Lieve flessione nei consensi anche per FdI (che resta il primo partito) e per Schlein: -2%. I migranti tornano tra i temi caldi, ma per un italiano sue due il vero timore è il caro-vita
(ALESSANDRA GHISLERI – lastampa.it) – Qualcosa sta cambiando. Alla fine del primo trimestre di quest’anno l’attualità ha modificato l’ordine delle priorità degli italiani. Sollecitati a fornire più di una risposta per indicare liberamente quale sia oggi la vera emergenza dell’Italia, 1 cittadino su 2 (48,6%) ha puntato il dito su inflazione e aumento dei prezzi e 1 su 4 (24,8%) sulle tasse che strozzano le aziende e le famiglie italiane. In queste risposte non troviamo la vera novità, del resto i dati Inps e Istat 2021 hanno indicato che l’80,2% ha un Isee inferiore ai 20.000 euro e il 57,5% inferiore ai 10.000 tra i 10,1 milioni di famiglie che lo compilano. I dati del Mef 2022 non si discostano dai precedenti facendo emergere che, sui 40,5 milioni di contribuenti, il 56% di coloro che compilano la dichiarazione dei redditi percepisce meno di 1.300 euro al mese e solo il 3,9% ha un reddito lordo superiore a 60.000 euro. In questo scenario il cambiamento nella classifica delle priorità lo si trova alla seconda posizione occupata a gran voce dagli sbarchi degli immigrati e dalla gestione dell’immigrazione nel suo complesso (26,2%). Fino al mese scorso questa voce occupava il fondo della classifica, mentre oggi si pone nuovamente sul – triste- podio avendo scalato tutte le posizioni dopo la vicenda di Cutro e i numerosi sbarchi degli ultimi giorni. La salute e tutti i temi legati alla tutela delle persona sono sempre in pole position (21,7%) e anche la guerra senza una via di uscita (20,6%) rimane alta nel ranking.
A seguire gli intervistati denunciano l’evasione fiscale (16,5%), la mancanza di una visione per le nuove generazioni (15.8%), la crisi delle aziende che delocalizzano chiudendo le fabbriche e i loro uffici sul nostro territorio lasciando «a casa» molti lavoratori (15%) e la gestione del Pnrr che, con il suo 13,7% sta scalando la graduatoria. Al decimo posto è tornato il tema della sicurezza (10,4%) che con scippi e microcriminalità è tornato prioritario nelle preoccupazioni degli italiani. Le difficoltà del nostro governo nel farsi ascoltare dall’Europa (9,4%) e nel tutelare gli interessi nazionali si riservano un altro posto di prestigio nella classifica. La gestione del controllo sul reddito di cittadinanza (8,5%) riscuote un buon successo tra le file del centro destra e sicuramente meno attenzione dalle opposizioni. A questo punto dalla tredicesima posizione in poi si trovano la precarietà delle infrastrutture e dei palazzi -strade, scuole, edifici, condomini…- (8,1%), la crisi delle banche (6,9%), la crisi generale della politica nazionale e dei partiti (5,7%), le mancate soluzioni per il bonus 110% (5,4%) e le code e la ricca burocrazia per portare a casa un passaporto (4,0%). Chiudono la classifica i rapporti Usa-Cina con il 3,7%.
Tra gli argomenti elencati in maniera spontanea dai nostri intervistati non è emersa alcuna voce che richiami i diritti civili, tuttavia intervistati in maniera diretta su alcuni di questi argomenti i cittadini si sono schierati in maggioranza tra i favorevoli all’adozione per le coppie omosessuali (48,4% favorevoli, 43,0% contrari) e tra i contrari per la pratica dell’utero in affitto (28,1% favorevoli e 57,7% contrari). Osservando le divisioni per elettorato delle tabelle si capisce come le espressioni siano più libere che identitarie. Non si registrano infatti in nessuna fazione politica delle posizioni nette come lo erano in passato. In tutto questo, come un mese fa, il 39% legge ancora una maggioranza di governo unita e coesa nell’affrontare il futuro nonostante le polemiche e i confronti serrati al suo interno. Tuttavia un cittadino su due (48,8%) a oggi vede delle forti tensioni e malumori all’interno dell’esecutivo anche dentro la compagine di governo come tra le file di Forza Italia (36,2%).
