70mila uomini, caos e “vittoria” impossibile. Solo 4 brigate di soldati, un fronte di 300 km. Non potrà mai essere un’offensiva su larga scala: zero obiettivi strategici raggiungibili. Sulla mappa dell’Ucraina finalmente […]

(DI FABIO MINI – ilfattoquotidiano.it) – Sulla mappa dell’Ucraina finalmente ritornano le freccette (simbolo di direzione di movimento), i cerchietti (simbolo di aree di combattimento) e la designazione degli obiettivi strategici ovvero quelli da conquistare e mantenere per dichiarare la vittoria. Mancano ancora i soldatini e i carrarmatini così cari ai nostri narratori di guerra, ma è questione di poco, arriveranno anche loro.
La controffensiva ucraina è già iniziata o quasi. Per qualcuno è un’offensiva caratterizzata da azioni multiple su 4-5 direzioni d’attacco, per qualcun altro “soltanto” su tre. Non è un atto unico “come lo sbarco in Normandia”, ma una serie di azioni offensive calibrate in relazione alla resistenza opposta dal nemico che vede impegnate quattro brigate ucraine armate e addestrate dalla Nato per un totale di 70mila uomini. In verità anche lo sbarco in Normandia non è stato un atto unico e proprio lo sbarco in corrispondenza delle difese tedesche è stato un massacro. Basta visitare i cimiteri di guerra della zona o aver visto il film Salvate il soldato Ryan di Spielberg.
Le brigate ucraine impegnate in questa prima fase, che dovrebbe portare allo “sfondamento” delle difese russe, sono senz’altro ben addestrate ed equipaggiate, anche se gli stessi ucraini ammettono che non siano al completo. Ma anche ammettendo che lo siano, il fatto che siano state addestrate dalla Nato non è garanzia di efficacia. Basta pensare all’Afghanistan. Di certo la stessa entità delle forze non è la condizione ottimale per partire con un’offensiva su vasta scala. Né tantomeno per raggiungere la pace con la guerra. Eppure la narrazione prevalente dei combattimenti di questi giorni è rivolta chiaramente a risvegliare l’attenzione, più o meno morbosa, sulla guerra, quella vera, quella combattuta, quella dove “finalmente” si torna ad ammazzarsi sul serio. O meglio ad ammazzarsi e basta, perché la tragedia della guerra diventa poco seria se viene raccontata come un fumetto.
Con la presunta offensiva sono infatti ricomparsi i riferimenti iperbolici al blitzkrieg e alla muraglia di fuoco, alle ondate successive di squadroni corazzati e blindati e così via in una “confusione” che tuttavia rivela le linee di attacco. Chi abbia partecipato anche da semplice soldato soltanto una volta nella vita a un’esercitazione meccanizzata e corazzata a Capo Teulada o Candelo Massazza o Monteromano o sul Cellina Meduna riconoscerebbe tutte le azioni descritte per rappresentare l’attuale fase della guerra in Ucraina per quello che veramente sono. Ricorderebbe anche le difficoltà del superamento di una semplice striscia minata e il rischio di essere colpiti dalle proprie artiglierie e aerei, visto che quelli avversari erano solo ipotizzati. Ricorderebbe la difficoltà di coordinamento degli attacchi fra forze distanti qualche centinaio di metri e di rifornimento della prima linea da parte della logistica schierata un paio di chilometri dietro. Ricorderebbe la “confusione” che inevitabilmente si verifica quando un manipolo di attivatori ti fa spuntare un carro armato sul fianco. Il tutto in un’esercitazione, in un poligono organizzato di due chilometri di fronte e quattro di profondità, in piena sicurezza e con la certezza di conquistare un obiettivo che tutto sommato è sempre una sagoma o un rudere. Purtroppo ciò che sta accadendo in Ucraina non avviene in un poligono e contro un avversario ipotetico. La linea di contatto fra ucraini e russi è lunga qualche migliaio di chilometri. Secondo la descrizione dei narratori e le loro sintetiche mappe, l’offensiva ucraina si starebbe sviluppando da Bakhmut a Zaporizhzhia: oltre 300 chilometri l’una dall’altra. Le tre principali direzioni d’attacco distano fra loro di 60 km ( Zaporizhzhia-Orekov), 187 km (Orekov-Vodiane) e 85 km (Vodiane-Bakhmut). I presunti obiettivi “strategici” sarebbero Melitopol e Mariupol (entrambi a 90 km dalla linea di contatto) e Lugansk (a 115 km).
