Quarantotto ore di fibrillazione per il governo, sotto pressione anche per le vicende Santanché e Pini

(di Tommaso Ciriaco – repubblica.it) – Quarantotto ore di fuoco. Un duello che provoca lo slittamento di un consiglio dei ministri già programmato e, soprattutto, due giorni di tensione nella maggioranza che faranno fatica a spegnersi. Giorgia Meloni e Matteo Salvini litigano. Soprattutto sul Mes, il meccanismo salva Stati da tempo al centro di un braccio di ferro con l’Europa. Il tutto si somma alle fibrillazioni a cui è sottoposto il governo in questi giorni dopo le inchieste che coinvolgono la Lega da una parte (con l’arresto di Gianluca Pini coinvolto nell’inchiesta su un appalto milionario per le mascherine anti-Covid con l’ex direttore delle Dogane, Marcello Minenna) e FdI dall’altra (con l’indagine sulle società della ministra Daniela Santanché).
Premier e vicepremier si parlano al telefono. E non finisce bene. Meloni è furibonda perché la richiesta leghista di votare in commissione contro il Mes — suggerita dal segretario — ha provocato un pasticcio politico. Ma è su molti dossier che i due entrano in rotta di collisione, premessa di quanto accadrà nei prossimi mesi forse anche a causa della competizione per la guida del centrodestra che si è aperta dopo la morte di Silvio Berlusconi. Salvini e Meloni litigano anche sul nome del commissario alla ricostruzione in Emilia Romagna: la leader vuole un politico, il vicepremier preferirebbe un tecnico. Come se non bastasse, manca anche la copertura sulle norme per la ricostruzione.
Ma non è finita qui. Nel tritacarne del conflitto finisce anche il ruolo di Giorgetti. Che Meloni accusa di una pessima gestione della lettera della discordia sul Mes, ma a cui Salvini imputa un posizionamento troppo distante dalla linea della Lega. E certo, il fatto che nell’inchiesta di Forlì finisca Gianluca Pini non aiuta: nelle carte l’ex parlamentare vanta un rapporto con il titolare dell’Economia. E il segretario leghista non gradisce, visto che proprio Pini già nel 2020 ingaggiò una battaglia politica e sul simbolo contro Salvini.
Tutto finisce nell’aspro confronto tra la premier e il suo vice. Forte dei sondaggi attuali, Meloni arriva a ventilare il ricorso alle urne, anche se soltanto come sfogo per reagire alla guerriglia leghista. Perché Salvini continua a promettere un voto contrario sul Mes, quando si arriverà in Aula. E Fratelli d’Italia non può assumersi il peso politico di sostenere l’odiato salva Stati, lasciando al Carroccio la bandiera della coerenza. Il leader della Lega lo ribadisce anche alla premier, ottenendo in cambio una risposta durissima, forte di sondaggi che le sorridono, e che può sintetizzarsi così: «Io ci metto due minuti a portare tutti alle elezioni». Solo una minaccia, ma che racconta di una tensione che non sembra destinata a sgonfiarsi. E che può scemare solo se si troverà una soluzione condivisa, che distribuisca la responsabilità tra tutti gli alleati.
Nella giornata di ieri, anche un giallo che riguarda il consiglio dei ministri. La presidente del Consiglio decide di sconvocare il cdm, in agenda per le 17. Fa trapelare ragioni “personali” dietro alla decisione. E fonti di palazzo Chigi offrono versioni discordati: c’è chi ipotizza una visita medica programmata, chi lega la scelta ad alcuni impegni presi da Meloni in quanto genitore.
Di certo c’è che la presidente del Consiglio lascia Palazzo Chigi alle 17.38, nell’auto di servizio, fumando una delle sigarette sottili che da tempo cerca di abbandonare. Il consiglio dei ministri si riunisce comunque, senza di lei. Ma salta l’avvio dell’esame della riforma del codice della strada. E su questo punto la questione si complica ulteriormente. A sera, infatti, tra i ministri prevale un’altra interpretazione: la premier avrebbe deciso di sconvocare la riunione del cdm dopo lo scontro con Salvini. Una ritorsione politica. Il leghista deve rinunciare alla conferenza stampa. Certo è che poco dopo fa inviare ai cronisti una lunghissima nota esplicativa sul provvedimento. E fa aggiungere, velenoso: «Salvini è pronto a tornare in tv. Doppio appuntamento questa sera, su Rete 4 e su Rai1». La promessa di una battaglia appena cominciata.
Occhio presidentessa che lo stress fa tanto male!! Hai voluto la bicicletta? Pedala!!
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Se ne sei capace!! 🤔
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.. e vedi che i conti tornano –
il cerchio si chiude –
la mucca Carolina ha
consegnato il punto –
la gallina ha le emorroidi
e al gallo
e toccato pure oggi
fare il vocalist –
dopo Qui e Quo
arriva sempre Qua..,
alias
“Il potere logora chi non ce l’ha!
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Se ne fosse capace (atleticamente parlando) non avrebbe il corpo a 🍐: più facile saltare che girarci intorno
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Occhioperocchio!
Il potere logora chi non ce l’ha
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Ma figurati 😂! A me non logora nulla! A te?
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Qui la temperatura è alta ma
brezza non manca mai!.. 😁
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Anzi correggo, ho scritto di getto prima! una cosa mi logora e molto anche! Questo governo mi logora, questi incapaci mi logorano, questi personaggi che sono tutto fuorché degni di stare sugli scanni che stanno disonorando! Questo mi logora, vieppiù mi preoccupa assai!!!
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Speriamo! Il giorno che sparirà dalla scena politica sarà triste per molti, ma una benedizione per il Paese.
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Povero sellino
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Magari ce casca a tornare al voto ma salvini e Company quando le mollano le poltrone e allora avanti tutta come il titanic.
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Sora Garbatella non è NESSUNO per minacciare il voto.
Sappiamo bene che spetta a Mattarella.
Stia zitta, ché sta solo millantando un potere CHE NON HA.
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Se ci riportasse al voto gli elettori non capirebbero; la accuserebbero di un’occasione sprecata.
Fa tanto la sbruffona, ma è una codarda. Non si ritornerà presto al voto, figuriamoci.
In soli 9 mesi si è rimangiata tutto, ha tradito tutte le promesse e ha fallito in tutto. Voterà a favore della ratifica del MES, così chiuderà il ciclo truffaldino come lo ha iniziato.
Idem la Lega.
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Il bocconiano Giorgetti all’economia è una disgrazia, un vero liberista radicale, uno che vorrebbe la sanità su polizza assicurativa, sul Mes è della stessa linea di Monti, mandatelo via insieme alla Santanchè, uno a testa è equo
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