
(ALESSANDRO DI BATTISTA – ilmillimetro.it) – «Tutti ti amano quando sei due metri sotto terra» disse Oscar Wilde. Ma siamo in Italia, dunque: se sei stato potente, tutti devono dire di averti amato ancor prima del funerale. Il fatto che la beatificazione postuma di Berlusconi fosse ampiamente prevedibile non ne riduce l’inciviltà. La santificazione a reti unificate di Berlusconi è l’ennesima pagina nera della nostra democrazia a sovranità (intellettuale) limitata. Pagina nera sì, perché, salvo eccezioni, non ha nulla a che fare con l’umano dolore, semmai ha a che fare con il potere. Dunque, nella maggior parte dei casi si tratta di una santificazione ipocrita. Ho aspettato alcuni giorni prima di aprire bocca. La morte è un mistero che va rispettato così come merita rispetto il dolore dei parenti di chi muore. E questo vale per tutti. Come scrisse Antonio de Curtis “‘A morte ‘o ssaje ched’è? E’ ‘na livella. ‘nu rre, ‘nu maggistrato, ‘nu grand’ommo, trasenno ‘stu canciello ha fatt’o punto c’ha perzo tutto, ‘a vita e pur’o nomme. Tu nun t’he’ fatto ancora chistu cunto? Perciò, stamme a ssentì, nun fa’ ‘o restivo, suppuorteme vicino, che te ‘mporta? ‘Sti ppagliacciate ‘e ffanno sul’e vive: nuje simme serje… appartenimmo a morte!”. “Noi siamo seri…apparteniamo alla morte!” dice il povero netturbino al signor Marchese nella poesia di Totò. Il punto è che lo spettacolo indecoroso al quale abbiamo assistito in questi giorni di riabilitazione mediatica (molto più che politica) è tutto tranne che serio. Ma in Italia le tragedie, e la morte lo è, si trasformano spesso in farsa. I sette giorni di lutto parlamentare decretati dai presidenti di Camera e Senato sono un insulto a tutti coloro che li pagano per lavorare. Non bastava, evidentemente, la settimana corta degli onorevoli. Così come è un insulto la celebrazione di Berlusconi apparsa sul sito istituzionale del Ministero di grazia e giustizia. Ricordo quando una pletora di cortigiani, capitanati da Angelino Alfano, occupò la quarta sezione penale del Tribunale di Milano per protestare contro uno dei tanti processi del loro padrone. Per non parlare della patetica corsa all’inquadratura di un nugolo di morti di fama tutti interessati ad apparire nel momento giusto. Non vi è ormai alcuna differenza tra la Rai e Mediaset. Eccolo il lascito berlusconiano, altro che atlantismo ed europeismo.
Il berlusconismo e la sua glorificazione interessata – Il festival dell’ipocrisia
Non mi permetto di mettere il becco sulle lacrime vere che in molti hanno versato e comprendo perfettamente la gratitudine di chi ha vissuto una vita agiata grazie a Berlusconi. Nell’oceano di ipocrisia (a questo ci arriverò presto) Vittorio Feltri è stato il meno ipocrita di tutti. “Grazie a lui sono diventato ricco, questo basta per avere ammirazione e gratitudine”. La gratitudine è un sentimento nobile perché sincero. Quel che è davvero scandalosa è l’adulazione, la santificazione, la glorificazione da parte di coloro che, teoricamente, sarebbero dovuti essere antagonisti politici di Berlusconi ma che non lo erano affatto. C’è chi ha contrastato Berlusconi non per le innumerevoli ragioni politiche e morali per la quali sarebbe stato opportuno farlo. No, l’ha fatto per invidia! “Non temo Berlusconi in sé, temo il Berlusconi in me” disse Gian Piero Alloisio. Come a dire che vi è un pizzico di Berlusconi in ognuno di noi. Ma qui siamo ad un altro livello. Evidentemente la maggior parte dei suoi sedicenti avversari politici che si sono affrettati a tesserne le lodi più che temere il Berlusconi in loro stessi, sognavano di diventare come lui. I Berlusconi che non ce l’hanno fatta sono molti di più di quelli che immaginavamo. Sono coloro che non hanno detto nulla sulla vergogna del lutto nazionale, lutto che non venne concesso neppure quando i servitori dello Stato venivano fatti a pezzi dal tritolo della mafia e dalla connivenza con Cosa nostra da parte di quello Stato che volevano servire.
