
(di Gaetano Pedullà – lanotizigiornale.it) – Come per il Pnrr, al governo i tempi regolamentari non bastano e solo stamattina avremo l’elenco completo delle nomine nelle grandi partecipate pubbliche.
Come per il Pnrr, al governo i tempi regolamentari non bastano e solo stamattina avremo l’elenco completo delle nomine nelle grandi partecipate pubbliche. Chi ha vinto e chi ha perso tra la Meloni e i suoi alleati è lampante. All’Enel la premier voleva aria nuova col manager di Terna, Donnarumma, ma si è arresa a Berlusconi e Salvini, che hanno riesumato nientedimeno che Paolo Scaroni (nella foto) e Flavio Cattaneo, non proprio due matricole.
Il primo, già passato dallo stesso gruppo e poi dall’Eni, ha aumentato come mai prima la dipendenza italiana dal gas russo. In un Paese normale gli tirerebbero le pietre, ma qui lo promuovono. Pure Cattaneo ha lasciato il segno nelle aziende di Stato presenti e passate, dalla Rai a Tim, da dove se ne andò con una buonuscita per cui ancora piange il telefono.
Confermati i capo azienda di Eni e Poste Italiane, Descalzi e Del Fante, per i risultati record raggiunti (il primo con gli extra profitti!), vedremo oggi se Donna Giorgia perderà la faccia con Donnarumma, che invece di essere promosso potrebbe pagare il gran lavoro in Terna lasciando la poltrona a Giuseppina Di Foggia, che si è occupata tanto di telefoni ma mai di tralicci elettrici, anche se questo conta poco quando si è amici della sorella della premier.
In ogni caso, il più sconfitto di tutti è Beppe Grillo, che portò i 5S nel governo Draghi in cambio del ministero della Fregatura ecologica, dove approdò il renziano Cingolani, che ora è spedito da Fratelli d’Italia alla guida di Leonardo. Più che di Green, questo sì che ne capisce di transizione partitica.
È sufficiente leggere che TIM è una azienda di stato e non puoi fare altro che pensare a quante cazzate vengono scritte in un articoletto.
"Mi piace""Mi piace"
Lassa sta, non ti avventurare in terreni minati a te sconosciuti. CDP è ancora presente tra gli azionisti con il 9,81% di quote e con la possibilità di far valere la golden share.
E comunque non ti devi offendere o risentire quando vengono toccati i tuoi 💩si idoli.
Pedullà ha riportato notizie VERE e verificabili da chiunque non fosse accecato dall’appartenenza ideologica verso chi è stato catapultato nelle fogne della Storia.
"Mi piace"Piace a 2 people
TIM, ti piaccia o no, non è una azienda di stato e dovresti saperlo che a suo tempo fu regalata agli amici dei sinistrati. Quella splendida azienda, una volta finita nelle mani di quegli amici degli amici, è stata spolpata fino all’osso, tanto che oggi era quotata 30 centesimi.
Fatta questa premessa mi domando se sei cosi anziano da aver fatto parte degli iscritti alla sezione italiana del PCUS che raccontavano agli imbecilli del tempo delle meraviglie esistenti al di là del muro di Berlino o se, essendo giovane, ti sei acculturato alla loro scuola. Purtroppo in quella scuola ti avranno insegnato a raccontare barzellette , ma non ti avranno dato le informazioni sufficienti per capire quello che leggi e sarà per questo che ti metti a sproloquiare. Insomma, se non hai capito quella cosa semplicissima che ho scritto io, cosa avrai capito della golden share?
"Mi piace""Mi piace"
Al fasciostrabiliato.
Telecom Italia fu privatizzata per permettere la posa della fibra ottica in tutta Italia, con lavori partiti nel 1995!!!
Poi arrivarono gli speculatori bresciani guidati da Gnutti, e benedetti da D’Alema e contrastati da Prodi e Bernabè.
Ma non fecero danni più di tanto.
