l’inchiesta di “Domani”: “Società spagnola e plusvalenza: le bugie della madre di Meloni”

Paratore dice di aver dismesso le quote nelle società italiane con il signor Matano nel 2002, due anni prima della costituzione della società spagnola «che vedrebbe coinvolti Meloni e Matano, sorta solo nel 2004», scrive. I soci sono sempre stati Matano, Barbara e Simona Meloni (figlie di Francesco e “sorellastre”  di Giorgia) e Maria Grazia Marchello (madre di Barbara e Simona). C’è infine la vicenda della vendita delle quote societarie nel 2016 grazia alla quale Paratore e Milka Di Nunzio (migliore amica di Meloni) ottengono un notevole guadagno. 

(GIOVANNI TIZIAN E NELLO TROCCHIA – editorialedomani.it) – Anna Paratore e Milka Di Nunzio, madre e migliore amica della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, scrivono a Domani e contestano la nostra inchiesta. Iniziamo dalla missiva di Paratore. La signora parla genericamente di «false informazioni e connesse ricostruzioni distorte afferenti la mia vita personale», poi di «menzogne», di «narrazione falsata», ma non dettaglia mai a cosa si riferisce tranne per due episodi che ricostruisce in modo grossolano, come dimostrano i documenti ufficiali in nostro possesso.

LA SOCIETÀ IN SPAGNA

La prima contestazione riportata nella missiva riguarda l’uomo d’affari, il geometra Raffaele Matano, e le triangolazioni societarie che lo collegano a Francesco Meloni e la moglie Paratore in anni diversi e successivi a quel 1988 nel quale si sarebbe consumato lo strappo della coppia Paratore-Meloni, come più volte pubblicamente detto dalla madre e dalla stessa presidente del Consiglio.

Paratore dice di aver dismesso le quote nelle società italiane con il signor Matano nel 2002, due anni prima della costituzione della società spagnola «che vedrebbe coinvolti Meloni e Matano, sorta solo nel 2004», scrive. La madre della presidente del Consiglio accusa, quindi, Domani di aver scritto il falso. Tuttavia il dato in possesso della madre della premier è errato.

È sufficiente leggere gli atti societari spagnoli consultati da Domani insieme al quotidiano Eldiario.es, per smentire la difesa di Paratore.  La società Nofumomas è attiva a partire dal 2001, abbiamo documenti per sostenerlo, ci sono i bilanci a confermarlo. I soci sono sempre stati Matano, Barbara e Simona Meloni (figlie di Francesco e “sorellastre”  di Giorgia) e Maria Grazia Marchello (madre di Barbara e Simona). Nel 2004 diventa amministratore unico della società il padre della presidente del consiglio, Francesco Meloni. Dunque la contestazione di Paratore all’inchiesta si fonda su un dato completamente sbagliato, la donna confonde gli anni di costituzione dell’azienda di Madrid, e non dice che al di là della presenza di Francesco, già prima, insieme a Matano, le azioniste erano le figlie del suo ex compagno e papà della leader della destra italiana. 

Perciò è certo che la società spagnola non è nata nel 2004, ma nel 2001, cinque anni dopo la condanna di Meloni padre per aver trasportato su una barca a vela grosse quantità di droga.

AFFARI CON MATANO

Paratore sostiene nella lettera di essere uscita dalle società con Matano nel 2002, con cui ha avuto una relazione sentimentale (lo ha rivelato la premier rispondendo alle nostre domande inviate per la prima puntata della nostra inchiesta).

Fatto ampiamente spiegato nell’articolo, in cui però aggiungevano un’altra curiosa coincidenza: Paratore è rimasta dentro la Mr Partners, in passato amministrata anche da Matano, fino a pochi mesi fa. Non è frutto dell’immaginazione dei giornalisti, c’è scritto negli atti societari depositati presso la camera di commercio: la srl è stata cancellata a dicembre 2022, due mesi dopo l’insediamento della figlia a Palazzo Chigi. L’ultima amministratrice unica registrata era Maria Grazia Marchello, madre delle «sorellastre» della premier e tra le socie della Nofumomas insieme al padre della leader di Fratelli d’Italia.