Per l’istinto umano essere in uno stato di incertezza è come affrontare le fiamme degli inferi (cit.). Così per alleviare le sofferenze è facile illudersi che le cose siano certe nel momento in cui vengono annunciate. E se i controlli sul reddito di cittadinanza esaltano e uniscono il popolo di centrodestra su tutto il resto i giudizi sono molto più severi. L’indice di fiducia della premier e del suo governo scendono al di sotto del 40,0% rispettivamente al 37,9% e al 35,5%, perdendo tra i 2 e i 3 punti percentuali nell’arco di 15 giorni. Anche Fratelli d’Italia nello stesso periodo, rimanendo sempre il primo partito dopo quello dell’astensione e degli indecisi (35%), smarrisce mezzo punto percentuale. Non va meglio per la nuova leader del Partito Democratico Elly Schlein. «L’antagonista» ufficiale dopo il successo delle primarie, ed essendo passata dal 21,6% del 21 febbraio al 28,4% del 28 febbraio, oggi si attesta al 26,2% perdendo il 2,2%. Il suo partito invece conferma il suo trend positivo con il 20,5% dei consensi.
Mentre sul piano politico il quadro sembra immobile, segnalando solo variazioni di piccole frazioni di decimale, per le leadership le variazioni in negativo sono molto più significative. Le due donne che rappresentano oggi l’epicentro della politica italiana si trovano nella nuova posizione di dover rendere conto ai loro elettori delle loro affermazioni e dei loro atti politici trascorso il periodo idilliaco delle loro parole in luna di miele. Anche Elly Schlein dopo l’entusiasmo dovuto alla sua elezione a segretario del partito, dovrà pianificare le sue posizioni – vedi le armi all’Ucraina, il reddito di cittadinanza, o il piano immigrati -, al di là dei suoi diktat identitari, dopo che la nomina dei due capigruppo al Senato e alla Camera ha già creato qualche malumore tra i suoi. Oggi la necessità di pianificare e realizzare obiettivi a breve scadenza è la spada di Damocle sulla testa di ogni leader politico. Gli italiani si presentano di fronte ai loro partiti di riferimento sempre più liberi – apparentemente- di identificare le loro convinzioni al di fuori di accettazioni cieche e preconcette legate a una linea. Desiderano far conoscere la loro opinione, si sentono fluidi – ormai è di moda- dimostrando che le loro priorità devono essere sempre in sintonia con i loro personali obiettivi. In questo clima è facile perdersi nel vortice della quotidianità e la costante iperstimolazione mediatica facilmente può ingannare il percepito nel definire le giuste priorità.
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A me preoccupa parecchio la fine della luna di miele tra M5* e il suo elettorato: prova incontrovertibile è l’esito elettorale nazionale e la perdita di svariati milioni di voti. Al momento è completamente assente anche il più flebile tentativo di recupero del danno.
Ammesso si sia compreso il motivo di tale gravissima perdita.
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“Ammesso si sia compreso il motivo di tale gravissima perdita…”: ‘azz!
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a giansenio
Infatti, sono le piazze che languono! Non basta il Parlamento in questa terribile temperie. Eppure l’Avvocato, in campagna elettorale, ha dimostrato di saperci fare nel contatto con il popolo. Mentre oggi al di sopra delle Alpi le capitali europee più importanti sono in subbuglio al calor bianco, noi dovremmo accontentarci dei discorsi dalle tribune itituzionali??!! Giammai!
