Lo show al Senato per non rendere più imbarazzante il viaggio di Meloni negli Usa. A differenza di De Girolamo, Idem e Guidi potrebbe resistere anche all’avviso di garanzia

(FLAVIA PERINA – lastampa.it) – «Una bellissima giornata», dice Daniela Santanchè lasciando Palazzo Madama e si capisce la soddisfazione: ha messo in riga i suoi, ha visto ogni singolo capogruppo di maggioranza alzarsi in piedi per dire quanto è brava e quanto è innocente, ha diviso l’opposizione, è uscita ministro confermato da una vicenda che solo venti giorni fa la vedeva spacciata e ha posto le basi per una ulteriore, futura resistenza. Persino in caso di rinvio a giudizio potrà dire: ma come, ben conoscendo cause e pretesto, l’aula del Senato mi ha solennemente confermato la fiducia e adesso che volete? Che lasci per questa vecchia storia, tutta da dimostrare e comunque antecedente alla nomina?
Pure l’elenco dei precedenti citati dai banchi dell’opposizione per incalzare il centrodestra, alla fine, non fa che confermare il diverso potere di resistenza della Pitonessa. La povera Josefa Idem, trafitta per due lire di Imu non versate al Comune di Ravenna sull’immobile che usava come palestra: 8 olimpiadi, 30 medaglie conquistate non le bastarono a tenersi il ministero. L’emergente Federica Guidi, che se ne dovette andare in ventiquattr’ore (e non era neanche formalmente indagata) per una chiacchiera telefonica su un favore fatto al fidanzato. Nunzia De Girolamo, trafitta dalla voce sull’affidamento di un bar ospedaliero a un parente e altre questioni di nomine sponsorizzate, anche lei dimissionaria in cinque minuti. La lista è stata ripetuta più volte negli interventi di Pd e M5S per sottolineare l’esistenza di una prassi d’onore consolidata.
Ma tutti erano ben consapevoli che Santanché è cosa a parte, figuriamoci se possono toccarla le condotte altrui, i precedenti, le prassi. «Pesci in faccia e arrivederci, ricomincio da me, siete dei miserabili ma me ne frego e rido di voi» (da un antico ritratto de Il Foglio).
E dunque, la scena allestita al Senato ieri con l’intento di processare la ministra del Turismo sulla base della mozione di sfiducia presentata dal M5S e sostenuta dal Pd (ma non dal gruppo di Azione-Iv uscito al momento della chiama) si è risolta nel suo contrario: il palcoscenico di un’assoluzione corale e apparentemente senza riserve da parte della maggioranza. Perché «nel mondo degli affari può capitare» (Pierantonio Zanettin, Forza Italia), «i fatti sono tutti da dimostrare» (Alberto Balboni, Fratelli d’Italia), i «fatti sono precedenti al suo giuramento» (Lucio Malan, Fratelli d’Italia), «la tanto sbandierata Costituzione dice che si è innocenti fino al terzo grado di giudizio» (Massimiliano Romeo, Lega), le «accuse solo presunte», e addirittura Santanché dovrebbe essere additata come esempio «di un imprenditore che per far fronte alla difficoltà delle sue aziende non esita a mettere a disposizione tutto il patrimonio personale». Buum.
La ministra si è goduta lo show con la degnazione di una regina che assiste all’ovvio sbracciarsi dei suoi baroni in difesa della corona. Prima delle dichiarazioni di voto, aveva concesso all’aula poche parole a segnare una nuova linea di difesa: la richiesta di sfiducia, dice, «non ha come oggetto il mio operato da ministro» ma fatti che «se verranno evidenziati sono antecedenti al mio giuramento». Insomma, pure se dovesse finire a processo la storia dei fallimenti, delle tasse non versate, delle liquidazioni non pagate o della falsa Cig, è tutta roba vecchia. Non conta. E’ dal giuramento in poi che la politica, il parlamento, gli elettori, possono giudicarla.
