(Alessandro Orsini) – Alcuni giornalisti profondono il massimo impegno per tenere il dibattito sulla guerra in Ucraina e la politica internazionale a un livello spaventosamente imbarazzante. Uno di questi è Pierluigi Battista, già Corriere della Sera, che mi bersaglia da più di un anno dalle colonne dell’Huffington Post con l’ultimo cannoneggiamento datato 19 aprile 2023. Non gli ho mai risposto però 14 mesi iniziano a essere troppi.

Quindi procedo.

Secondo la teoria di bassissimo livello di Pierluigi Battista, io, per meritare il rispetto del prossimo, dovrei passare la mia intera esistenza a scrivere articoli di condanna morale contro le persone che egli ritiene urgente condannare secondo l’andamento dei suoi succhi gastrici. Ne consegue che, se Pierluigi Battista ha una lista di 1000 persone che non gradisce, io dovrei assumere una squadra di collaboratori che scriva condanne morali giacché le persone da condannare nel mondo sono milioni e non avrei il tempo di fare da solo. Secondo questa logica delirante, se non condanno moralmente il delinquente che ieri ha scippato un’anziana signora in un vicolo di Antananarivo, allora io sono complice dello scippatore. La cosa mi preoccupa giacché non ho mai pubblicato un post su Facebook per condannare moralmente Salvatore Riina o gli assassini di Giancarlo Siani. Quindi sono complice di mafia e camorra?

Caro Battista, ma lei si rende conto che il suo modo di ragionare è imbarazzante? Non c’è nessuno nella redazione di Huffington Post che la induca a riflettere criticamente sulle stupidaggini che scrive? Ad ogni modo, per farla felice, esprimo solidarietà a Kara Mursa e a Julian Assange. Lei, invece, quando condannerà i carnefici di Assange o gli assassini occidentali della strage di Haditah o di Piazza Nisour?

Non so chi sia peggio tra Aldo Grasso e Pierluigi Battista, ma sicuramente hanno entrambi molta fretta.