
(Stefano Rossi) – Su Il Fatto c’è un articolo di Maria Laura Chiaretti che lascia senza parole i pochi fortunati lettori.
Un’amara riflessione sull’Italia oggi.
Un sequel, se volgiamo, de “L’Italia finisce. Ecco quel che resta”, di Prezzolini.
L’articolo prende spunto dalla Mostra di Venezia. La Chiaretti ricorda il 1968, quando alla Mostra del cinema arrivò Pier Paolo Pasolini con il suo film “Teorema”.
Scoppiò un putiferio, uno scandalo, dopo una rissa venne proiettato dopo che la polizia tentò di far sgombrare la sala.
Tra quelli che difesero Pasolini, si ricordano nomi illustri: Bernardo Bertolucci, Giorgio Bontempi,
Liliana Cavani e Dino Risi.
In seguito la pellicola venne sequestrata.
Noi siamo lontani anni luce da quei fatti, antropologicamente mutati.
Oggi alla mostra?
Senza pietà, la Chiaretti, ci dice che una influencer avrebbe protestato, sentite un po’, sfilando senza aver fatto la ceretta alle gambe.
Ecco, e da Paperopoli è tutto.
ps. Nella foto: Antognoni, Pasolini, Moravia. Parlavano de “La notte”, di “Teorema”, de “La noia”, sulla crisi della borghesia, quel senso di vuoto, di fallimento, una società che scricchiolava paurosamente verso il bisogno irrefrenabile del danaro e si rifugiava nel sesso.
Oggi, credo di non sbagliare, fossero vivi, su quel tavolo si sarebbero suicidati!
Antonioni non Antognoni, c avolo
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Che poi non è neanche lui nella foto…
Fossero vivi, i tre si sarebbero suicidati per come è scritto l’articolo.
Giuro che questa parte ho dovuto leggerla più volte per capirla, e ancora non ci sono riuscito:
“Scoppiò un putiferio, uno scandalo, dopo una rissa venne proiettato dopo che la polizia tentò di far sgombrare la sala”.
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