Per sopperire alla carenza di manodopera due imprenditori hanno deciso di pagare i dipendenti sulla base del fatturato mensile registrato nei propri locali, arrivando a sborsare fino a 16.500 franchi al mese per un cameriere. Il boom del turismo potrebbe cambiare gli stipendi degli stagionali anche in Italia?

(Cristina D’Amicis – today.it) – La carenza di personale nel settore della ristorazione e del turismo è un problema che non riguarda solo l’Italia, coinvolge molte altre nazioni europee. In Svizzera, però, c’è chi accumula candidature sulla scrivania: molte persone si riscoprono desiderose di lavorare in bar e ristoranti, nonostante i turni spesso massacranti, gli orari di lavoro notturni, nei weekend e nei giorni festivi. Com’è possibile? La risposta è una sola: lo stipendio di questi lavoratori è parametrato al fatturato dell’azienda. E così un cameriere sul lago di Zurigo arriva a guadagnare fino a 16.500 franchi svizzeri al mese (più di 17mila euro), mance escluse, retribuzione che farebbe invidia anche a un top manager. Proviamo a capire meglio, ma soprattutto a spiegare perché alcuni considerano questa soluzione conveniente sia per il lavoratore sia per l’imprenditore e se il boom del turismo potrebbe cambiare gli stipendi degli stagionali anche in Italia.
Salari proporzionati al fatturato in Svizzera
Se in Italia un cameriere con un regolare contratto di lavoro guadagna non meno di 1.300 euro lordi al mese, in Svizzera riceve molto di più: 3.750 franchi svizzeri (quasi 4mila euro), ma bisogna considerare che lì il costo della vita è molto più alto. In alcuni locali però la paga si aggira tra gli 8.000 e i 12.000 franchi svizzeri al mese (8.350 – 12.500 euro circa), con mance a parte, cifre record che fanno gola a tutti. Succede nelle catene di ristorazione Michel Péclard e Florian Weber (16 in tutto), molto conosciute oltre il Gottardo, dove i salari della manodopera variano in funzione del fatturato. Per essere più precisi, cameriere e camerieri guadagnano tra il 7 e l’8% dell’incasso mensile al netto dell’Iva, a seconda del locale.
Michel Péclard ha rivelato a un settimanale svizzero che il salario più alto versato finora è stato di 16.500 franchi. Si tratta di un’eccezione, ha specificato l’imprenditore ricordando che stiamo assistendo a un periodo molto positivo per il turismo. Sicuramente si tratta della cifra più alta percepita al mondo da un cameriere. A conti fatti, però la remunerazione di un addetto al servizio ai tavoli in un ristorante in riva al lago di Zurigo supera di gran lunga quella di un manager laureato, rendendo molto attraente un lavoro snobbato da molti negli ultimi tempi.

Quanto guadagna un cameriere in Italia
In Italia la situazione è molto diversa, soprattutto per gli stagionali, come emerge anche dalle inchieste di Today.it realizzate da Chiara Tadini, Charlotte Matteini e Christian Donelli, che hanno più volte raccontato le esperienze da incubo di queste categorie di lavoratori. La fotografia scattata sulla riviera romagnola, solo per fare un esempio, è questa: turni di 60 ore settimanali, straordinari gratis e parte della paga in nero, con offerte di lavoro che arrivano a 3 euro l’ora. Stiamo parlando di circa 800 euro al mese per 10 ore di lavoro, che poi nei weekend diventano 14. E il giorno libero? Non esiste.
Cosa cambia con la fine del reddito di cittadinanza
Da tempo assistiamo alla solita querelle: lavoratori stagionali che denunciano condizioni di lavoro proibitive a fronte di una busta paga da schiavi; imprenditori che continuano a dare la colpa della carenza di manodopera al reddito di cittadinanza, sostenendo che i “giovani non hanno più voglia di lavorare” e “non vogliono fare la gavetta”. Ora però siamo a un punto di svolta, perché il governo Meloni ha deciso di mettere la parola fine al reddito di cittadinanza. Cosa succederà?
Probabilmente gli imprenditori disonesti smetteranno di lamentarsi perché troveranno qualcuno che per ‘tirare a campare’ sarà costretto ad accettare paghe da fame (a meno che non scattino i tanto annunciati e necessari controlli sulle condizioni di lavoro). Peccato, però, perché in Italia ancora troppi pochi manager hanno capito quanto sia importante la soddisfazione economica dei dipendenti. Eppure a maggio l’amministratore delegato di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina, dopo aver annunciato profitti record ha dichiarato di voler introdurre la partecipazione dei dipendenti agli utili. “Ho chiesto al nostro interno di studiare questa possibilità, la vedrei bene”. Insomma per il momento questa mentalità è ancora poco diffusa in Italia, ma qualcosa sta cambiando.
Partecipazione dei dipendenti agli utili: perché conviene
In Italia, specie nel settore della ristorazione e del turismo, siamo ancora molto lontani dai salari proporzionati agli utili della Svizzera. Eppure secondo alcuni esperti il salario parametrato al fatturato rappresenta un vantaggio per tutti, vediamo perché. Niente di nuovo, si chiama partecipazione agli utili dell’azienda, esiste da sempre ma viene contemplata solo per le figure apicali delle imprese, per manager e top manager. E se fosse applicata a tutti i lavoratori? L’idea spaventa soprattutto gli imprenditori, ma secondo gli esperti si tratta di una soluzione che avvantaggia entrambe le parti. I dipendenti fanno del loro meglio per far sì che l’azienda guadagni, mentre gli imprenditori non devono sopportare costi aggiuntivi. A causa del forte incremento del fatturato, infatti, i costi del personale, anche se più elevati, risultano percentualmente inferiori a prima.
