
(di Ottavio Cappellani – mowmag.com) – A quattro giorni dall’uccisione dell’orsa Amarena in Abruzzo, i suoi cuccioli continuano a non farsi catturare. Per le persone che ne seguono le tracce è una lotta contro il tempo: hanno solo otto mesi e avrebbero dovuto rimanere con la loro madre fino alla primavera prossima. Ma un colpo di fucile ha cambiato il loro destino. Quel colpo di fucile che ora viene giustificato per paura, ma non è così: è nichilismo, quello di cui è irrimediabilmente affetta la nostra società. Ecco perché
Non bisogna mai, e sottolineo mai, prendersela con le bestie, esse sono bestie, come il tizio che ha sparato all’orsa Amarena, che mi pare una bestia. Non è corretto, la mia opinione è che sia al di sotto della bestialità: la bestialità ha un senso dell’esistenza che a questi esseri manca; hanno un buco nero di nichilismo che inghiotte qualunque bellezza, essi restano attaccati alla vita coi denti e poi con la dentiera senza sapere perché. Non faccio il nome del tizio in questione perché non è un mio animale domestico e perché della sua identità non me ne importa un fico secco. È solo un rappresentate sub-bestiale di una umanità largamente sub-bestiale (che tutti gli umani siano uomini è una cosa tutta da dimostrare e io non mi fido dei luoghi comuni). Questo tizio fa parte dell’umanità. È con questa che dobbiamo prendercela, non con il tizio in particolare.

Avevo appena finito di inviare su Whatsapp a mia sorella il video dell’orsa Amarena che, su una strada di San Sebastiano dei Marsi, guardava a destra e a sinistra per fare attraversare i suoi cucciolo, mentre la gente intorno scattava foto e la riprendeva da pochi metri di distanza senza che l’orsa mostrasse niente di aggressivo, come se facesse parte del paese e umani e orsa vivessero in armonia, che ho appreso la notizia della fucilata. Mi ha fatto male. Parte della fucilata ha preso anche me, nello stomaco. Se si tratta di animali sono portato al patetico, lo so e non posso farci niente, se non cercare conforto in riflessioni metafisiche che aiutano ma mica poi così tanto. Nella fattispecie: ha senso prendersela con questo qui? Non bisognerebbe invece prendersela (e non sarebbe più utile?) con la cultura nella quale è cresciuto e nella quale uscire fuori casa imbracciando un fucile – al posto di tapparsi dentro e magari gettare qualcosa da mangiare all’orsa dalla finestra – è sinonimo di machismo e di protezione della famiglia? Se proprio doveva sentirsi un essere eiaculante non poteva sparare in aria (magari dalla finestra, e dopo averle lanciato da mangiare se non per lei per i suoi cuccioli – ho visto gatte affamate e felici mentre i cuccioli mangiavano)? È la stessa aberrante e nichilistica mancanza di senso degli aberranti tizi che hanno preso a calci fino alla morte una capretta. O di coloro che si dilettano a stuprare. Non pensate anche voi che questo aberrante machismo che vuole riempire il vuoto esistenziale a colpi di fallo spruzzante (spesso metaforico) sia un problema che andrebbe affrontato su larga scala? C’è un libro di Roberto Calasso, “Il cacciatore celeste”, che spiega in qualche maniera il nostro essere cacciatori e carnivori (ben prima che i raccoglitori diventassero agricoltori). In quel libro sta insieme la giustificazione ma anche il limite. Il gesto del tizio che ha sparato all’orsa ha un senso? Ha un limite? O non è forse un atto isterico, malato di quella isteria da nichilismo che investe tutta la nostra epoca?

Molti dicono che abbia sparato per paura: minchiate. Aveva un fucile e una casa. Ha sparato per nichilismo. Non è un uomo in preda alla paura, ma in preda a quella mancanza di senso per la quale togliere una vita riempie per un attimo la sua.
Così come non ha senso prendersela col tizio. Non risolve il problema, sarebbe come uccidere un qualsiasi animale per motivi non legati alla sopravvivenza. Chi lo minaccia è fatto della stessa pasta. Il dolore che proviamo bisognerebbe riversarlo sulla nostra immonda cultura. Non su quell’essere spaventato (dal nulla, non dall’orsa), tremebondo, isterico e pazzo come gran parte dell’umanità. Che farebbe qualsiasi cosa pur di non chiedere aiuto. Persino sparare.
che rottura questa umanizzazione delle bestie . ` mamma orsa` ….. tse ……
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Te lo dico veramente dal profondo del mio essere: C-O-G-L-I-O-N-E.
Se TU, “animale umano” non hai modo di frequentare degli “animali non-umani”, almeno studia qualche libro di etologia anche se, probabilmente, appartieni alla categoria degli “Analfabeti Funzionali” e pertanto non saresti in grado di comprenderlo!
Solo di recente ho avuto modo di vedere la “mamma volpe” che seguiamo da anni rinunciare ad alimentarsi per portare i pezzi di pollo migliori al suo cucciolo. Mentre il “papà volpe” controllava che non vi fossero pericoli nei paraggi.
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grazie . ti sei presentato bene
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😳Perché…non era una mamma?
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Concordo!
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Il ladro di polli umano a cui non ha ancora sparato nessuno, concorda: ‘azz!
