
(Pietrangelo Buttafuoco) – Nella città dove l’immenso Albert Spaggiari portò a termine il mirabile colpo al caveau della banca di Francia – la rapina del secolo, il 27 ottobre 1976 – a Nizza, dunque, il luogo simbolo di quella schiatta di ceffi elegantissimi, tutti gentiluomini, succede un fatto incredibile e cioè che l’insieme dei gruppuscoli della sinistra bohémien, inscena una cagnara contro Beatrice Venezi. Tutta questa bella gente, insomma, chiede alla Democrazia col D maiuscolo – e così anche alla civiltà col C maiuscolo, per non dire della Ghigliottina col G maiuscolo – di negare il teatro dell’Opera al direttore d’orchestra, reo di essere consigliere per la musica del presidente del Consiglio italiano. Cose da pazzi. E comunque, sommessamente, una domanda da domandarsi c’è: se finisce che Beatrice Venezi non potrà andare a dirigere a Nizza, non sarebbe d’uopo una protesta diplomatica?
Il bigottismo delle occhiute sentinelle sempre in piedi del pensiero unico delle sinistre italiane e francesi è tra il patetico e l’insopportabile.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Spiace aver buttato 30 secondi della mia vita a leggere le minkiate di questo pistola
"Mi piace"Piace a 1 persona
Non fai in tempo a provare disgusto per troppe personalità della destra italiana che ti accorgi che pure senza personalità la sinistra francese è ridicola.
La degenerazione è ovunque.
"Mi piace""Mi piace"
In un articolo apparso su Music Paper a firma Paola Zonca , compare il giudizio musicale sul “grande direttore d’ orchestra”
………….
Il critico musicale di Repubblica, Angelo Foletto, non usa giri di parole: «Difficile valutare consapevolmente il direttore Beatrice Venezi dovendosi fidare di qualche video preso a strascico su internet e di un paio di occasioni pubbliche con orchestre milanesi di consistenza media (o in formazione rimediata, perché non impegnate in concerti ufficiali di stagione)».
Ed entrando più nel merito aggiunge: «Certo, già il gesto con cui chiude l’accordo nella pubblicità “tricologica”, e che in esecuzione non sarebbe tecnicamente utile, può dare un’idea. Il braccio crea un disegno e la musica ne “suona” un altro, non insieme. Ma se non altro, rispetto ad altri spot che scomodano la figura del direttore d’orchestra – e in fiction tv recenti ambientate in Conservatorio s’è visto di peggio – il portamento nello spazio è fisicamente attinente».
Il problema è semmai che l’orchestra di fronte al direttore lucchese dia sempre l’impressione di procedere per conto suo. «Dalle (poche ripetiamo) occasioni dal vivo, e sempre tenendo conto che il lavoro vero del direttore è in prova, si ricava la sensazione che il direttore Venezi non abbia del tutto in mano l’esecuzione. Ma si limiti ad assecondare le geometrie e le linee principali della partitura – i cantabili o il ritmo – senza orientarle. Da cui il movimento della bacchetta che non distingue con chiarezza i punti di riferimento obbligati come il battere/levare mentre fraseologia e accentazione del discorso musicale, affidati quasi solo al braccio destro, sembrano non anticipare intenzioni e suono degli strumentisti».
Una immaturità che può forse essere imputata alla giovane età, in una professione che richiede anni e anni di studio e approfondimento.
Ma, allora, perché non lavorare sodo a testa bassa e senza clamore, invece di dar vita alla narrazione del grande direttore donna in carriera che non corrisponde all’evidenza dei fatti? ……
"Mi piace""Mi piace"
Sono d’accordo su tutto… Un direttore d’orchestra non si spertica in quel modo.. e soprattutto non ho mai visto un direttore d’orchestra, fare pubblicità di alcunché se non della musica stessa!! La grandezza di certi nostri direttori nulla ha a che vedere con quanto visto sinora…
"Mi piace""Mi piace"
A Repubblica hanno finito le scorte di malox e si esercitano nella stroncatura degli artisti con simpatie non in linea con la sinistra
"Mi piace""Mi piace"
Ma quale protesta diplomatica, segregarla in casa a sfornare pargoli per la Patria.
"Mi piace""Mi piace"