CASA E INCENDIO

Questo è il capitolo sul quale è persino superfluo difendersi. Non abbiamo mai scritto né della vendita della casa né dell’incendio raccontato decine di volte dalla premier fin da quando era una giovane ministra della Gioventù nel governo Berlusconi.

La signora Paratore ci accusa di aver riportato la notizia della vendita della sua casa a un importo maggiore di quello di acquisto e di aver lanciato sospetti sull’incendio che ha interessato il suo appartamento nei primi anni ottanta, dato narrato nel libro autobiografico scritto dalla figlia. Non abbiamo scritto né la prima notizia, né la seconda. è lecito avere un dubbio, quindi: Paratore ha letto i nostri articoli o ha elaborato queste accuse sulla base di cose che le sono state riferite? 

LA PLUSVALENZA

C’è infine la vicenda della vendita delle quote societarie nel 2016 grazia alla quale Paratore e Milka Di Nunzio (migliore amica di Meloni) ottengono un notevole guadagno. 

Entrambe su questo punto contestano a Domani che non esiste alcuna plusvalenza e che sarebbe stato sufficiente leggere gli atti societari per non scrivere il falso. Fine. Quali atti tuttavia non lo dicono. E visto che per scrivere l’articolo i giornalisti hanno letto decine di documenti riguardanti lo scambio di quote della Raffaello Eventi Srl, è difficile capire quale manchi se nessuno delle due indica esattamente quale atto sia. Paratore e Di Nunzio con una versione identica sul punto parlano genericamente di atti societari. Ebbene noi abbiamo tutti i documenti notarili che attestano quanto da noi scritto, il passaggio delle quote, acquistate nel 2012 a 4mila e rivendute agli stessi imprenditori a 90mila. 

Ma c’è una questione ancora più rilevante nel metodo con cui Paratore e Di Nunzio contestano la notizia. Abbiamo chiamato due volte Di Nunzio e tre il socio, Lorenzo Renzi, perché ci spiegassero la plusvalenza. Nessuno dei due ha risposto, tutti hanno tagliato le telefonate con generici «non voglio rispondere», Renzi addirittura con più «non ricordo». Abbiamo perciò dato la possibilità a loro di replicare punto su punto prima di scrivere l’articolo. Avremmo riportato integralmente le loro versioni. Ma tra dimenticanze e silenzi alla fine nessuno ha avuto il desiderio di entrare nel merito. 

MAI PIÙ

La madre della premier conclude la lettera esprimendo la sua volontà di non essere mai più contattata e accusa Domani di aver costruito l’indagine col solo fine di infangare il nome della figlia Giorgia. Volevamo assicurare a Paratore e a chi la pensa come lei che noi continueremo a fare il nostro dovere, pubblicare le notizie, come l’esistenza di una società spagnola con l’intreccio di relazioni che rappresenta, è un nostro dovere. Non farlo vorrebbe dire venire nascondere i fatti e quindi le notizie.

Del resto invitiamo Meloni, Paratore e Di Nunzio, a riprendere nel nostro archivio online tutte le inchieste fatte in questi tre anni di vita del giornale: abbiamo firmato le inchieste su Matteo Renzi e famiglia, sul deputato della sinistra Abubakar Soumahoro e moglie, su Giuseppe Conte e suocero, su Matteo Salvini, sul presidente della regione Campania Vincenzo De Luca e figli. 

Siamo convinti in questa redazione che sia compito dei giornalisti raccontare il potere e le sue contraddizioni, prescindendo dalla parte politica rappresentata. Lo dobbiamo ai nostri unici padroni: i lettori. 

