In una narcisistica intervista alla Rai, il marito si strazia per se stesso: l’ennesimo insulto alla moglie assassinata. Il 18 aprile 2011, Salvatore Parolisi uccise sua moglie Melania Rea. Lei era di spalle, faceva la pipì accovacciata nella pineta […]

(DI SELVAGGIA LUCARELLI – ilfattoquotidiano.it) – Il 18 aprile 2011, Salvatore Parolisi uccise sua moglie Melania Rea. Lei era di spalle, faceva la pipì accovacciata nella pineta dove il marito, caporal maggiore del 235° Reggimento Piceno, era solito andare a esercitarsi. La loro bambina dormiva in macchina. Lui colpì Melania con 35 coltellate, la lasciò agonizzante tra le foglie, tornò quando era già morta per inciderle una svastica sul corpo e infilzarle una siringa sul petto. Voleva convincere gli investigatori che l’avesse uccisa un balordo. E invece non era stato un balordo, ma un marito lucido e spietato che tradiva la moglie con una sua giovane allieva, Ludovica. Liberandosi della moglie poteva finalmente sognare un futuro con l’amante per cui aveva perso la testa. Le prometteva una vita insieme, un viaggio imminente per conoscere i suoi genitori, parlava di una separazione già in fase di trattative. Salvatore Parolisi mentì agli investigatori e ai magistrati, fu condannato a 20 anni per omicidio volontario aggravato. Ma, da buon narcisista, si dichiarò sempre innocente.

Pochi giorni fa, dopo 12 anni, ha ottenuto un permesso premio durante il quale ha avuto la brillante idea di rilasciare un’intervista a Chi l’ha visto?. Un’intervista che, nelle intenzioni di Parolisi, forse dovrebbe mettere in discussione la sua colpevolezza e invece mette in discussione la funzione rieducativa del carcere, perfino se si tratta (come in questo caso) di quello di Bollate, noto per le molte iniziative volte al reinserimento dei detenuti nella società. Salvatore Parolisi, in più di dieci minuti di chiacchiere con la giornalista, non ha avuto una parola di pietà per la moglie. Che è stata uccisa in maniera brutale, e questo al di là del fatto che lui si professi innocente. Dopo 12 anni di silenzio, ha approfittato di un microfono per lamentarsi, ridendo con strafottenza, della severità della giustizia italiana nei suoi confronti: “Ora la notizia sarà che sono già uscito dal carcere. Ahahahha. Sai da quanto potevo essere uscito già? Da 4 anni. Mi hanno fatto cagare tutto fino all’ultimo. 12 ore di permesso di merda mi hanno dato!”. E ha mantenuto il ruolo della vittima anche nel ricostruire quello che a suo dire era il ménage familiare: “…lei se ne andava, ogni tanto venivano i parenti, manco potevo stare con mia moglie a letto. Torni a casa, apri la porta e ti trovi solo. Se tu vedi il primo anno di matrimonio ho camminato dritto, dopo, quando ho avuto questa delusione che lei ogni tanto se ne andava giù dai genitori… mettiti nei miei panni!”.

In pratica, dopo 12 anni di carcere, la sua prima preoccupazione è far sapere a tutti che tradiva Melania, è vero, ma era colpa di lei che non lo aspettava come un’ancella devota in casa; ma ogni tanto, visto che si era trasferita nelle Marche per seguire il marito, andava in Campania a trovare la sua famiglia. O addirittura riceveva visite. Ma tu pensa che pessima moglie: magari 35 coltellate no, ma le corna se le meritava tutte. E poi, sempre alla giornalista: “Melania era bellissima. Avevo delle storie, ma amavo Melania. Ho avuto una francese per quattro anni, se tu vedi ’sta francese è una di quelle che dici ‘mamma mia!’, di quelle che escono dalla televisione, ma non è per la bellezza che scegli una da sposare…”.

L’unica annotazione positiva sulla moglie è di natura estetica, ma già che c’è fa sapere al pubblico di Chi l’ha visto? che aveva amanti ancora più belle, come le donne in tv: alla fine però aveva scelto quella sempliciotta di Melania perché la amava. Insomma, si sarebbe potuto permettere ben altro, volendo, ma Melania è stata fortunata, il fascinoso militare aveva scelto lei (usa proprio il verbo “scegliere”).

E poi, naturalmente, c’è anche la demolizione dell’amante, l’allieva Ludovica. Di cui lui ovviamente mica era innamorato, anzi quella innamorata era lei: “Io avevo detto a Ludovica che avrei divorziato per togliermela dai coglioni, questa si era proprio invaghita di me!”. Insomma, tutto il mondo femminile girava attorno a lui che si ritrovava una moglie troppo distratta, un’amante rompicoglioni e molte altre scappatelle con donne fascinose. Peccato che andando a riesumare i messaggi che Parolisi inviava a Ludovica sembrava proprio voler mentire con grande impegno, visto che le scrive frasi come: “Non dormo la notte, tu sei la cosa più importante, ti ripagherò con gli interessi, aspetta fino a domani, te lo chiedo come un verme che sono in ginocchio perché ti amo e soffro come te”.

Infine, sempre sull’onda di una commovente sofferenza da vedovo inconsolabile, Parolisi ha fornito alla giornalista la prova del suo grande amore per Melania: “Io le davo 500 euro al mese a Melania, dimmi te se non è amore. Tu gli daresti 500 euro al mese a tuo marito? Io non volevo che lei lavorasse!”. Più che un’intervista, la prova definitiva che a uccidere Melania Rea è stato un uomo privo di una qualunque forma di affetto ed empatia. Capace di piangere e di provare strazio, sì, ma solo per se stesso.