Matteo Renzi, la «bulimia» dell’ex premier tra politica, affari e conferenze. Le assenze al Senato per i viaggi all’estero (e le cause nei tribunali), aspettando di esaudire il sogno di allenare la Fiorentina

(di Fabrizio Roncone – corriere.it) – In attesa di diventare allenatore della Fiorentina (è il suo sogno: e, prima o poi, riuscirà a realizzarlo), Matteo Renzi si è lasciato (o fatto?) nominare direttore de Il Riformista, un quotidiano che Piero Sansonetti — passato per lo stesso editore a dirigere l’Unità — ha finora tenuto su posizione garantiste, nemico dichiarato di ogni populismo (che poi nessuno sa mai bene dove cominci e dove finisca, questo cosiddetto populismo).
Comunque: facendo sfoggio della consueta sicurezza, che i suoi nemici definiscono battente protervia (gentaglia invidiosa, sia chiaro), Renzi spiega che non lascia la politica, raddoppia. In realtà, questa è una piccola, deliziosa bugia: perché, come vedremo tra qualche capoverso, Renzi non solo raddoppia, ma — ormai da qualche tempo, più o meno da quando fu costretto a lasciare Palazzo Chigi — triplica, quadruplica, quintuplica mosso da botte di una bulimia che tiene dentro politica e passioni, affari e debolezze.
La buona notizia, intanto, è che sembra rendersi conto di essere un senatore della Repubblica ancora in carica, eletto da migliaia di persone che hanno creduto in lui e nel partito che ha fondato, Italia viva (e anche in Carlo Calenda, con cui si è fidanzato politicamente). Certo: nessun italiano, appena informato su come vanno le cose di questo Paese, vota il suo candidato illudendosi di vederlo in Parlamento dalla mattina alla sera. Tutti sappiamo che deputati e senatori arrivano il martedì pomeriggio e, bene che vada, se magari c’è qualche votazione importante, ripartono e spariscono il giovedì, dopo l’ammazzacaffè di pranzo.
Il fatto è che Renzi, al Senato, lo vedevamo già molto meno degli altri anche prima dell’annuncio di questa avventura editoriale. Tipo che chiedi ai suoi: dov’è? E quelli ti rispondono, tra il rassegnato e il mortificato: «Matteo è all’estero». Conferenze, simposi, seminari. Ogni tanto lo segnalano in Arabia, gira voce sia molto amico di Bin Salman (è sempre complicato capire le amicizie degli altri). Di sicuro, una volta s’arrischiò a dire che da quelle parti c’è «un nuovo Rinascimento». Che poi Renzi dovrebbe pure intendersene. Per Lucio Presta — che lo strapagò, sembra — ha infatti ideato e condotto un documentario su Firenze (visto, in verità, solo dalla moglie Agnese e pochi intimi). Poi, per non farsi mancare niente, c’è l’attività letteraria. Ultimo libro pubblicato: «Il mostro. Inchieste scandali e dossier. Come provano a distruggerti l’immagine». Cioè, la sua. Perché, ecco: ci sarebbe pure l’impegnativa attività nelle aule di giustizia. Dove viene chiamato. E chiama. Detto che, ogni tanto, qualche causa per diffamazione la perde malamente, adesso alle querele dovrà stare attento lui (occhio, senatore: certe volte, come lei sa bene, basta uno stupido aggettivo).
In ogni modo: lui è in gran forma (aveva detto di volersi prendere un periodo di riflessione: e certo, come no?). In conferenza stampa, accanto al suo editore, Alfredo Romeo, e a Sansonetti, sfoggiava un bel doppiopetto blu che, finalmente, si chiude senza che i bottoni stiano per schizzarti addosso. Merito della corsa: domenica, alla Maratona di Milano, ha persino abbassato di 12 secondi il suo record personale. Attualmente stiamo però tutti cronometrando la durata della convivenza con Calenda. La tremenda batosta alle regionali induce al pessimismo. Anche perché la coppia, a parte certe differenze al girovita (Calenda, piano piano, sta diventando una drop 2), ha tratti caratteriali profondamente simili (bum bum!). La politica c’entra e non c’entra. Del resto, come insegna Renzi, non si vive solo di quella.
Fosse stregoneria dai tavolini che ballano o alchimia rinascimentale sarebbe chiedere troppo, nel nuovo medioevo, dove le ombre hanno riacceso i fuochi, l’ antico mercimonio ha ripreso forza e, come nel medioevo con il mercimonio di titoli nobiliari, in vendita presso la curia di allora, come nei grandi feudi, così sarà anche oggi? Ahhh saperlo, ma le incompetenze sono , a volte , talmente stratosferiche che lasciano poco margine al dubbio.
RENZI PAPA!
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Io vo’ dove mi chiamano i sordi! Gira ‘a rota! Thiè!
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