Il crollo vero e proprio si verificò poco dopo con l’opa lanciata da Tronchetti Provera, che scalò la società a debito sfruttando la possibilità offerta dalla legge apparecchiata da BERLUSCONI sul leverage By out.
Lui aveva ftto nascere una scatola cinese senza attivi e senza soldi che s’impossessò della preda pagandola oltre 30 Miliardi di euro e permettendo agli speculatori bresciani di uscirne con plusvalenze miliardarie.
Tronchetti cominciò a:
Bloccare ogni investimento e piano d’espansione.
Disfarsi di tutte le partecipazioni in controllate straniere, che ne facevano il 2° gruppo a livello europeo.
Soprattutto procedette, con la scusa di accorciare la catena di comando, a fondere la società scalante con quella scalata, TIM, che dalla sera alla mattina si ritrovò carica degli oltre 30 milirdi di debiti usti per impossessarsene.
La spoliazione proseguì imponendo la cessione di tutti gli immobili sparsi in giro ad un prezzo misero, acquistati da una società immobiliare creata appositamente da Tronchetti, cioè PirelliRE.
TIM fu costretta ad operare negli immobili di cui era stata proprietaria con salatissimi canoni di affitto girati a Tronchetti.
Non sono così vecchio da potermi vantare conoscenze del PCUS, ma di sicuro mi trovo di fronte un bimbominkia infojato e ignorantissimo che non conosce la storia di TIM.
Io mi ricordo di Beppe Grillo che partecipava alle assemblee degli azionisti per ribaltare il “Tronchetto della felicità”, ma costui preferiva scappare vigliaccamente per evitare il confronto.
Ripeto, di economia micro, macro e della storia del capitalismo predone italico degli ultimi decenni non sai una beata fava.
P.S.
Berlusconi aveva voluto favorire Tronchetti perchè la TIM gestita da Bernabè aveva cominciato ad infastidirlo con la sua tv TMC, poi La7. a cui la precedente gestione Cecchi Gori aveva aggiunto VideoMusic, poi TC2.
"Mi piace""Mi piace"
La storia di TELECOM (oggi TIM) è chiara e facilmente rintracciabile su internet. Però, se si cerca di trascriverla, bisogna avere la mente libera e dare a cesare (i sinistrati alla Prodi, alla D’Alema, alla Bersani) quello che è di cesare.
Intanto Telecom fu privatizzata, come lo furono i colossi dell’energia, non perché bisognava dotare l’Italia della fibra ottica, ma perché faceva parte degli impegni che i governi dei sinistri, tipo Prodi, avevano preso con gli altri paesi europei affinché l’Italia fosse ammessa nella moneta unica.
Ovviamente, la volontà di smantellare il sistema delle partecipazioni statali risaliva ad anni prima ed in particolare al 1992 quando il governo di centrosinistra decise, con decreto legge 11 luglio 1992, la trasformazione degli enti pubblici economici in società per azioni.
Ti ricorda nulla la crociera sul Britannia avvenuta il 2 giugno 1992, poco più di un mese prima che venisse approvato quel decreto legge?
In questo momento non ce l’ho a portata di mano, ma a quel tempo il giornalista più apprezzato dai sinistri, Eugenio Scalfari, scrisse un articolo in cui sosteneva che la privatizzazione delle aziende pubbliche doveva avvenire gratis perché nessuno si sarebbe sognato di spendere qualche lira per acquistare dei “carrozzoni”.
Tornando a TIM. Nella tua ricostruzione ci sono molti strafalcioni per cui continuo a domandarmi se alla scuola degli iscritti alla sezione italiana del PCUS non ti hanno dato gli strumenti per capire quello che leggi o ti hanno insegnato a scrivere strafalcioni, tanto gli italiani saranno sempre degli imbecilli che si beveranno tutte le cazzate purché scritte dai sinistrati.