Sono coloro che per decenni, a chiacchiere sostenevano che Berlusconi fosse il male ma che nella realtà hanno condiviso con lui tutte le leggi ad personam e le ignobili guerre in Afghanistan e Libia. Sono coloro che si sono vantati di non aver toccato il conflitto di interessi o che raggiungevano l’orgasmo quando potevano finalmente affermare di “avere una banca”. L’Italia berlusconiana, in gran parte, è quella che per anni si è spacciata per anti-berlusconiana, quella che ha portato avanti un anti-berlusconismo di facciata la cui falsità, oggi, non è più possibile mascherare. Non mi interessa parlare di Berlusconi oggi. È morto. La morte non cancella tutto ci mancherebbe altro. Non cancella la memoria e la memoria va coltivata. Tuttavia, oggi, davanti allo spettacolo mediocre che è stato offerto da una parte del Paese che giustifica Berlusconi per poter giustificare meglio se stesso, è opportuno parlare di quei vivi che lo idolatrano e che lo glorificano di più di quel che lui stesso si sarebbe immaginato. E non mi riferisco a chi gli ha voluto bene in modo disinteressato o chi (e sono molti) gli ha voluto bene in modo spiccatamente interessato. Il bene è bene. Mi riferisco a coloro che oggi lo dipingono come uno statista ma che ieri brindavano quando Monti prese il suo posto. Coloro che, presi da un’incontinenza verbale davvero stomachevole, lo esaltano per poter farsi accettare da quel che resta della comunità di Forza Italia o per tentare di raccattare qualche voto o qualche parlamentare.
Il berlusconismo e la sua glorificazione interessata – Un Paese sull’orlo del fallimento etico
Renzi è il principale protagonista di tale immorale strategia. Montanelli parlando di Berlusconi disse che credeva alle bugie che raccontava e forse per questo per molti sono risultate così credibili nel tempo. L’esatto opposto di Renzi che odora di falsità lontano un miglio. L’esatto opposto di coloro i quali, quando negli ultimi tempi la lucidità senile consentiva a Berlusconi di parlare liberamente (e spesso in modo più che condivisibile) della genesi della guerra in Ucraina e di quel personaggio mediocre come Zelensky, lo trattavano o da vecchio rincoglionito o sostenevano che le sue tesi sul conflitto e sugli innumerevoli responsabili fossero strumentalizzate. Per decenni gli avevano inumidito le natiche ma adesso era vecchio, malato e osava criticare gli Stati Uniti, meglio prendere le distanze perché lui sarebbe passato, la NATO no. D’altronde, come scrisse Longanesi “la nostra bandiera nazionale dovrebbe recare una grande scritta. Ho famiglia”. Posso dire di averlo contrastato eccome il berlusconismo. Tuttavia, mi rendo conto che peggio di Berlusconi vi sono tutti quei servi che oggi si dedicano all’elogio del berlusconismo non come operazione sul passato ma come investimento sul futuro. Pensano, e temo a ragione, che la beatificazione di Berlusconi potrà garantirgli una maggior licenza di nefandezza. Con la santificazione di oggi si stanno comprando l’indulgenza di domani. Il tutto a discapito di un Paese che non può sopravvivere all’illegalità, ai conflitti di interesse che evidentemente (e lo dico da anni) non riguardavano soltanto Berlusconi, o alla propaganda bellicista che rischia di spingerci in un conflitto senza fine. Il nostro è un Paese complicato. Un Paese sull’orlo del fallimento etico. Un Paese così pieno di letame da far nascere tuttavia diamanti preziosissimi. D’altro canto, Falcone e Borsellino non potevano che essere italiani. A proposito di Borsellino, mi sono venute in mente queste sue parole: «Non ho mai chiesto di occuparmi di mafia. Ci sono entrato per caso. E poi ci sono rimasto per un problema morale. La gente mi moriva attorno». La mafia gli ammazzava gli amici, ma non ci sarebbe riuscita senza l’omertà. Il nostro resta un Paese profondamente omertoso. E l’omertà non si esprime soltanto attraverso il silenzio. A volte coincide con l’ipocrisia delle parole.
BRUNO FUSCO
IL BEL PAESE PER CHI?
Che schifo di Paese siamo diventati, ci vantiamo di essere occidentali per quali valori?
L’arrivismo, l’arroganza governativa, la povertà dilagante, un liberismo senza controllo, l’acqua pubblica nelle mani dei privati, le spiagge nelle mani dei privati, la sanità nelle mani dei privati, muore un pregiudicato evasore fiscale in odore di mafia e il Presidente della Repubblica gli rende omaggio? (Bene ha fatto Giuseppe Conte a non andare al funerale)
Una informazione da Corea del Nord, malati lasciati senza assistenza domiciliare, poliziotti che picchiano poveri cristi, anziani maltrattati e picchiati dove dovrebbero trovare serenità ed assistenza, una giustizia costruita su misura per delinquenti politici, una Presidente del Consiglio al servizio degli ameri-cani e degli evasori fiscali, soldi gettati nel cesso per produrre armi, migranti come fantasmi che vagano per le strade, bambini che non nascono e i giovani che vanno via, e poi leggi di certi ragazzi che disonorano i loro coetanei, che invece restano in Italia, e che guidano come pazzi per farsi un video e uccidono un bambino di 5 anni?