La nuova trincea scavata da Santanché conferma che, comunque vada a finire l’inchiesta e qualsiasi saranno le valutazioni della maggioranza, mandarla a casa sarà difficilissimo. È probabile che la destra le abbia concesso prima una robusta solidarietà e poi questa assoluzione plenaria per ragioni di governo e di partito, per non dar mostra di cedimenti alle richieste dell’opposizione. I tiepidissimi applausi di ieri al discorso della ministra rivelavano uno stato d’animo assai meno compiacente di quello esibito negli interventi al microfono. Ed è vero che sui banchi del governo c’era il tutto esaurito, con i super-ministri Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti, Elisabetta Casellati, Annamaria Bernini, Eugenia Roccella, Nello Musumeci e molti altri in un continuo via-vai di esibita fedeltà alla linea di difesa, ma anche lì di battimani se ne sono visti pochi e di musi lunghi molti.
Insomma, risulta piuttosto concreto il sospetto che la “bellissima giornata” sia stata solo una recita in favor di telecamere, per togliersi dai piedi questo impiccio e soprattutto per toglierlo a Giorgia Meloni in volo verso gli Usa. Ma di questa recita – scommetteteci – Daniela Santanché sarà pronta a farsi forte se le sue cose giudiziarie volgeranno al peggio. Già adesso può vantare il notevole record di prima ministra a resistere alle dimissioni in un caso di conclamate irregolarità. Magari le riuscirà pure il colpaccio di essere la prima a restare in sella dopo un rinvio a giudizio.
brava perina. hai scritto benissimo. mi ricordo che anche tu eri una di loro.
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La conferma che la classe politica è in caduta libera nel vortice di Bananaland
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Una cricca di delinquenti votata da qualche credulone e da molti furbetti , con nessun senso civico e tanta voglia di metterla nel c.lo al prossimo. Uniti nella vita e nella morte (altrui). Loro intanto, i delinquenti, si arricchiscono “intu u culu” ai cittadini perbene.
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chisti sinni futtunu di l’italia e di l’italiani…!
comu, del resto, l’italiani ca l’hanno vutati…!!!
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….non andrà in cella, ma una piccola soddisfazione si ricava dalla foto nel vedere che è piena …di cellulite!😈
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Marina sarà pure piena di cellulite ..ma e soprattutto di soldi che ha rubato ! La cellulite è solo un problema estetico non etico !mi sembra una magra soddisfazione .
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Ma era ovviamente solo una battuta, sul gioco di parole cella e cellulite! Dai, un po’ d’ironia, fatti una risatella …
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bene così, “noi siamo noi, voi non siete un caxxo!”
il prossimo slogan elettorale sarà:
“volete essere governati da una che non ha manco il coraggio di chiamarsi col suo cognome?”
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ma che volete da una che è amica e socia di briatore??
ma forse è meglio così, ormai ovunque vada la fischiano, è una presenza ingombrante nel governo e domostra che anche la cainana è casta, nel senso di casta, io sono io, aòsoggiorgiaaa!!
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Se uno commette un reato e poi viene eletto non può essere sfiduciato perché lo ha compiuto prima di essere eletto. Questi si sono bevuti il cervello per il troppo uso delle droghe
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“Tutto bene Madama la Marchesa ! “Avanti così : che se rubi prima di essere eletta ministro puoi andare avanti con una devastante e costosa campagna ad invitare turisti da tutto il mondo a mettersi in coda per prendere un taxi !mossa geniale di un idiota che di turismo non capisce una beata minchia e si affida a un amica agente di viaggio serba per metterla a capo dell Enit , un altro inutile carrozzone di stato che fa vacanze gratis intorno al mondo facendo finta di lavorare ( tipo Alitalia)
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Ps . Se rubavi prima , nemmeno potresti entrare in politica !!o vale solo per i bidelli ?
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