Il talk dell’ex ministra De Girolamo, moglie del dem Boccia. Per “Belve” di Fagnani una riduzione da 350 a 150mila euro a puntata. Una trattativa serrata sui costi. Anche con Lucio Presta. Perché Nunzia De Girolamo fa […]
(DI GIANLUCA ROSELLI – ilfattoquotidiano.it) – Una trattativa serrata sui costi. Anche con Lucio Presta. Perché Nunzia De Girolamo fa parte della sua scuderia, la Arcobaleno Tre, come altri in Rai, a partire da Amadeus. Tanto da produrre uno slittamento della messa in onda: prima prevista per il 3 ottobre, l’esordio avverrà invece una settimana dopo, il 10. C’è ancora da chiudere la squadra degli ospiti fissi e qualche dettaglio economico. Parliamo di Avanti popolo, il nuovo programma dell’ex deputata di Forza Italia ed ex ministra dell’agricoltura nel governo Letta, ora conduttrice in Rai, che su Raitre prenderà il posto di Bianca Berlinguer, trasmigrata con tutta la sua squadra a Mediaset. Un nuovo format su cui Viale Mazzini punta parecchio e si gioca molto, visto anche il budget messo a disposizione: circa 200 mila euro a puntata, che per tutta la stagione (32 puntate) fanno 6 milioni e 400 mila euro. Una cifra considerevole per un programma d’informazione, realizzato in appalto esterno parziale con la società di produzione Fremantle di Lorenzo Mieli e Marco Tombolini. Cartabianca, per dire, stava sugli 80 mila.
Ma se su un programma s’investe, su un altro si risparmia. Belve, le graffianti interviste di Francesca Fagnani, che tornerà martedì prossimo su Raidue, lo scorso anno, sotto la gestione di Carlo Fuortes, aveva raggiunto la cifra “monstre” di 350 mila euro a puntata, che ora sono stati ridotti a 150 mila. Al suo esordio in Rai, nel 2021, Belve veniva realizzato internamente, con un costo di soli 20 mila euro a puntata: stava sotto l’approfondimento informativo, andava in seconda serata e con una sola intervista. A far esplodere notevolmente i costi, lo scorso anno, è stato il passaggio in prima serata con l’aumento della durata e delle interviste. Ma soprattutto l’innalzamento dei cachet destinati agli ospiti, presumibilmente assai alti. “Strapagavano i personaggi, a seconda dell’importanza. Si facevano delle vere e proprie trattative al rialzo…”, confida una fonte di Viale Mazzini. Dato in esterno anch’esso a Fremantle, quest’anno Belve tornerà a essere un appalto parziale. E forse anche per questo si risparmia. Sergio meglio di Fuortes, dunque, almeno sotto questo aspetto.
Martedì si parte e tra gli ospiti ci sarà Fabrizio Corona. Altri nomi delle prime puntate: Emanuele Filiberto, Stefano Di Martino, Roul Bova e Arisa. La collocazione in prime time nella scorsa stagione non ha dato i numeri sperati, vedremo quest’anno. Ma la concorrenza è forte. A pieno regime, il martedì sarà la serata più bollente della settimana: oltre a Belve, ci sono Berlinguer, Giovanni Floris e Le Iene, dove quest’anno farà il suo esordio Veronica Gentili.
Tornando ad Avanti popolo, in studio il pubblico sarà composto da un centinaio di persone, che saranno le stesse per tutto l’anno (pagate a gettone) e avranno il diritto di parola sui temi della puntata sulla falsariga di Aboccaperta, trasmissione cult degli anni Novanta di Gianfranco Funari, colui che per primo rese “pop” i politici in televisione. Oltre al dibattito in studio, che si annuncia incandescente, ci saranno servizi esterni, reportage e collegamenti. La scelta di affidare un programma a un forzista, consorte di un pezzo grosso del Pd come Francesco Boccia, è stata oggetto di critiche per presunto conflitto d’interessi, specialmente dal consigliere Rai Riccardo Laganà, prematuramente scomparso in agosto. “La sua figura contiene potenziali criticità a livello di imparzialità. Un programma d’informazione non dovrebbe esser dato in appalto”, affermava Laganà nella sua ultima intervista, proprio al Fatto quotidiano. Sul programma voce in capitolo l’ha avuta anche Lucio Presta, che ha partecipato a un paio di riunioni preparatorie coi vertici Rai, e potrebbe dire la sua anche sui contenuti. Il martedì per lui sarà un derby, visto che, oltre che di De Girolamo, Presta è l’agente pure di Bianca Berlinguer.
Ieri sera, intanto, su Raitre è partito Che sarà, il nuovo programma di Serena Bortone il sabato (20.15) e la domenica (20) su Raitre, un format tutto nuovo con una scenografia ispirata all’arte italiana del Novecento. Insomma, le scommesse e le incognite della Rai meloniana sono tante: vedremo se a stagione partita e coi programmi a pieno regime le cose miglioreranno rispetto alle prime settimane di settembre.
Circa 200 mila euro a puntata, che per tutta la stagione (32 puntate) fanno 6 milioni e 400 mila euro. Una cifra considerevole per un programma d’informazione, realizzato in appalto esterno parziale
con la società di produzione Fremantle di Lorenzo Mieli e Marco Tombolini.
Cartabianca, per dire, stava sugli 80 mila.