Quali valori può vantare quest’occidente cieco e guerrafondaio, che lascia tutto al libero mercato, e i poveri alla mercè degli imprenditori avvoltoi, come dannati in qualche girone dell’inferno?
Poi ci sono quelli che se la cavano, che intrallazzano, che hanno amicizie buone per prendere appalti, quelli che l’Italia è un bel Paese per fare i cazzi miei!
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Tutto giusto, vero e legittimo, tranne il fatto che c’è un però… Un pero con l’accento alto, grande, grosso e pesante come una sequoia. Il “pregiudicato evasore fiscale in odore di mafia” è stato PdC 4 volte, ovvero quella che è – al di là di una delle tante ipocrisie istituzionali – la più alta carica dello Stato. In realtà il titola andrebbe al PdR ma sappiamo bene che egli fa, tranne rarissimi casi, quello che dice il governo in carica, quindi, in realtà, è il PdC, a capo del governo, l’organo monocratico con maggior potere politico. E qui trovo una delle tante, gigantesche, ipocrisie: sono proprio PdR che hanno incoronato 4 volte PdC Silvio Berlusconi, insignendo lo stesso della carica politica più prestigiosa (presidente del Governo in carica) e poi il PdR in carica non dovrebbe onorarlo al funerale? Cioè, Berlusconi – pregiudicato, evasore fiscale e in odore di mafia (dagli anni ’70!!!) – ha rappresentato il ns. Paese per qualcosa come quasi 10 anni, senza che nessuno dicesse niente (o quasi) e ora avrebbero dovuto seppellirlo come un mafioso? 😂 Non riesco più a comprendere in che Paese vivo, davvero, perché certe contraddizioni sembrano talmente evidenti che dovrebbe essere persino ridicolo evidenziarle, invece… Guelfi e Ghibellini non ne parlano, meglio soprassedere. Il problema, purtroppo, non è quello che diciamo o pensiamo oggi rispetto il funerale del caro estinto.Re, bensì quello che NON abbiamo fatto ieri, per quasi 30 anni, quando ad una persona che aveva enormi conflitti d’interesse ed un killer di mafia come stalliere nella propria villa (1973-75) fu consentito (da TUTTI) di “scendere in campo”. Ah, già, l’aveva fatto per noi quindi, a caval Donato, non si guarda in bocca.
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T’e sciurdat’ o’ sciaraball!
Eparli proprio tu che su 10 boooks
4 te li ha pubblicati le chevalier!
https://youtu.be/IaVGVNQVk_8
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Ti stimo Dibba, da sempre… basterebbe averti visto calmo ma battagliero in quell’intervista nella quale uno pseudo giornalista, del quale non faccio nome, soltanto cognome Minoli, ti aggredì in modo incredibile, attaccandoti sotto ogni profilo, anche con veemenza. Sia chiaro: sarebbe giusto che i giornalisti facessero sempre il loro dovere, cercando di mettere in difficoltà il politico di turno ma, appunto, il problema è che ad altri spolveravano la sedia, con domande soft, concordate e mai aggressive, mentre ai rappresentanti dei 5S… Va beh, storia passata. Nel merito, però, una domanda sorge spontanea: oggi molti s’indignano perché Berlusconi viene glorificato da morto, ma cosa rappresentò in vita? Era un ricercato, latitante, un delinquente additato? Perché sbaglio oppure è stato 4 volte PdC, ovvero quarta carica istituzionale che, in realtà, è la prima, visto che il PdC dirige il governo del Paese? Dunque di quale sbaglio postumo stiamo parlando? Le slinguate, QUELLE VERE, ci sono da 30 anni e se, come adesso, una parte minoritaria ma comunque “rumorosa” afferma “non è giusto rimpiangere una persona che in vita venne condannata ed aveva 1000 criticità”…, qualcuno potrebbe spiegarmi come a “quel condannato” sia stato consentito di GOVERNARE il Paese, di rappresentarci all’estero, di fare patti con l’opposizione, d’entrare al Nazareno (già pregiudicato), etc. etc.? Cioè: diciamo (giustamente) che Berlusconi non merita postumi umettamenti ma quasi nulla abbiamo fatto nel permettere ad un “soggetto pericoloso” di essere 4 volte PRESIDENTE del CONSIGLIO? 😂😂😂 Chi vuol provare ad indovinare quale politico ha ricoperto per maggior tempo la carica di Presidente del Consiglio? Nuuuuu…, it’s incredible: Silvio Berlusconi, 3.339 giorni. Purtroppo nell’Italia dei magliari anche la matematica diventa opinione.
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