Il terreno non è agevole, una parte è allagata dalla premeditata e preparata distruzione della diga di Kakhovka sulla quale, a partire dallo scorso anno, si erano concentrate le attenzioni ucraine. Prima con i bombardamenti della strada sovrastante, poi con i test di sfondamento delle paratie con gli Himars americani. Le difese russe tengono le posizioni e le artiglierie, i missili e gli aerei bombardano di continuo. Gli ucraini hanno annunciato il successo di varie azioni minori, mentre i russi sono stati più espliciti: agli attaccanti respinti sono state inflitte perdite pesanti con un migliaio di morti e decine di carri armati distrutti. Fatta anche la doverosa tara alle propagande, c’è poco che consenta di amplificare la sceneggiatura dei combattimenti elevandoli a “offensiva su larga scala “, quando proprio la scala enorme in confronto alle forze disponibili è la principale vulnerabilità. E si deve essere prigionieri di una propaganda insulsa se azioni tattiche locali, ancorché eroiche o disastrose, vengono spacciate per “guerra lampo”, “manovre a tenaglia” e “sfondamenti” strategici. L’impressione da queste prime fasi della presunta controffensiva è che le forze ucraine stiano cercando di strappare qualche metro di terreno dovunque sia possibile e individuare qualche varco che le porti avanti di qualche centinaio di metri. Quel tanto che basta per cantare vittoria. Gli obiettivi strategici sono infatti irraggiungibili con l’attuale schieramento di forze. Che l’Ucraina stia “concentrando” gli sforzi su tre o cinque linee di attacco è ridicolo. In realtà agire su tre o cinque direttrici e quindi condurre decine di azioni tattiche significa diluire le forze disponibili su un fronte troppo ampio perché si parli di controffensiva. Significa spalmare un velo in prima linea senza seconda linea e altre riserve. Se la dispersione è dovuta alla necessità d’individuare un varco per raggiungere uno degli obiettivi ha un senso, ma occorre essere certi che le forze che penetrano abbiano la possibilità di proseguire o mantenere le posizioni acquisite e non diventino i tonni nella tonnara. Se invece è una strategia d’ingaggio per mantenere gli avversari impegnati, occorre avere la certezza che qualcun altro o qualcos’altro arrivi agli obiettivi. Usa, Europa e Nato si sono già candidati per farlo, a parole. Ma con i rischi che corrono non è detto che lo facciano veramente. Gli stessi ucraini non vogliono che Nato, Usa ed Europa possano vantare il merito di avere liberato l’Ucraina, a parole. Ma potrebbero essere indotti ad accettare l’aiuto “bilaterale” di Gran Bretagna, Polonia e Stati baltici. Sapendo però che non potrà essere un aiuto finale, che il conflitto continuerà ulteriormente allargato e che l’Ucraina e l’Europa, come minimo, non ne usciranno né integre né vittoriose.
Comunque vada sarà un pasticcio e una tragedia . Grazie Mini .
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Mi piacerebbe sapere cosa ne pensano i cittadini ucraini. Quelli ” veri”.
Che non avevano già le valige pronte ancora prima del primo colpo ( comodissimo escamotage per andarsene, magari ” senza avere avuto il tempo di prendere i documenti”: da ” badanti e amanti ” a tutti ” eroi”); quelli che non ci guadagnano nel caos di armi e soldi che arrivano da ogni dove; quelli che non sperano di guadagnarci e intanto abitano lella stragrande maggioranza del territorio ucraino dove non si spara un colpo…).
La voce dei coscritti insomma. Tutti ansiosi di morire per Biden?
Il ” democratico ” Zelensky non ce lo fa sapere. Tutti ” eroi” fino alla morte, ci dice. Come in ogni guerra la voce dei soldati e delle loro famiglie non si sente. Mai.
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sono convinto che la maggioranza silenziosa non vuole morire per il Donbass (tra l’altro da sempre russofono e filorusso). Come io non morirei per la sicilia se un gheddafi di turno volesse invaderla. E’ una minoranza di oligarchi al potere che manda il popolo al massacro.
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” Il terreno non è agevole, una parte è allagata dalla premeditata e preparata distruzione della diga di Kakhovka sulla quale, a partire dallo scorso anno, si erano concentrate le attenzioni ucraine. Prima con i bombardamenti della strada sovrastante, poi con i test di sfondamento delle paratie con gli Himars americani.”
Pertanto, il generale Mini sembrerebbe pensare che la diga l’abbiano fatta saltare Zelensky e i suoi.
Insomma, per capire come va la guerra, senza essere degli esperti di cose militari, basta ragionare al contrario di quello che racconta la propaganda di giornali e TV.
