Il governo parla di incubo invasione ma la nostra malattia è lo spopolamento. Basta finanziare i regimi arabi per chiudere i confini: è l’unica cura possibile

(LUCIO CARACCIOLO – lastampa.it) – Alla grande conferenza di Roma su sviluppo e migrazioni i governanti europei, a cominciare dai nostri, non parlano che di fermare i migranti irregolari. Comprensibile e persino commendevole, magari cominciando a rendere meno impossibile approdare in Italia e in Europa per via regolare, come assicura Meloni. Finora pare non si riesca a inventare nulla di meglio che finanziare regimi arabi mediterranei perché sbarrino la loro frontiera terrestre con l’Africa profonda, facendo leva sul diffuso disprezzo per i neri. Il caso tunisino è modello. Morire pugnalati nel Sahara come alternativa ad affogare nel Mediterraneo? Confidiamo che persuasione morale e incentivi economici del nostro governo nei confronti del presidente Saied – non più né meno dittatore di quasi tutti i suoi colleghi nordafricani – migliorino il clima a Sfax e dintorni.
Eppure la grande nuvola mediatica alimentata da esponenti e ministri della destra continua a battere sull’incubo dell’invasione. E anche a sinistra ogni tanto uno squillo rimbomba. Fino a scivolare nel puro complottismo, evocando il mostro della “sostituzione etnica”. Sempreverde teoria per cui misteriose élite cosmopolitiche organizzerebbero la liquidazione della razza bianca per imporre il dominio di neri e alieni vari nel Vecchio Continente. Italia in testa. Come se noi italiani, per fortuna uno dei popoli più “impuri” al mondo, fossimo gli eredi diretti di Giulio Cesare o i greci discendessero da Pericle.
Fin qui classico razzismo. Ma colpisce il tentativo di mettere insieme migrazioni e complotto anti-italiano in un Paese che ha nel declino demografico il suo tallone di Achille. La nostra priorità dovrebbe consistere in robuste politiche di sostegno alla famiglia e alla natalità insieme a costanti flussi migratori, regolari e gestiti per quote con Paesi stranieri, per evitare la desertificazione del Belpaese. Altro che sostituzione etnica: qui rischiamo lo spopolamento, con una popolazione anziana di proporzioni insostenibili, sufficienti a sovvertire l’equilibrio sociale. Oggi un italiano su quattro ha almeno 65 anni, fra vent’anni sarà uno su tre. Le classi scolastiche si svuotano – i ragazzi fra i 3 e i 18 anni sono oggi 8 milioni e mezzo, saranno 7 fra vent’anni – e le iscrizioni alle università calano di brutto. Bassa natalità e invecchiamento della popolazione ci spingono verso un drastico declino, non solo economico. E noi ci preoccupiamo del colore della pelle di chi abita lo Stivale?
Forse converrebbe spendere almeno parte delle energie con cui alimentiamo la paura dei migranti per studiare e combattere la vera emergenza nazionale. Né possiamo ridurla alla dimensione economica e sociale, che pure pesa. È un’emergenza culturale che riguarda il nostro modo di (non) convivere, la concentrazione autistica su se stessi, quasi fossimo noi lo scopo della nostra vita.
La miscela fra emergenza demografica e fobia del migrante – o dell’altro in genere – può innescare circuiti culturali devastanti. I movimenti estremisti violenti e razzisti che hanno insanguinato l’Europa nella prima metà dello scorso secolo sono fioriti sulla narrazione dell’aggressione aliena contro una minoranza minacciata, che intanto dominava il mondo e colonizzava Afriche e Asie. Per tacere del segregazionismo americano, tutt’altro che domato.
È difficile affrontare con piglio propositivo questioni esistenziali di tanto calibro, coscienti come siamo di non poterle risolvere nel breve periodo. Ma per poterle gestire e curare non con magie improbabili ma via terapie da affinare è meglio concentrarci sulla realtà. E scacciare i fantasmi. Specie in tempo di guerra.
Un articolo scritto ad hoc per uno dei principali quotidiani dell’establushment de noantri.
Il problema del calo demografico non si risolve con i migranti, regolari o meno che siano; è sufficiente verificare i dati (Urgeo urbistat) per accorgersi che i migranti tendono a lasciare il meridione d’italia, dove, notoriamente, i problemi economici e sociali sono più acuti.
Non sono contrario all’immigrazione regolare e ho una buona conoscenza personale del continente nero,; comprendo pienamente te esigenze dei migranti, lasciano posti dove le co dizione di vita sono davvero difficili.
Ance io farei la stessa cosa trovandomi al posto loro.
Tuttavia farli arrivare in un paese come il nostro dove l’establishment ha deciso di usare come elemento competitivo il lavoro sottopagato basato sullo sfruttamento e da irresponsabili; significa buttare benzina sul fuoco
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Se si mettono insieme il diavolo e l’acqua santa,non credo che ne esca qualcosa di buon e soprattutto di chiaro. Il crollo demografico comune a tutto l’occidente deriva dal modello di sviluppo consumistico che esso si è dato. La rincorsa del benessere inteso come materialismo assoluto,possesso dei beni voluttuari, il bengodi subito e del domani chi se ne frega, l’ostentazione dell’avere e non dell’essere…Questi fattori costituiscono la nostra decadenza .il nostro autoannullamento . D’altronde può apparire paradossale che i figli li fanno i paesi poveri e non quelli pasciuti. Lo squilibrio nel mondo ,appunto tra chi fa figli ed è povero e chi non ne fa pur essendo più ricco ,crea gli scompensi che degenerano nelle migrazioni bibliche.L’accusa di razzismo tende ad infamare chiunque cerchi il bandolo della matassa per arginare i problemi che inevitabilmente sorgono e sorgeranno sempre di più quando culture molto diverse tra loro vengono a contatto creando un corto circuito. I fattio recenti di Francia dovrebbo indurci a riflettere su ciò che è più saggio fare e non su ciò che sembra più politicamente corretto ma anche tanto ipocrita.
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siamo troppi, ma poi siamo pochi, ma pensare al pianeta e alla sopravvivenza dell’uomo si deve diminuire non aumentare, 50 anni fa in italia quanti eravamo, 40 milioni o un pò di più, dunque se si torna a quale numero ne guadagnamo e basta, per i pensionati le pensioni vanno rimodulate, 1000 la minima 2000 la massima, i vecchi vanno messi in centri urbani, dove tutto è accessibile con circoli e via dicendo,se invece vogliamo il pil per i soliti stronzi malati mentali che usano le loro vite ad accumulare ricchezze e rovinare il pianeta siamo destinati all’estinzione
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L’occhiuta polizia morale del PD cerca in ogni modo di venderci che l’immigrazione clandestina é una risorsa per l’Italia. Sicuramente lo é per le coop e onlus dell’accoglienza e assistenza dei “migranti”, gestite dagli amici del PD e delle sinistre varie, che mettono le mani su diversi miliardi di euro di soldi pubblici ogni anno stanziati per gestire il fenomeno e devono essere sfamate sempre con nuovi arrivi. No migranti, no party.
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