
(Massimo Gramellini – corriere.it) – Il Caffè di ieri era dedicato alle vicissitudini di un ciclista di Trento, multato da un vigile pignolo e perseguitato da una burocrazia ottusa per avere attraversato le strisce pedonali in assenza di pedoni. Mai mi sarei aspettato che arrivassero così tanti messaggi di solidarietà non al ciclista ma al vigile, firmati da automobilisti che ritengono le biciclette una iattura, le piste ciclabili un castigo divino e i ciclisti una setta di anarchici specializzata nel pedalare contromano.
A dire il vero non sono mancate alcune mail di appoggio al ciclista, ma erano scritte tutte da ciclisti: se la prendevano con gli sciagurati pedoni che attraversano la strada con la testa piegata sullo schermo del telefono. Alle critiche a ciclisti e pedoni, qualche sporadico pilota di motorino ha voluto aggiungere quelle agli automobilisti che guidano le macchine come se fossero go-kart, ma appena scatta il semaforo verde rimangono piantati sull’asfalto perché affaccendati a rispondere ai messaggini.
Esiste un unico argomento in grado di metterli d’accordo tutti, pedoni e ciclisti, automobilisti e motociclisti: l’ecumenica repulsione per chi sfreccia in monopattino e in barba a ogni legge, compresa quella di gravità. Resta da capire con chi ce l’abbiano i surfisti del monopattino, forse con gli skateboard.
La verità è che ogni italiano fa partito a sé, che poi è come dire che siamo tutti iscritti allo stesso partito, quello dei fatti nostri.
Il qualungiornalismo, arte raffinata.
E uno dei suoi Maestri.
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Contorto come un serpente il Gramo
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La domanda è solo una; il soggetto ha violato il Codice della Strada?
Sì, allora ci sta: pedone, ciclista o automobilista che sia.
La prossima volta stia più attento.
Io sono stata multata con tanto di ritiro della patente perché, in piena campagna, alle 6 e 3/4 del mattino, in un lontano giorno di luglio, anni fa, passavo col rosso – quasi verde dopo aver atteso per minuti in un solitario semaforo. Ero uscita dall’autostrada causa incidente e non conoscevo la zona. Nessuno in giro, neanche in lontananza, semaforo deserto, solo due vigili stranamente in giro in quei luoghi in quel momento. Solitamente sono assai ligia alle legg: anche troppo, mi dicono.
Passaggio col rosso in semaforo ” pericoloso”: avevano ragione e non ho fiatato.
Anche se tra multa e taxi per i giorni a venire, mi è costato un bel po’.
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giustissimo, domani il tuo caxxo di caffè sarà dedicato al furto subito da donnarumma.
invece del furto dei ormai ex percettori del rdc? del furto del salario minimo?
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Ah, il salario minimo sarebbe un furto?
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aoh a turiddu il caffè lo farà su uno/a che si scaccola in piazza del duomo ah ah ah
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