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mi spiega un militare che le offensive di carri oltre che dalla fanteria devono essere appoggiate dall’aria, aerei o elicotteri, che gli ucraini non hanno. Inoltre da dietro è necessaria la superiorità dell’artiglieria, almeno il doppio dei pezzi del nemico, per coprire l’avanzata. I poveri ucraini non hanno nemmeno questa superiorità. Durante questa prima ondata i russi hanno fatto arretrare una finta prima linea, hanno fatto avanzare la 47 brigata ucraina, la migliore, che si è poi trovata di fronte alla vera prima linea ed è stata fatta a pezzi.
Sembra che purtroppo così siano andate le cose. La prima controffensiva è fallita, infatti telemeloni ed i giornaloni non dicono nulla.
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Gli Ucraini non hanno la copertura dal cielo?
Certamente l’ hanno i Russi ma non la usano. Non si vuole l’ escalation, da nessuna delle due parti. Una aspetta gli ordini da Oltreoceano, l’ altra gioca di rimessa : le conviene aspettare: nessuno ha mai invaso la Russia in tempi moderni.
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In pratica una strage annunciata, con i russi con un esercito molto più forte e molti più uomini, che ottengono anche il vantaggio della difesa, perchè chi attacca si sa che perde molte più forze di chi difende.
In fin dei conti per la Russia diventa quasi comodo: visto che ha l’obbiettivo di smilitarizzare l’Ucraina per essere sicura che non torni all’attacco in futuro, le conviene affrontare i mezzi nemici un po’ alla volta e in difesa, rispetto a andare all’attacco con molte più perdite.
Quindi la controffensiva è insensata militarmente (mi pare, dal bar) e ha solo scopi propagandistici ma di breve periodo, perchè quando il fumo dei cannoni si diraderà si scoprirà che l’Ucraina si è svenata ulteriormente.
Mi metto nei panni di un uomo ucraino (o donna, perchè stanno chiamando anche loro sempre di più), costretto con la forza bruta ad andare a combattere contro un nemico che non è neanche suo nemico, perchè al di là dell’oceano c’è qualcuno a cui conviene, e che si è comprato il loro governo.
Se la meloni oggi ci portasse a sua volta in guerra, chi andrebbe volentieri a combattere?
Per l’Ucraina è una tragedia immensa che passerà alla storia, ma la disinformazione di massa se ne frega e continua a supportare la propaganda USA, cinicamente, squallidamente, sulla pelle di centinaia di migliaia di uomini che sono morti, e molti molti di più che sono rimasti più o meno gravemente feriti, e molti molti di più che si ritrovano la casa distrutta, senza lavoro, l’economia distrutta ….
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👏👏👏👏👏👏👏
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Hai politici di Kiev non va tirato il collo, vanno semplicemente imprigionati e costretti ai lavori forzati in una prigione dura, così da ricordarsi minuto per minuto tutti i morti che hanno sulla coscienza per sete di denaro e compiacere alla banda rimbambidet
Le ultime notizie su telegram danno i morti ucraini ad un tasso di oltre 50-1
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Un paniere di verità
Cosa ha “ottenuto” il Team Biden con questa piccola disavventura?
1. I paesi dell’UE e della NATO hanno ordinato armi americane per centinaia di miliardi.
2. La Germania e l’Europa hanno ceduto la loro dipendenza dal gas russo al GNL statunitense. A un costo da decine a centinaia di miliardi. Per anno.
3. L’industria dell’UE sta emigrando negli Stati Uniti, perché non può più competere sul mercato mondiale mentre deve pagare per l’approvvigionamento energetico il ridicolo e costoso GNL statunitense (la Germania sta per iniziare a pagare 30-50 miliardi di euro in sussidi per l’elettricità per fermare l’emigrazione: 30-50 mld non ne hanno più, grazie a 1. e 2.
4. Le armi dell’UE sono state esposte come nient’altro che giocattoli, mentre le poche armi americane sembrano per lo più (tranne Patriots…) piuttosto buone. Principalmente perché l’America è molto strategica in ciò che consegna, quando (Leopardi e Challenger e carri armati francesi vengono fatti a pezzi, non Abrams. Che non sono ancora arrivati …).
Insomma, l’America ha conquistato l’Europa senza che nessuno si rendesse conto che era una guerra. È stato piuttosto sorprendente per gli Stati Uniti. Anche se per essere onesti, il merito andrebbe a MAGA-Trump che ha ideato il piano e lo ha messo sui binari, piuttosto che a Joe assonnato che era presidente quando sono arrivate le ricompense.