Ecco spiegato il lecchinaggio di Paolo Mieli a favore di questo circo, affari di famiglia.
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AVANGUARDIAchemo’vengo!
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Ma a zappare la terra natia la de Girolamo no? E quando la privatizzano la rai questa massa di sanguisughe
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Corona, Filiberto, Arisa…., l’Italia è questa roba qua!
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Se fai il bravo arriveranno pure Briatore, Vanna Marc(h)i, Vannacci, Sgarbi, la Santanche’ in versione martire perseguitata e altri caratteristi dell’avanspettacolo destronzo.
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“Strapagavano i personaggi, a seconda dell’importanza. Si facevano delle vere e proprie trattative al rialzo…”
E meno male che era solo un programma di interviste. Forse qualcuno ha preso troppo sul serio il concetto di ‘belve’. Sicuramente affamate.
Quanto alla Nunzia sarà sempre e comunque ricordabile per questo:
POLITICA
Nunzia De Girolamo, la voce della padrona: “Stronzi, qui a Benevento comando io…”
Nunzia De Girolamo, la voce della padrona: “Stronzi, qui a Benevento comando io…”
Intercettata segretamente nel 2012 da un funzionario, la futura ministra riuniva i vertici dell’Asl di Benevento a casa di suo padre per discutere dell’appalto del 118 e di nuove sedi ospedaliere, e minacciava ritorsioni sui manager sgraditi del Fatebenefratelli
di Vincenzo Iurillo | 4 GENNAIO 2014
L’Asl di Benevento era cosa loro. Del ministro delle Politiche Agricole Nunzia De Girolamo e dei suoi fedelissimi. L’allora semplice deputata Pdl, che è bene chiarire subito non è indagata per i fatti che racconteremo, convocava a casa del padre i vertici dell’azienda sanitaria locale e persone di stretta fiducia. Con loro discuteva di come orientare l’affidamento milionario per il servizio 118, di dove ubicare presidi e strutture dell’Asl, ma anche di questioni spicciole come un sequestro di mozzarelle in un negozio di un “amico di Nunzia” o di come mandare “i controlli” negli ospedali guidati da persone non gradite alla parlamentare azzurra per far capire “che un minimo di comando ce l’abbiamo”.
Le riunioni sono state registrate di nascosto dall’ex direttore amministrativo dell’Asl Felice Pisapia (fu licenziato qualche mese dopo), e depositate nell’ambito di un’inchiesta per truffa e peculato per centinaia di migliaia di euro sottratti dalle casse dell’azienda sanitaria a favore di alcuni imprenditori, costata pochi giorni fa a Pisapia l’obbligo di dimora a Salerno. Con quegli audio Pisapia vorrebbe dimostrare di essere solo un ingranaggio del sistema. Leggendone le trascrizioni, non si trovano riferimenti al merito e a come rendere più efficiente il funzionamento della macchina della sanità pubblica nel nome dell’interesse collettivo. La preoccupazione principale pare invece quella di premiare gli amici e punire i nemici. E tramutare le decisioni in clientele e voti. Vicende che assomigliano a quelle costate inchieste e processi a un altro potentato sannita, i Mastella. Con una sostanziale differenza: secondo l’informativa della Guardia di finanza di Benevento al pm Giovanni Tartaglia Polcini, “allo stato non ci sono fattispecie penalmente rilevanti”.
Riavvolgiamo il nastro alle ore 19 e 15 del 30 luglio 2012. La De Girolamo riceve Michele Rossi, manager dell’Asl di Benevento, Gelsomino Ventucci detto “Mino”, direttore sanitario, Pisapia, l’avvocato Giacomo Papa, molto vicino ai De Girolamo, Luigi Barone, storico portavoce di Nunzia, all’epoca vice direttore de Il Sannio Quotidiano e oggi a Roma con l’incarico di direttore del portale web del ministero delle Politiche Agricole. E’ il “direttorio politico-partitico costituito al di fuori di ogni forma di legge” scrive il gip Flavio Cusani nell’ordinanza cautelare di Pisapia “che si occupava, in funzione di interessi privati e di ricerca del consenso elettorale, con modalità a dir poco deprimenti e indecorose, di ogni aspetto della gestione dell’Asl”.
La conversazione si protrae per quasi due ore. Verso la fine cade sul Fatebenefratelli di Benevento, un ospedale religioso convenzionato. La De Girolamo è arrabbiata con loro. Li chiama “stronzi”. Due volte. Poi si rivolge a Rossi: “Michè, scusami, al Fatebenefratelli facciamo capire che un minimo di comando ce l’abbiamo. Altrimenti mi creano coppetielli con questa storia. Mandagli i controlli e vaffanculo!… Io non mi permetto di farlo, però ad essere presa per culo da Carrozza, quando poi gli ho dato tanta disponibilità ogni volta che mi hanno chiesto, Miché”. Giovanni Carrozza, citato nel colloquio, è il direttore amministrativo del Fatebenefratelli. Per capirci, Miché, ovvero Michele Rossi, è molto riconoscente alla De Girolamo.
https://www.ilfattoquotidiano.it/2014/01/04/nunzia-de-girolamo-la-voce-della-padrona-fagli-capire-chi-comanda-manda-i-controlli-e-vaffa/831898/
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Ma questi fake shows con questi ospiti – spesso super pagati – per soddisfare curiosità morbose di annoiate casalinghe, interessano ancora a qualcuno?
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