
(ASSIA NEUMANN DAYAN – lastampa.it) – È un’estate di telemercato champagne questa che sancisce la superiorità della tv generalista rispetto alle piattaforme: su Netflix queste cose non succedono, al massimo possiamo guardare “Black mirror” che oggi ci sembra la versione ottimista dei palinsesti che verranno. La notizia è che con Silvio Berlusconi è morto anche l’antiberlusconismo, come è naturale che sia, e che Mediaset ha tutte le carte in regola per diventare un’azienda comunista, con la falce e il martello al posto del Biscione.
Bianca Berlinguer lascia la Rai probabilmente per Mediaset, lascia Rai3, rete che ha dietro di sé una lunga scia di partenze progressiste: Fazio e Littizzetto, Gramellini, Annunziata, e appunto Berlinguer. Non ci sono martiri, nessuno rimarrà in mezzo a una strada, semplicemente fare televisione è un lavoro come un altro: si va dove ci sono le migliori opportunità economiche ed editoriali, e non so nemmeno quanto questo sia di sinistra.
Ci immaginiamo sempre grandi struggimenti morali dietro alcune scelte, ma la realtà non è mai romantica come un cospicuo precedente Rai. Bianca Berlinguer potrebbe prendere il posto di Barbara Palombelli a “Stasera Italia”, talk politico di Rete4. E poi c’è l’incognita Myrta Merlino che pare essere vicina a Mediaset per sostituire Barbara D’Urso nel pomeriggio di Canale5.
La politica in televisione si fa con i programmi del pomeriggio, e non con i talk show di prima serata, e questo la famiglia Berlusconi lo sa bene. Il pubblico del pomeriggio sono le casalinghe, i pensionati, gli studenti, le mamme che lavorano part time, e questo anche Barbara D’Urso lo sa bene: lei parlava alle signore impegnate a stirare, le invitava a mettere su il caffè, parlava di cronaca nera, di pettegolezzi, del grande cuore delle mamme, dell’aumento del costo del latte.
I politici ci sono sempre andati volentieri perché hanno avuto modo di costruirci sopra una carriera: ogni telespettatore era un voto potenziale, e questo noi lo abbiamo capito bene quando quei voti sono diventati reali. In questi anni abbiamo visto Salvini pregare per le vittime del coronavirus, abbiamo visto Monica Cirinnà parlare delle unioni civili, ci è andato Di Battista nel 2018 a parlare di vaccini obbligatori: tutti sono passati da quel salotto, anche se a volte qualcuno se lo dimentica.
Berlinguer e D’Urso ci sono sempre sembrate lontanissime, anche se credo non ci sia nessuno di più dursiano di Alessandro Orsini. Tempo fa Giuseppe Candela su Dagospia aveva anticipato che Barbara D’Urso avrebbe lasciato Mediaset: nessuno ci credeva, e poi aveva salutato il pubblico con un «ci vediamo a settembre», non era proprio possibile pensare a Mediaset senza la D’Urso, il «caffeuccio» e «il mio cuore è vostro».
Nel Duomo di Milano al funerale di Berlusconi l’abbiamo vista con le mani giunte in preghiera, perché essendo una delle più grandi professioniste che abbiamo in Italia sa sempre ed esattamente dov’è l’obiettivo. Poco più in là c’era Myrta Merlino, e oggi quella foto sembra un’anticipazione. Con Merlino, Berlinguer, Littizzetto forse a “Tu si que vales”, e con la stessa Palombelli ci sono tutte le premesse per piantare una bandiera rossa a Cologno Monzese.
Qualche settimana fa sui giornali è uscita la notizia che Forza Italia ha 90 milioni di debito con la famiglia Berlusconi. Per intraprendere un nuovo percorso politico ed economico c’è bisogno di una ricostruzione del partito, e questa ricostruzione è possibile partendo da quello che l’ha reso grande: la televisione.
Il più grande inganno del diavolo è stato quello di far credere al mondo che non esista: dare programmi nelle reti della famiglia Berlusconi a persone che vengono percepite come di sinistra è davvero una grande idea politica ed editoriale. Bisognerà vedere i dati di ascolto, ma ogni spettatore, si sa, è un voto potenziale.
Ma un giornalismo decente a La Stampa, niente?
Pure la nipote di Moshe Dayan, figlia di celebre regista, arcimiliardaria, deve fare articoli così insulsi dove l’unica “perla” è che Orsini è il più “dursiano” del bigoncio ( e perché? e poi che ci azzecca?)?
Stendiamo un velo pietoso.
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Ah… finalmente si riparla del compromesso storico…
Durerà almeno tre anni questa litania.
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