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Sapessi lo schifo che si prova a vedere l’animalizzazione degli umani come te: “ruminante cojone” … BLEAH!
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hanno sparato alla mamma sbagliata . la tua sarebbe andata bene
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Il tizio ha sparato perchè aveva un fucile e si sà, un fucile serve a sparare.
Aggiungo anche che prima o poi ti stufi di sparare ai barattoli o al tiro a segno.
Nel paese più democratico del mondo, dove tutti hanno una o più armi, succede tutti i giorni.
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complimenti per la finezza. ama gli animali
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CHI SONO LE “BESTIE”?
Panda distrutta a Ciampino, parla Martina Innamorati: «La Roma non mi ha chiamata, tanti tifosi gentili si sono offerti di rimborsarmi»
diGiulio De Santis
La padrona dell’auto danneggiata durante l’attesa di Lukaku: «Non ho accettato soldi da chi non ha colpe, voglio paghino i responsabili. Il carrozziere mi ha chiesto più di quanto vale»
«Nessuno della Roma mi ha chiamata per fare le scuse. E neanche i tifosi che sono saltati sulla mia Panda mi hanno cercata. Anzi tanti mi hanno attaccata. Però altrettanti, anzi molti di più, mi hanno contattata per offrirmi di riparare l’auto con i loro soldi. Dei signori. Però gli ho detto no». Si sfoga Martina Innamorati, la ragazza proprietaria della Panda rossa danneggiata da un gruppo di sostenitori giallorossi saliti sulla sua macchina il giorno della sbarco di Romelo Lukaku a Ciampino, avvenuto lo scorso giovedì, dove attendere il neo attaccante giallorosso sono andate circa 7mila persone. Subito le immagini dei momenti in cui i tifosi salgono sul tettino dell’auto, incuranti delle conseguenze, sono diventate virali. Dai video si vedono otto persone, sei adulti e due bambini, ben piantati con i piedi sul tettuccio, nella speranza di vedere il neo acquisto giallorosso, appena sbarcato all’aeroporto.
In primo post su Facebook, scritto sull’onda della rabbia per aver trovato l’auto danneggiata, Martina aveva usato l’arma del sarcasmo per definire il suo stato d’animo, dicendo “essere una delle fortunate vincitrici dell’oscar dell’inciviltà”. A distanza di due giorni, le parole di Martina, che ha frequentato il liceo Vivona all’Eur e oggi lavora da Zara, hanno ancora un sapore amaro, ricordando l’episodio. Anche, stavolta, Innamorati – assistita dall’avvocato Massimo Cavatorta – riconosce che non tutti i tifosi vanno marchiati come incivili.
Cosa ha pensato che fosse successo quando ha visto la macchina ridotta in quelle condizioni?
«Mi si è stretto il cuore soprattutto perché, a parte i danni, la macchina era di mia nonna».
La società Roma le ha mandato un telegramma o fatto una telefonata?
«No, nessuno. La società non mi ha contattata».
Si è fatto avanti qualcuno tra i tifosi presenti all’arrivo del giocatore per chiederle scusa?
«No, però altri tifosi invece mi hanno cercata».
Perché?
«Mi hanno scritto dicendo di essere disponibili a rimborsare i danni. Ci tengo a sottolinearlo, non tutti i tifosi sono dei barbari, anzi. Sono stati davvero molto gentili».
Allora potrà riparare la sua Panda.
«Non ho accettato le loro offerte, seppure sono stati generosi».
Perché non ha accettato la proposta di ripararle la Panda di sua nonna?
«L’ho fatto perché non è giusto che a pagare danni in situazioni del genere siano sempre quelli che non hanno alcuna colpa, piuttosto che i veri responsabili o chi non ha organizzato bene questo evento, pur potendo prevedere le conseguenze».
Lei per quale squadra tifa, ammesso segua il calcio?
«Non seguo il calcio e sinceramente spero che non sia data più molta pubblicità a questa vicenda».
Innamorati ha portato la macchina dal carrozziere. Secondo il primo preventivo, dovrebbe affrontare un costo superiore al valore dell’auto per aggiustarla. Ancora non sa pertanto se procederà a sistemare l’auto, che spesso divide per motivi di lavoro con il suo compagno, un pilota di aerei. Per ora non contrattualizzato con compagnie di bandiera. «Con molta signorilità, Martina non ha voluto sfruttare la generosità di tante persone – dice l’avvocato Cavatorta – Lei è ben consapevole che non tutti i tifosi sono incivili ed anche e, soprattutto, perché non vuole essere considerata privilegiata, rispetto a tutti gli altri danneggiati. Mantengo assoluto riserbo su eventuali iniziative giudiziarie per evitare qualsiasi strumentalizzazione, posto che tra l’altro sono in corso indagini».
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Che schifo, lo vogliamo dire?
E la storia della capretta è ancora più disgustosa.
Barbarie pura, anticamera e spia di grossi problemi di sociopatia.
Piccoli maniaci crescono: la crudeltà verso gli animali è solo il primo passo.
Senza contare il contenuto di quei crani: acquetta sporca con il vuoto intorno.
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Avesse sparato a un ladro di polli umano, avrebbe ricevuto valanghe di messaggi di solidarietà.
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Quando si leggono delle str0nzate simili, come si fa a non amare le bestie incondizionatamente?
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Articolo che sarebbe sostanzialmente da stampare con caratteri d’oro.
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