Per quanto riguarda l’Ucraina, hanno messo la maggior parte del loro paese come garanzia per ricevere “US AID” su base di prestito e locazione. Significa che l’Ucraina sarà americana quando la guerra sarà finita. Più precisamente, le parti dell’Ucraina non controllate dalla Russia… Il che potrebbe spiegare la riluttanza dell’America a sostenere il cessate il fuoco o una pace negoziata.
Oh sì, e la Russia prende una batosta. Sulla grande scala delle cose, questo è probabilmente solo un piccolo vantaggio collaterale…
Marvin | 10 giu 2023
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Cogliostro
https://youtu.be/_a1-yA3rxn0
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Piglialo ndo ©ulo loguasto
Ti sei appioppato un Nick name azzeccatissimo,
Incredibile come le zucche senza semi riempite di propaganda e spazzatura emettono suoni ad ogni stormir di foglie,
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Per chi è alla ricerca di piccole verità,
https://consortiumnews.com/2023/06/09/where-do-you-get-your-ukraine-news/
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🤡🤡🤡🤡🤡🤡
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“L’esplosione della diga di Kakhovka ha lo scopo di rafforzare il debole sostegno pubblico alle macchinazioni geopolitiche della NATO in Ucraina. La frode delle “democrazie” non regge più.
L’esplosione della diga di Kakhovka questa settimana è un crimine di guerra monumentale che equivale all’utilizzo di un’arma di distruzione di massa contro una popolazione civile. Gli autori finali sono gli Stati Uniti ei suoi partner della NATO nel crimine.
Un’enorme facciata è stata violata. E non stiamo parlando principalmente di una centrale idroelettrica – Quello che è successo questa settimana è una breccia più grande e di più vasta portata: l’infallibile consapevolezza che le potenze occidentali hanno fatto esplodere le loro immagini fraudolente e possono essere viste per i regimi criminali che sono, insieme ai loro organi mediatici mainstrem
Ci vorranno settimane per valutare l’impatto completo dell’inondazione del fiume Dnepr nella regione di Kherson adiacente al Mar Nero. È una catastrofe con enormi impatti umanitari, economici ed ecologici. Città, paesi, villaggi e terreni agricoli sono stati inondati, colpendo decine di migliaia di persone. Il crollo della diga sta già mettendo a grave rischio l’approvvigionamento di acqua potabile della penisola di Crimea, allargando così l’impatto demografico a milioni di persone. C’è anche il potenziale pericolo di paralizzare le operazioni di raffreddamento presso la centrale nucleare di Zoporozhye situata a monte della diga.
Indiscutibilmente, l’impatto di gran lunga più deleterio del crollo della diga si sta facendo sentire nelle regioni di Kherson controllate dalla Russia, sulla riva sinistra del Dnepr. Anche Radio Free Europe, di proprietà del governo degli Stati Uniti, riconosce che la distruzione delle infrastrutture russe è 10 volte superiore a quella del regime di Kiev.
Tuttavia, in un’incredibile esibizione di propaganda servile, i media occidentali hanno immediatamente cercato di incolpare la Russia per aver sabotato la diga di Kakhovka. Questo nonostante le prove schiaccianti che la distruzione è stata effettuata dal regime di Kiev sostenuto dalla NATO. Le accuse di illeciti russi erano così assurde che i governi occidentali hanno avuto la tendenza a fare marcia indietro sulle accuse iniziali contro Mosca, fingendo successivamente dubbi su chi fossero gli autori.
Lo scorso ottobre, l’ambasciatore russo presso le Nazioni Unite, Vassily Nebenzia, aveva esplicitamente avvertito che le forze del regime di Kiev stavano tentando di far saltare in aria la centrale idroelettrica di Kakhovka. Usando missili americani e forniti dalla NATO, l’esercito ucraino ha bombardato la diga nell’ultimo anno. A dicembre, il Washington Post ha persino riferito che il maggiore generale ucraino Andriy Kovalchuk ha affermato che le sue forze stavano testando una tattica per far saltare in aria le paratoie della diga usando razzi HIMARS di fabbricazione statunitense”
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Il problema maggiore, in tutto questo, è che in un mondo di “brave persone”, nella grande Democrazia Occidentale da esportazione, i popoli non contano alcunchè.
Esattamente come sempre nella Storia, sono obbligati a combattere guerre e a finanziarle, a fiancheggiarle, a subirle, anche se non sono per nulla d’ accordo. Zitti e mosca, nei secoli dei secoli.
Ma forse sono io che sono … diciamo così, pessimista…
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