La causa del decoro urbano è ormai materia solo per le lamentele vip, ma i problemi della spazzatura nella Capitale sono sempre gli stessi. Nove cambi ai vertici in nove anni e la tariffa per i rifiuti resta altissima: 314 euro l’anno

(FLAVIA PERINA – lastampa.it) – La guerra contro la spazzatura nella città di Roma risultava già perduta all’epoca del Papa Re, intorno al Settecento, quando vescovi e principi del sangue fecero affiggere in mezza città le lapidi della disperazione minacciando «nerbate, ceppi e giri de rota» a chi lasciava in giro rifiuti. Non servì. Le targhe in marmo sono comunque rimaste, assai fotografate dai turisti, a testimonianza dell’impotenza assoluta della pubblica autorità persino quando poteva frustare i disobbedienti o rinchiuderli nelle segrete di Castel Sant’Angelo. Ora che alcuni volti noti del cinema e della tv hanno riacceso il dibattito pubblicando foto di cestelli straboccanti (Alessandro Gassmann), di cassonetti sommersi dalle buste (Elena Santarelli), incalzando il sindaco (Claudia Gerini: «ma perché ‘sta città non si può pulire?») o addirittura chiedendo l’intervento dell’esercito (Gaia Tortora), prevale una certa ironia. In tanti hanno titolato «rivolta vip», come se la spazzatura fosse il problema di una casta di privilegiati restii a sopportare il disagio del cittadino medio. E tuttavia bisognerebbe dare atto a questi famosi di essere gli ultimi giapponesi di un ideale sconfitto, la legione perduta della causa del decoro urbano che gli altri, i romani non-famosi, i romani qualunque, e ovviamente i romani che amministrano le cose, hanno abbandonato da un pezzo, per avvilimento o per ignavia.
Ci fu un tempo in cui la guerra contro la spazzatura fu guerra di popolo, e il blog «Roma Fa Schifo» macinava duecento, trecentomila visualizzazioni al giorno sotto i post dei maiali grufolanti a Boccea o degli addetti Ama che li nutrivano sversando sul marciapiede avanzi di spaghetti. Ci fu un tempo in cui le periferie si ribellarono, e dopo averle provate tutte a Tor Bella Monaca e a Borgata Finocchio la gente diede fuoco ai cassonetti, presto imitata da quelli del Casilino, del Tuscolano, di Monte Mario: 80 incendi in una settimana. Ci fu un tempo in cui pure i ricchi e potenti dell’Olgiata si associarono alla plebe organizzando una class action contro il Campidoglio. Ci fu un tempo in cui l’eco del disastro dei rifiuti romani arrivò fino alla Commissione Europea che se ne impicciò e minacciò multe. Beh, quel tempo è finito. La Roma di oggi, la Roma che le ha provate tutte – destra sinistra, grillismo e antigrillismo – ha alzato bandiera bianca. Non ci crede più. Gassmann e gli altri sono voci residue nel deserto, un deserto arredato di detriti e scarti urbani di ogni natura.
«Roma e la monnezza» è una grande saga secolare, una fiction in diecimila puntate che alla fine è diventata noiosa pure per chi paga salato per guardarla (tariffa media Tari: 314 euro l’anno). È impossibile farne il riassunto se non attraverso i momenti What The Fuck, che sono tanti. In nove anni, nove cambi dei vertici Ama, la società che gestisce lo smaltimento capitolino. Un contratto con Amsterdam che secondo informazioni attendibili prevede l’esportazione nei Paesi Bassi di 900 tonnellate di spazzatura a settimana (per 200 euro a tonnellata, 180mila euro ogni sette giorni) che altrimenti non sapremmo dove ammucchiare. 2.400 netturbini idonei al lavoro di svuotare, spazzare, pulire e 1.560 (quasi il quaranta per cento del totale) dichiarati non idonei o poco idonei e perciò messi al riparo dalle fatiche del mestiere dietro le scrivanie o nei parchi mezzi. Ottantamila cassonetti da sversare ogni giorno, cioè 33 per ogni netturbino in attività (senza contare i 30mila bidoncini). Manco Superman. Tutto il resto è show, favola, Esopo minore sulle avventure metropolitane di topi, gabbiani, cinghiali, o addirittura epica politica: fu la spazzatura di Roma la pistola di Sarajevo che detronizzò Mario Draghi ad opera del Movimento Cinque Stelle, ostile al progetto del termovalorizzatore inserito nel Decreto Aiuti.
Ma sono i racconti minori, gli spin-off collaterali, quelli che spiegano meglio la faccenda. L’ultimo, legato alla protesta fotografica di Gassmann, ha per protagonisti i cestini dei rifiuti installati in centro. Sono a forma di anfora, con un collo stretto che impedisce ai cartocci unti di pizza e ai supplì sbocconcellati di scivolare in fondo: una festa per la fauna cittadina. Il presidente Ama Daniele Pace concorda con la lamentela dell’attore e precisa: li hanno scelti quelli di prima, noi vogliamo cambiarli. Quelli di prima erano quelli di Virginia Raggi che ci misero quattro anni («È stato un lavoro complesso») per sostituire i manufatti di ancora prima, gli orrendi trespoli con buste trasparenti installati durante una qualche emergenza terrorismo e mai rimossi. In pratica: sono dieci anni, forse quindici, che si è alla ricerca di un modello decente di cestino triangolando tra Comune, azienda dei rifiuti, Sovrintendenza, Questura. Come dar torto a chi dice «non possiamo farcela»?
