
(di Francesco Galeazzi – ilfattoquotidiano.it) – L’idrogeno è l’elemento chimico più leggero e abbondante in natura. È un combustibile pulito capace di dare un aiuto concreto alla decarbonizzazione, permette l’accumulo di energie rinnovabili non facilmente immagazzinabili ed è un elemento che potrebbe superare i problemi di esaurimento dei combustibili fossili, dell’inquinamento e del cambiamento climatico.
Negli ultimi anni si è assistito ad una crescente attenzione nei confronti di questa risorsa, in particolare per la sua capacità di produrre energia elettrica attraverso la sua combustione con l’ossigeno, senza emettere sostanze nocive per l’ambiente. L’interesse per l’idrogeno è motivato dal fatto che, se prodotto a partire da fonti rinnovabili come l’energia solare o eolica, può rappresentare una vera alternativa ai combustibili fossili, riducendo così le emissioni di gas serra e l’impatto sull’ambiente.
Ma quali sono le potenzialità dell’idrogeno come fonte di energia? Voglio spiegare il ruolo dell’idrogeno nella transizione energetica, attraverso la metafora di Prometeo, in particolare di “tecnologia prometeica”, nell’accezione utilizzata dall’economista Nicholas Georgescu-Roegen.
Dopo il dono del fuoco all’umanità fatta dal titano Prometeo, dopo il dono del carbone e di altri combustibili fossili, il nuovo dono dell’umanità fatta da Prometeo potrebbe essere quello dell’idrogeno.
Il motivo per cui l’idrogeno ha tutte le caratteristiche di essere prometeica è da ricercare nel fatto di essere una tecnologia dirompente per la decarbonizzazione di una varietà di settori ad alta intensità energetica. La capacità di decarbonizzare l’economia dipende dal fatto che può essere prodotto in tante maniere (più o meno sostenibili) come ad esempio, attraverso l’acqua, utilizzando energia rinnovabile p nucleare. Può essere prodotto mediante la gassificazione di biomassa/rifiuti organici. Può essere una tecnologia totalmente pulita, che mostra una grande versatilità di utilizzazione.
Infatti può essere utilizzato nei processi industriali, nella produzione di energia e trasporti.
Questo elemento chimico può essere bruciato direttamente o può essere un sostituto dei combustibili convenzionali (come gas naturale, benzina, diesel ecc).
L’idrogeno consente una trasformazione qualitativa dell’energia. Infatti se impiegato come combustibile alternativo in un motore termico esso consente la trasformazione dell’energia chimica in energia cinetica utilizzabile da diversi veicoli da trasporto. Impiegato come input nelle celle a combustibile l’idrogeno permette la trasformazione dell’energia chimica in energia elettrica.
Oltre ai fattori prettamente “tecnici”, l’idrogeno potrebbe favorire anche l’avvento di una “democrazia economica”, basata sulla creazione di comunità energetiche che fondano la propria società su una “generazione distribuita” di energia, dove l’utilizzatore diventa produttore di energia rinnovabile che può essere usata per i suoi bisogni o per la comunità.
Insomma, il carattere dirompente dell’idrogeno potrebbe davvero portare a un cambiamento nell’utilizzo dell’energia, liberandoci anche dalla dipendenza di gas, petrolio e carbone dalla Russia. Proprio per questo motivo, il piano REPowerEU (maggio 2022), adottato dall’Unione Europea dopo l’aggressione militare della Russia contro l’Ucraina, si pone l’obiettivo di rendere l’idrogeno sempre più come sostituto di fonti fossili, cercando anche di lasciare alle nuove generazioni un modo più pulito.
Storia vecchia : se ne parlava negli stessi termini già 40 anni fa . L’idrogeno si ottiene dall’acqua ma occorre molta energia. Da dove la prendiamo questa energia ? Dai pannelli fotovoltaici ? Ma se hai già a disposizione una forma di energia,quella elettrica, pulita e facilmente utilizzabile oltretutto versatile, perchè utizzarla per produrre idrogeno con inevitabili perdite energetiche nella trasformazione, per non parlare dello stoccaggio ed il pericoo di esplosioni essendo questo gas infiammabilissimo ?
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articolo demenziale
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Prometeicamente insensato.
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Siamo con le pezze al c.lo se anche il FQ si mette a fare disinformazione.
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Non per fare parte di quelli laureati su facebook, ma cercando veramente un po’ in rete qualche dubbio circa l’utilizzo a livello universale dell’idrogeno qualche dubbio lo dovrebbe sollevare, a cominciare dal come ricavare tanto idrogeno da soddisfare la domanda mondiale di energia:
“Gli oceani sono un’enorme riserva di atomi di idrogeno, ma ottenere idrogeno molecolare per elettrolisi di acqua marina è una grande sfida. In una cella elettrolitica, la corrente usata per dissociare l’acqua salmastra forma anche altri prodotti, per esempio trasforma gli ioni cloruro in cloro gassoso indesiderato, mentre altri ioni come il calcio e il magnesio formano precipitati insolubili che inibiscono i catalizzatori depositati sugli elettrodi. Le reazioni di elettrolisi possono poi anche causare variazioni di pH con conseguente corrosione degli elettrodi.”
Detto in parole povere per risolvere un problema se ne creerebbero tanti altri, altrettanto gravi.
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Per fare 1 kg di idrogeno servono circa 50 kWh. Un auto a fuel cell con 1 kg di idrogeno percorre 130 km. Una qualsiasi auto elettrica a batteria con gli stessi 50 kWh percorre 400 km. Se l’idrogeno è una soluzione non lo è di certo per la mobilità.
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Stoccare l’idrogeno in serbatoi ad altissima pressione rende i veicoli potenziali bombe.
Lo si può invece trasferire nello spazio attraverso i gasdotti. Nella rete gestita da SNAM viaggia già oggi miscelato al metano, in una percentuale che potrebbe salire fino al 40%.
Prodotto in Italia utilizzando le fonti rinnovabili diverrebbe fonte energetica esportabile, soprattutto per soddisfare la domanda tedesca, rendendoci esportatori, ribaltando l’attuale deficit commerciale con i vari dittatori del fossile in surplus che si rifletterebbe sui conti dello Stato e sulle tasche dei cittadini.
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https://www.eai.enea.it/archivio/pianeta-idrogeno/snam-si-sta-preparando-alla-rivoluzione-dell-idrogeno.html
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