

Però confessano di aver fatto una deviazione, prima di dirigersi verso l’uscita: «Siamo passate all’obitorio — racconta Madre Donatella —. Sapevamo che c’era la salma di Matteo Messina Denaro e volevamo pregare per lui, malgrado tutto. La polizia però non ci ha fatto entrare».

Sono deluse, non sapevano che era in programma l’autopsia sul corpo dell’ultimo stragista di Cosa nostra e che l’ospedale è rimasto blindato per quasi due mesi, cioè da quando il boss, già malato di cancro al colon, ad agosto è stato operato qui per un’occlusione intestinale e l’hanno ricoverato nel reparto detenuti dov’è stato fino all’altra notte quando all’1,57 è morto.

«Sì è vero, volevamo pregare davanti alla salma — conferma suor Emanuela, la più minuta delle tre, nata ad Ascoli —. Sappiamo benissimo chi è stato e i reati che ha commesso ma è pur sempre un figlio di Dio». «Gli è stato negato il funerale religioso, va bene — conclude Suor Teresa Benedetta, di Roma, con il velo bianco rispetto alle altre due —. Ma ricordatevi che ogni anima ha diritto ad essere salvata».