(Andrea Zhok) – Qualcuno si chiederà, cosa rappresenta questa foto?

Forse una performance di “Belfagor”?

Un flash mob ispirato ad “Eyes Wide Shut”?

No, non ci potreste arrivare per via razionale nemmeno in cent’anni.

Si tratta del saggio di fine anno di una scuola media del Nord Italia (di cui, per carità cristiana, non faccio il nome), e quella nella foto è una rappresentazione di recitazione e musica da parte degli alunni (ragazzini di 11-13 anni).

Onde evitare violazioni della privacy (sic!) nel caso i genitori filmassero il saggio (come è usuale fare), si è adottata questa elegante soluzione.

Avete presente la privacy? Quella cosa per cui due anni fa facevano alzare i nostri figli in aula per confessare pubblicamente se erano vaccinati o meno, e per giustificarsi nel caso fossero renitenti? Ecco quella norma serissima e rigorosissima apparentemente può essere aggirata soltanto con soluzioni che vanno dal grottesco allo psicolabile.

Ecco, per me il vero problema è che ci stiamo abituando tutti ad adottare quotidianamente comportamenti insensati per ragioni sempre più opache e remote. Se ti chiedono di saltare sul piede sinistro tre volte ogni dieci passi, devi fidarti, gli esperti lo hanno valutato per te.

Sono piccole continue lezioni di obbedienza e ottemperanza alla cieca, senza motivo né costrutto, e senza che nessuno pensi di porre obiezioni.

Mi ricorda quando sotto naja facevano pulire i cessi ai nuovi arrivati per metterli in riga e abituarli all’obbedienza. Ma almeno là durava qualche mese e rientrava nella logica gerarchica del comando militare.

Qui tira l’aria di far pulire i cessi a tutti a tempo indeterminato. Perché lo vuole l’Europa, perché lo decretano i competenti, perché lo hanno deciso gli esperti, perché lo vuole l’America, perché lo hanno deliberato i televirologi, perché lo ha garantito Mattarella, perché c’è scritto nel PNRR, per qualunque razzo di motivo possa balenare nella testa di chi può.

E’ la liberaldemocrazia, bellezza, facci l’abitudine.