(Andrea Zhok) – Dopo l’uscita giovialmente fascista di La Russa sui partigiani, eccoci ricaduti stancamente per la miliardesima volta nel giochino politico più stantio della storia italiana.

A destra ogni tanto si sveglia qualcuno, estraendo l’orbace dall’armadio tarlato del nonno, e per darsi un tono tira fuori qualche trombonata da Cinegiornale dell’Istituto Luce. Sorge naturale il sospetto che gente come il ridente Presidente del Senato siano a libro paga del PD, perché cosa farebbe il comitato di affari multinazionali che risponde a quel nome senza le sue cicliche rimpatriate “antifasciste”?

Se non ci fosse ogni tanto qualche anziano reduce che se ne esce con un bel “Quando c’era LVI!” una buona parte del PD (e dell’odierno arco costituzionale) non sarebbe distinguibile dal reparto pubbliche relazioni di una Corporation multinazionale.

Ma grazie al cielo ogni tanto, come i pugili suonati che menano pugni all’aria al suonare del gong, di quando in quando si riesce ancora a riesumare qualche scampolo di “minaccia fascista” d’antan e a “sinistra” per qualche giorno si può respirare:

“Fiuuu! Abbiamo ancora una ragione di esistere”.

Ora, il punto davvero grave, quello imperdonabile e che se ignorato oramai deve essere inteso come dolo, è non capire DOVE sta il potere oggi e qual è l’orizzonte odierno di pericolo rappresentato da QUESTO potere.

Perché, sia ben chiaro, è sacrosanto tener ferma la condanna del fascismo storico.

E’ sacrosanto perché è giusto lottare contro un Potere impermeabile alla volontà popolare, contro un Potere che monopolizza la comunicazione mediatica, contro un Potere che censura le voci politicamente sgradite, un Potere dove politica, “padroni del vapore” e magistratura si allineano nello schiacciare ogni contestazione, un Potere guerrafondaio e affetto da un patologico senso di superiorità.

E’ giustissimo combattere tutto questo.

Solo che oggi tutto questo non lo si trova sotto il nome “fascismo”.

Il Potere reale, il Potere apparentemente illimitato, arrogante e pericoloso oggi è nelle mani di un blocco politico tecnocratico e neoliberale, trasversale a destra e sinistra, un blocco il cui baricentro è il “medio-progressismo” (cit. Fantozzi) rappresentato al meglio da forze come il PD.

E’ così negli USA, è così nell’UE ed è così in Italia.

E riciclare oggi il “pericolo fascista” non è più un errore di analisi: è una colpa politica grave, è complicità con il potere nella sua forma più pericolosa.