Paratore: «Domani mi ha ferito, da voi notizie false»

(ANNA PARATORE E MILKA DI NUNZIO) – Con la presente, vi diffido dal proseguire con la diffusione di informazioni false, faziose e fuorvianti relative alla mia persona e che hanno causato un grave danno alla mia immagine. In particolare, è del tutto falso che io abbia realizzato una straordinaria plusvalenza dalla vendita delle mie quote di partecipazione della società Raffaello Eventi, avendo ottenuto addirittura meno di quanto versato in questa società, come riscontrabile da atti ufficiali.
Ritengo estremamente grave che, sulla base di notizie false e distorte, abbiate costruito una narrazione volta a denigrarmi e a ingenerare sospetti sulla mia vita e sulla mia persona.
Preciso sin d’ora che mi riservo di far valere le mie ragioni in ogni e più opportuna sede con tutti i mezzi che la legge mi mette a disposizione.
Milka Di Nunzio

Con la diffusione di false informazioni e connesse ricostruzioni distorte afferenti la mia vita personale, avete profondamente ferito la mia persona e leso il mio diritto alla riservatezza. Ma ancor di più avete offeso la mia dignità e la mia onorabilità basandovi su menzogne volte strumentalmente a dare una narrazione falsata della mia storia e della mia identità.

Tra le molte falsità che avete diffuso sul mio conto, avete affermato un presunto collegamento in affari tra me e il Sig. Francesco Meloni, padre delle mie figlie, in quanto sarei stata socia di società con il Sig. Matano nello stesso periodo nel quale questi era socio in altre società con Francesco Meloni. Invece, come facilmente verificabile, le mie minimali partecipazioni in società in cui sono stata coinvolta dal Sig. Matano sono definitivamente cessate nel febbraio del 2002, e quindi anni prima della costituzione della società spagnola che vedrebbe coinvolti insieme il Sig. Meloni e il Sig. Matano, sorta solo nel 2004 quando era cessato ogni tipo di rapporto, anche personale, tra me e il Sig. Matano.

È altrettanto falso che, dalla cessione delle quote di mia proprietà della Raffaello Eventi srl, io abbia avuto una considerevole plusvalenza. Dalla vendita della società in questione ho tratto meno di quanto versato alla società, così come documentato in atti ufficiali.
Chiaramente diffamatoria è la narrazione che fate di me di abile affarista immobiliare semplicemente per aver venduto la mia casa di proprietà a un importo maggiore di quello di acquisto, come accaduto a moltissime famiglie italiane nel corso degli anni. Come volutamente diffamatori sono i sospetti che lanciate sulla veridicità dell’incendio che avviluppò più di quaranta anni fa la casa dove abitavo con le mie bambine, non foss’altro perché intervennero i Vigili del Fuoco a spegnere le fiamme.

Per tutto quanto sopra vi diffido a procedere con questa campagna diffamatoria volta solo a denigrare la mia persona con il chiaro intento di gettare discredito su mia figlia Giorgia Meloni, attuale Presidente del Consiglio. Preciso sin d’ora di non avere nulla da aggiungere, di non voler essere da voi contattata e che mi riservo di far valere le mie ragioni in ogni e più opportuna sede, ivi compresa quella legale, con tutti i mezzi che la legge mi mette a disposizione.
Anna Paratore

9 replies

  1. Premetto che l’inchiesta la trovo interessante e appropriata a completamento della narrazione underdog dell’autobiografia, detto questo, scava scava ma illeciti non se ne trovano, solo materiale di gossip e per mettere in giro un po’ di polvere, Fittipaldi fa come le Iene della Fininvest, clamore sugli altri e mai, mai, sugli affari di famiglia del datore di lavoro, bella forza

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  2. Le inchieste giornalistiche non devono trovare reati, ma, magari, fare luce su narrazioni di comodo, accattivanti in ottica elettorale e/o per smacherare menzogne…
    L’uoma ne ha raccontato di ogni, per dare a sé e alla madre un’aria eroica e commovente..
    Un es. l’invenzione della madre che cambia idea e decide di tenerla, mentre andava IN CLINICA, dove aveva prenotato l’aborto…è nata a gennaio del 1977, quindi stiamo parlando della prima metà del ’76.
    La legge sull’aborto è del ’78.
    Ma quale appuntamento in clinica, nel ’76?
    Sceneggiate, che hanno funzionato però…

