Dai rifiuti alla Maternità surrogata: temi “sensibili”. Il termovalorizzatore di Roma? Non le piace, ma si deve andare avanti. La maternità surrogata? È d’accordo, ma molti nel Pd non lo sono […]

(DI WANDA MARRA – Il Fatto Quotidiano) – Il termovalorizzatore di Roma? Non le piace, ma si deve andare avanti. La maternità surrogata? È d’accordo, ma molti nel Pd non lo sono. L’abbattimento dell’Orsa Jj4? Decideranno le attività preposte.

A due mesi dalla sua elezione alla guida del Pd, Elly Schlein risponde alle domande. Ma molti dei nodi aperti restano aperti. La segretaria ci tiene a ribadire la sua condanna su come il governo sta trattando la questione migranti, a insistere sull’antifascismo e a dichiarare tutto il suo impegno per il Pnrr (“occasione da non perdere, vigiliamo e collaboriamo”), tavolo con le opposizioni compreso. Ma la difficoltà di innestare un profilo come il suo nel Pd è tangibile, evidente. “Le mie conferenze stampa come quelle di Draghi? Davvero erano così lunghe?”. Schlein, alla fine di oltre due ore passate a rispondere a domande, si lascia andare alla battuta. E del paragone dice: “Mi fa piacere”.

E in effetti, il format ricorda quello inaugurato dall’ex premier. Domande più o meno a ruota libera, più o meno su tutto. Con la segretaria che a tratti – come faceva l’ex Bce – insiste a spiegare un dossier. Ma poi nelle risposte di ieri trapela la necessità di tenere insieme la sua promessa di cambiamento con le “sensibilità” diverse nel Pd, i lasciti della gestione precedente e alcune direzioni obbligate per un partito di centrosinistra europeo. Il fuoco di fila iniziale è tutto sul termovalorizzatore. “È una scelta che era già stata presa dall’amministrazione di Roma, ben prima che si insediasse questa segreteria”. La prende alla lontana, all’inizio. Ma poi, incalzata, è netta: “Sull’odg dei Cinque Stelle e dei Verdi voteremo no”. Per gli inceneritori futuri, vale “il confronto” con i territori. Il fantasma del termovalorizzatore aleggiava sulla terrazza del Nazareno da prima dell’arrivo di Elly. Una volta pronunciato il no l’atmosfera in parte si rilassa. Davanti alle bandiere del Pd, della pace e dell’Ucraina, Schlein ribadisce: “Continuiamo a sostenere il popolo ucraino”. Anche se sull’aumento delle spese militari in parte si smarca rispetto al governo precedente: “Allo scoppio del conflitto, quando sembrava necessario aiutare il popolo ucraino, avevo molte più perplessità sul legare questo a un aumento delle spese militari in tutta Europa”, dice rispondendo a chi le chiede se è favorevole a destinare il 2% del Pil alle armi. Ancora. Sulla maternità surrogata cerca di limitarsi a esprimere la sua disponibilità a un “confronto” con le femministe. Ma poi, a domanda diretta, dice la sua: “La mozione Schlein raccoglie una pluralità di sensibilità. Da un lato io ho sempre detto di essere favorevole alla gestazione per altri, ma non è entrato nel programma”. Ci tiene poi a specificare che non ci sono proposte in materia. Oggi in direzione i cattolici promettono battaglia. Poi, ci sarà quella con gli altri. Con i presunti alleati dell’opposizione (Schlein non sceglie tra Renzi, Calenda e Conte) e con Meloni, con la quale si dice disposta a un confronto. Un altro. Nessuna istruttoria, però, per Vincenzo De Luca. “Terzo mandato? No”.