(di Michele Serra – repubblica.it) – Le osservazioni che la segretaria del Pd, Elly Schlein, fa sulla “social card” governativa, sono politica allo stato puro. Dice che il governo penalizza le persone sole e gli anziani in favore di chi ha figli, e insomma premia il concetto di “famiglia” a scapito del concetto di “cittadino”. Non mi sembra una questione da poco, eppure sono sicuro che scivolerà al trentesimo posto, nella classifica delle notizie.

Perché questo accada, è difficile dire. La mia impressione è che ci sia una specie di “difetto di sistema” che favorisce il “leggero” a scapito delle questioni di sostanza – tale è decidere come e dove destinare le risorse, poche o tante, a disposizione del Welfare.

La “frase sbagliata” di Schlein sulla sua armocromista è valsa, sui media, un rimbalzo enorme: impensabile immaginare che le sue parole contro la social card possano lontanamente sfiorare quel risultato. Questo è certamente un problema per Schlein e per chi lavora al suo fianco. Ma è un problema, anche, per una macchina mediatica che si sta ristrutturando, o si è già ristrutturata, attorno ai clic spesso spensierati della clientela, molto più reattiva a temi facili, e di facile innesco polemico (come si veste Schlein?), piuttosto che ai temi che sono la sostanza della politica: come si spendono i soldi pubblici?

Se poi l’astensione galoppa, e il disinteresse per la politica pure, è anche perché ai seggi si va per votare sul Welfare – che noia – e non sul look dei leader politici. Forse chiamare gli italiani alle urne per votare pro o contro gli armocromisti, potrebbe far lievitare l’interesse popolare per le elezioni. Io stesso, scrivendo queste righe, sono rassegnato alla loro inutilità, e mi domando se non avrei fatto meglio, a tempo dovuto, a esprimermi su come si veste Schlein.