(Massimo Gramellini – corriere.it) – Dice Sgarbi, eccezionalmente senza scurrilità isteriche: «A personaggi di buona ma non eccelsa qualità come Fiorello Amadeus non si può consentire di irridere Morgan, spirito nobile e grande musicista».

A parte che polemizzare seriamente con una gag di Fiorello è un atto di comicità involontaria, le parole di Sgarbi ci rivelano come gli intellettuali di destra nutrano lo stesso disprezzo per i gusti delle masse che caratterizza quelli di sinistra. Criticano i radical chic di Capalbio, ma solo perché vorrebbero essere considerati come loro, e soprattutto da loro. Seguendo il cliché lamentoso che invece è una esclusiva dei pensatori destrorsi (questa legione di fenomeni incompresi che inonda tv e giornali da decenni), Sgarbi ritiene un sopruso che a scegliere le canzonette di Sanremo sia chiamato Amadeus, un disc-jockey che si occupa di canzonette da tutta la vita, anziché un musicista colto e raffinato come Morgan.

Anche il maestro Muti non è poi così male, eppure nessuno si sognerebbe di fargli dirigere il traffico del Festival, né lui si è mai sentito discriminato per questo. Ma per Sgarbi ogni occasione è buona per distribuire patenti di qualità e definire mediocre, «capra» o «sfigato» chi dissente.

«Non esistono anime mediocri. Potrai risultare mediocre nelle tue aspirazioni e realizzazioni personali, ma la maniera in cui si manifesta la tua mediocrità crea un picco unico e irripetibile». (James Hillman, psicanalista junghiano). Uno «sfigato» anche lui.