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    • Anail,
      L altro pomeriggio ho voluto andarmi a vedere i sondaggi dei fratellastri prima e dopo la pubblicazione del libro “io sono Giorgia” (chi poi volesse a forza cambiarle nome, resta un mistero), avvenuta in maggio 2021.
      I sondaggi si aggiravano sul 14-15 e spiccioli per cento. Dopo il libro , nel quale si dipingeva come la piccola fiammiferaia che poi ce l’ha fatta, creando un meccanismo di identificazione in tutte (e tutti ) le piccole fiammiferaie, quelle vere, c’è stato , immediato, un balzo di circa 5 punti , i quali in valore assoluto non erano pochi ma nemmeno molti; ma hanno avuto una rilevanza più che proporzionale al loro valore facciale , perché scavallare il 20% voleva dire che la garbatella poteva davvero credere ( e gli elettori con lei) di riuscire a “seminare” la lega e forza Italia , cui sino ad allora faceva solo da rimorchio, e decorazione in “rosa”.
      Il ghistwriter che le ha scritto il libro merita un posto da ministro, o almeno da senatore , perché è in gran parte per suo merito che il 20 è diventato 21-22-23-, e poi 26% delle elezioni, al netto degli astenuti.
      Solo dopo la pubblicazione e il successo del libro, con quelle robuste edulcorazioni e omissioni , ha cominciato a crederci pure lei stessa che poteva volare , e da sola, mentre fino ad allora il massimo sogno era fare la ministrina senza portafoglio di qualcosa che non voleva nessuno , in un governo Tajani o Salvini .
      Un genio contemporaneo quel ghistwriter , gliene do atto .

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  3. Quando saranno chiamati in tribunale, non da Giorgia ma dalla madre, cominceranno a piagnucolare accusandole di tentativo di censura.
    Hanno ragione i sinistrati quando dicono che le inchieste giornalistiche non devono cercare reati, ma cercare la verità. Dalle inchieste non risulta che Giorgia abbia detto bugie avendo scritto la sua biografia. Le inchieste giornalistiche stanno scrivendo la biografia del padre e della madre. Che raccontino la verità o meno se la vedranno con la madre o con chi volesse tutelare, ove offeso, il padre.
    Su Giorgia si sono guardati bene dal dire che ha scritto bugie, ma usando il condizionale, hanno cercato di insinuare che avrebbe potuto aver scritto qualche bugia.

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  4. Io LO DICHIARO:
    1) Non ha frequentato ALCUN liceo linguistico, bensì l’Istituto alberghiero.
    2)Neanche se lo sogna la notte il metro e 63. Mentire su una sciocchezza come l’altezza fisica significa proprio essere SPUDORATI, perché è evidente A TUTTI.
    Figuriamoci sulle cose importanti e poco visibili!
    3) se proprio la mamma voleva abortire, cosa che rende la futura underdog già una povera piccola sopravvissuta, stava andando da una mammana, non in clinica.
    Abortire era reato, nel ’76.
    Specie per una “Giorgia, italiana, cristiana e madre… etc” che vorrebbe matrimoni&figli regolamentari per gli italiani, ma non si sposa in chiesa (né lei, né la sorella) e ha solo una figlia.
    Con 1 figlio si è sotto la soglia del 2virgola necessario per evitare la tanto temuta “sostituzione etnica”.
    Cominciasse a figliare LEI per la patria, visto che ha lavoro, casa, soldi… e tate per tenerli mentre lei va a fare le sceneggiate a Hiroshima, col rappresentante di chi quella bomba l’ha gettata!
    Uno schifo assoluto.
    Per 1 sola di queste bugie, negli USA sarebbe stata cacciata.
    Se fosse stata MISTER the president: impeachment subito.

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