"Mi piace""Mi piace"
È sufficiente leggere il commento (TIM è una azienda di stato)del principale esponente della contro cultura antisinistrorsa (stendiamo un velo pietoso sul suo acerrimo rivale)percapire il livello infosannita.
“il segno nelle aziende di Stato presenti e passate, dalla Rai a Tim”
Rai=presente Tim=passata=non più azienda di stato.
Ormai stanno finendo i posti per gli ultimi homo sapiens sapiens che vogliono lasciare l’italico suolo(fuga di cervelli).
Quando anche l’ultimo partirà allora sarà giunto il tanto sperato momento dell’atterraggio di una bomba atomica sulla penisola,in caso contrario dovremmo intercedere con il Signore al fine che Ci mandi orde di immigrati siriani,marocchini e nigeriani che possano alzare il livello culturale della nazione.
Aveva ragione JONNY DIO
In questa oasi di tranquillità dove ognuno può scrivere(basta democrazia ci vuole il re)
si possono trovare i migliori esponenti della MISERIA dell’UMANA esistenza.
"Mi piace""Mi piace"
Il mercato sto vedendo che ha apprezzato tantissimo il nuovo duo comico alla guida del gigante ENEL, con un bel -3,44% alle 9:28.
Questi due sono per il fossile mentre il dimissionato Starace stava portando avanti, CONVINTAMENTE, una transizione verso le fonti energetiche pulite e rinnovabili.
I cavernicoli devono farsi riconoscere a livello planetario in ogni modo e circostanza.
"Mi piace""Mi piace"
Ultimi aggiornamenti e conomici dal Coattistan:
Produzione industriale
Ita -0,2% su base mensile e -2,3% su media mobile annuale da +1,5%
UE +1,5% su base mensile e +2,0% anno/anno
Che cialtroni mexdavigliosi!!😃☝️😌
Poi tutti i calcoli del tesoretto sulla crescita del PIL gli resteranno in gola crollando l’industria e azzerando il SuperBonus.
Ma gli italioti dormono sicuri e morti di fame perché ci difendono dai “nekri”.
"Mi piace""Mi piace"
BREAKINGVIEWS-Italy’s green star has new, uncertain trajectory
(Reuters Breakingviews) –
In 2021, Enel had the world at its feet.
Thanks to early bets on wind and solar by Francesco Starace, chief executive since 2014, the Italian utility was worth $105 billion and it seemed all set to be a major winner from the energy transition.
Fast-forward two years, and Starace has been ousted by the Italian government, Enel’s 24% shareholder, the group’s net debt has ballooned due to energy crisis troubles, and it’s now only worth $65 billion.
It’s possible Thursday’s 4% dip in Enel’s share price is an overreaction.
The group remains the world’s largest private operator of renewable energy, and its goal for 75 gigawatts of green power capacity by 2025 leaves the targets of parvenus like BP in the dust.
And even though Starace has been replaced by Flavio Cattaneo, who runs the Italo-NTV train group, with ex-Eni boss Paolo Scaroni as chair, they are both seasoned executives who will likely continue an existing plan to cut debt by selling non-core assets. Mah, lo si spera, perché chi li ha messi là ha idee opposte in proposito.
Even so, Enel might still be at a crossroads.
If Prime Minister Giorgia Meloni is serious about turning Italy into a gas hub, its leading utility may become more focused on that than a pre-existing objective to compete with other green stars like Spain’s $83 billion Iberdrola for renewable projects around the world.
Given Scaroni’s background, it may even seem like a good idea to combine Enel with $53 billion Eni and create an inward-focused national champion rather than a global net zero star.
That may make Enel less appealing to international investors than once seemed likely.
Questi cavernicoli hanno in mente un ritorno all’età della pietra mentre il resto del mondo corre verso il futuro.
"Mi piace""Mi piace"
Oggi qui in Veneto piove!
Spero piova anche domani e pure dopodomani.
Almeno per l’acqua non devo ringraziare nessuno.
"Mi piace""Mi piace"