In Svizzera, però, non sono tutti d’accordo. “Ci hanno già rimproverato di distorcere il mercato”, ha dichiarato Péclard mentre i sindacati pur non essendo contrari sostengono che questo modello non può essere adottato in tutti gli ambiti, perché ci sono troppo inconvenienti. Nel caso della ristorazione e del turismo i benefici sono piuttosto evidenti, visto che il personale è sempre a contatto con il pubblico e che il servizio è una parte fondamentale del gradimento della clientela. Con più sorrisi e disponibilità da parte dei camerieri il fatturato cresce, portando un vantaggio economico indiretto anche ai dipendenti, in una spirale che si autoalimenta. “I nostri impiegati – chiosa Michel Péclard – lavorano come se l’azienda non ci appartenesse ma appartenesse a loro”, questo il vero segreto del successo della misura che ha risolto tutti i problemi di carenza di personale dell’imprenditore.
In Italia, invece, i padroni si fregano le mance dei camerieri (o li obbligano a versargliele).
E se il cameriere si lamenta, lo sostituiscono con uno più ricattabile e lo licenziano, mentre i sindacati non fanno un caxxo per impedirglielo e le cause di lavoro spariscono non si sa dove.
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Un cameriere che guadagna più di un manager?
A parte che ormai la categoria di “manager” si è ampliata ( a parole) anche ai gestori di piccole attività, forse sarebbe il caso di indicare quanto guadagna un vero manager in Svizzera, quanto costa la vita a Zurigo e cosa ci vuole per essere accettati come lavoratori e residenti lì.
Insomma, non basta che uno straniero ( illegale? Non esiste…) si presenti accettando la qualunque per lavorare, e per lo pù in nero come succede sempre più spesso da noi. E difficilmente, a Zurigo, si trova un cameriere ( di quelli che guadagnano – sulla carta e non nei fatti – più di 17.000 euro: tutti?) che non sappia parlare perfettamente anche l’ inglese. Provare per credere.
Da noi anche i “manager” spesso faticano, o parlano in maniera ridicola…
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Zurigo ogni hanno e’ nella top 3 delle città più costose al mondo, il salario indicato nell’articolo di 3750 franchi è il minimo legale in Svizzera, sei sei da solo basta appena per vivere in città, impossibile se si hanno compagna/o e/o figli a carico.
Quella storia del cameriere è uscita la sett. scorsa ed è questionable la ripetibilità mese dopo mese di tali cifre.
In ogni caso, è un ristorante sui millanta che ha provato questa politica, non la norma, gli altri camerieri stanno tra i 4000 ed 8000 ch/mese più mance. 8000-12000 è piuttosto il range di salario di un laureato con esperienza lavorativa di 5-15anni.
Manager aziendali stanno dai 25000/mese in su, (nel pubblico meno), con media intorno ai 35000-50000/mese.
Per qualsiasi categoria lavorativa sapere l’inglese di buon livello non è derimente, nel senso che l’inglese non si può non sapere, (molte aziende/banche a Zurigo lo hanno adottato come linguaggio ufficiale). La conoscenza di 2 lingue oltre alla madrelingua è la norma.
Per avere permesso di residenza – se si è europei, per non EU è un po’ più complessa la cosa, ci sono quote annuali – ci vuole o un contratto di lavoro (a nero non è una categoria contemplata quassù) o la dimostrazione di riuscire a sostenersi con i propri mezzi (leggasi ricchi).
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Aggiungerei che in Svizzera su 8.5M di abitanti, circa 3.5M sono non svizzeri (nel 2000 la popolazione era di circa 7M, flussi dall’estero, soprattutto Europa, sono continui). Come se in Italia il numero di non italiani fosse 17-20M.
C’è un partito tipo lega (SVP) che è contro l’immigrazione ma la Svizzera pragmatica ha capito che qualcuno le pensioni di una popolazione sempre più anziana le deve pagare…
Per quanto riguarda gli scontrini, i POS svizzeri non sono mai rotti o non funzionanti come ci si sente dire qualche volta in IT…vai a comprare un pacchetto di gomme da masticare e nessuno fa questioni se paghi con carta.
È un mix di cultura e di controllo; da un lato non c’è l’inclinazione ad andare contro legge, (perché dopotutto non merita, i soldi del gettito fiscale non vanno in ruberie dei politici, piuttosto in servizi ai cittadini ), dall’altro, quando (non se) colto in fallo, la mannaia della giustizia è certa, veloce e molto severa.
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Esatto
Bisognerebbe smettere di sparare titoli e articoli a cappero.
Aggiungo per amor del vero, che i lavoratori provenienti da altri Paesi sono per lo più Italiani o provenienti dall’ Europa. Insomma, pochi schiavi in giro.
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Ovviamente il presupposto è che il fatturato dichiarato sia reale, altrimenti il cameriere rischia di guadagnare meno dello stipendio classico.
Vi sembra possibile in Italia , la capitale mondiale di evasione fiscale?
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Fatturato?
Senza scontrini o fatture non c’è fatturato.
In Italia il dipendente verrebbe chiamato a ripianare le perdite, mentre il finto proprietario si frega le mani.
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