Nerbate, ceppi e giri de rota, la loro traduzione attuale in forma di licenziamenti e multe, le minacce scolpite nel marmo dai nobili romani, la loro versione 2.0 nei tweet dei famosi residenti in centro. A Roma tutto si mischia, tutto è déjàvu, tutto scoraggia e indica la via della rassegnazione. Il genius loci della città dei marmi e delle fontane, del Colosseo e degli acquedotti, si è arreso ai sacchetti dell’indifferenziata e ai materassi sul marciapiede. Prima o poi si stuferanno pure gli ultimi legionari della decenza, e buonanotte.
ha stata la raggi …. ma vfc!
Zozzoni!
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Ci fu il tempo di quello e ci fu il tempo di quell’altro, quello che però rimane sempre è il tempo di QUELLI DE’ PRIMA: per un anno e mezzo dei cinque in cui Raggi ha amministrato Roma c’è stata l’emergenza covid con tutto quello che ne é conseguito, e se ora persino i vip si mettono a strillare significa che la situazione deve essere addirittura peggiorata e pure di parecchio, quando con la progressiva conclusione della pandemia sarebbe stato lecito aspettarsi il contrario; ora, ridendo e scherzando, Gualtieri sono quasi due anni che ha sostituito Virginia in Campidoglio, quindi di cosa stiamo a parlare?
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La grande Raggi ha provato a gestire una cosa ingestibile, con un presidente di regione che remava contro, avendo lui la gestione dei rifiuti, pur di fare dispetto a lei e al movimento ma sacrificando i romani, ora c’è giunta regionale di dx che fa ostruzionismo su Gualtieri, cose già viste comunque e ben gli sta, anche se mi spiace per i romani ma se la sono cercata loro sta situazione! Ma dove vogliamo andare con gente veramente incapace!! Il problema è la politica! Che di per sé non può fare gli interessi della comunità ma solo i propri perché è un sistema malato! E l’ingordigia dei politici sono i voti, il denaro e il potere che vogliono sempre di più per sentirsi sempre più tronfi, più forti e più fighi!! “L’io sono io e voi non siete un ca..o”, è il mantra di cui si nutrono e noi dobbiamo essere governati da gent…ia simile 🤬🤬🤬!
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Il servizio Ama fa schifo. Funzionava comunque meglio con la Raggi. C’è da dire tuttavia che il vero problema dell’ immondizia sono gli abitanti di Roma . A parte qualche persona perbene sono perlopiù dei veri zozzoni! Basta vedere come riducono i quartieri limitrofi allo stadio olimpico prima e dopo le partite. Io che abito in uno di questi, pago l’Ama non per pulire la mia strada ,che fa schifo sempre, ma per pulire 3 o 4 volte a settimana la monnezza lasciata da masse di zozzoni che buttano per terra qualunque cosa e, non contenti, pisciano pure in gruppo per strada, preferibilmente contro i muri delle abitazioni. La lega calcio (guai chi la tocca)
incassa e noi cittadini senza diritti gli paghiamo pure gli orinatoi!
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Se tutti i cittadini fossero educati veramente,, una buona parte del problema spazzatura sarebbe risolto, purtroppo la maleducazione, l’ignoranza e il menefreghismo la fanno da padrone e i risultati sono quelli che vedi tu e che esistono dappertutto!
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Mokj ciaooo, …perchè non danno mai i risultati della differenziata?Perc hè è da li che si vede la “CULTURA” DEI CITTADINO!
nella mia città siamo all’80 %,ma a roma si fa prima con l’inceneritore…buon aeresol ai romani ve lo meritate tutto anche se conviene chiamarlo “termovalorizzatore” : è più figo!Ma se deve essere costruito dal 2025 nel frattempo, visto che con la Raggi i Timb,furono sabotati,i romani che fanno?Si che sarà un investimento per Caltagirone,nel frattempo i romani nella spazzatura!
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Già net!! È fondamentale l’educazione e ovviamente in tutti i campi! Purtroppo il popolo aspetta sempre la manna dall’alto, lamentandosi ma non facendo nulla! Penso che tu come me e molti, possiamo vantarci di essere virtuosi, riciclare è a volte pesante, usare prodotti ecocompatibili per la pulizia domestica è un po’ più costoso, usare mezzi pubblici più possibile, bicicletta o piedi per muoversi e molto altro, un po’ più scomodo ma utile, insomma tutte quelle pratiche per far sì che possiamo contribuire ad avere un mondo più pulito.. ma caro net la percentuale è sempre troppo bassa, rimane una cospicua fetta di popolazione becera, ignorante, lagnosa e maleducata! Buona domenica 💝!
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OK… buona domenica anche a te!
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Eh…qui è tutto un vespasiano! https://youtu.be/03KcyOu2iVM
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Nonostante la solita zaccagnata alla rimpianta Raggi, fa bene la perina a scrivere di monnezza, topi e rifiuti: se ne intende, dopo aver scritto per oltre un decennio sul secolo d’Italia
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Guarda, guarda… un articolo sulla stampa! Sarà almeno il secondo che leggo quest’anno. Si lavano la coscienza usando Gassmann ed altri per dire che malgrado non ci sia più la Raggi, Roma è ancora invasa dalla spazzatura.
Gualtieri non faccia lo stesso errore della Raggi: la soluzione è un corso obbligatorio di educazione civica!
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Ancora un po’ di pazienza che il prossimo sindaco di sponda garbatella risolverà tutti i problemi Si chiamerà Nerone.
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Bellissima questa!
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