Urge prendere il toro per le corna e far esplodere la rabbia troppo lungamente repressa del popolo finora dormiente. Pacificamente, a mani nude ma con l’ugola protagonista assoluta per disturbare i sonni tranquilli di coloro che ogni giorno sodomizzano gli inermi. Eccheccaxxo ci vuole per organizzare una discesa in campo dei diseredati. Questi non lo sanno ancora, ma se opportunamente sollecitati si renderanno subito conto di essere i veri riedificatori del loro destino!
PS
E se la YLLE non ci sta… saranno caxxi suoi, con rispetto parlando!
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Gae, ad oggi nessun partito di quelli in parlamento riesce a riempire le piazze. Non hanno la forza, sono deboli, tutti.
Ricordo che i quattro partiti che compongono il governo (Lega, Fdi, Forza Italia e Noi Moderati), il 22 settembre 2023, non riuscirono a riempire Piazza del Popolo a Roma(il M5S vi riuscì a riempirla da solo).
Il PD e il M5S, ripeto, vale anche per gli altri partiti, sono costretti ad accodarsi a manifestazioni organizzate da associazioni del terzo settore(es. manifestazione per la pace) o dai sindacati per “fare bella figura”.
Se organizzassero manifestazioni la Schlein o Conte sarebbero dei flop.
Quando un partito è debole e in netta minoranza, l’unica tipologia di conflitto possibile è la guerriglia(ovviamente non armata). Barbudos docet.
Se fossi il consigliere di Conte in primis gli consiglierei una drastica semplificazione e metaforizzazione del linguaggio, poi di mettere il naso fuori dalla sede romana del M5S(se ne sta sempre rintanato lì, esce solo quando c’è da sposare cause perse, vedi elezioni Friuli), di tirare su una macchina della propaganda seria(almeno 50 professionisti: psicologi, marketer, storici, copywriter, ecc) e la pianificazione una campagna aggressiva e incessante di guerrilla\buzz marketing.
Lo obbligherei anche di leggersi un centinaio di saggi sulla propaganda, da Le Bon a Hadamovsky, da Goebbles a Bernays a Hitler e a guardarsi i discorsi di Castro, King, Malcolm X, Sankara, Mussolini e aggiungo anche Grillo che era un grande propagandista.
Lui, quanto a efficacia comunicativa, è distante anni luce dai grandi propagandisti della storia. Non sa comunicare e per di più è sprovvisto di uno stato maggiore che lo supporti.
Basta vedere come ha reagito agli esodati del Superbonus che mandavano affanc*lo la Meloni; anziché unirsi al coro ha minacciato di lasciare la protesta. Non capisce nulla di propaganda e nemmeno i suoi paggetti.
Centrodestra in una Piazza del Popolo semivuota, 22 settembre 2022.
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RE SALMONE
Quello di cui soffre il M5S è una carenza di iniziativa pubblica fuori dalle mura del parlamento. Ce ne possono essere diverse e per tutte le necessità: manifestazioni di piazza ma anche più contenute tipo cinema, teatri, palazzetti dello sport etc., su specifici contenuti e soprattutto sul programma/progetto generale del partito. Del quale, peraltro, manca una pubblicazione editoriale su cui riflettere e discutere. Sulla guerra, un convegno con la partecipazione delle non poche associazioni pacifiste mi sembrerebbe opportuna magari con l’intervento da remoto su schermi giganti delle realtà geografiche più organizzate del partito e non solo di questo.
Certo che se si vuole aspettare la YLLE per fare iniziative unitarie, si sbaglia due volte. La prima: senza la pressione dell’iniziativa autonoma dei 5* non si avrà nessuna risposta, positiva o negativa che sia, da quel versante. La seconda: c’è la urgente necessità di una crescita ideologico/programmatica da parte dei militanti e simpatizzanti del MoV, su cui concentrarsi prioritariamente e a prescindere dalle eventuali possibili alleanze future su cui personalmente non credo.
Circa la qualità e l’incisività degli interventi… è attraverso la pratica e il confronto con la gente che si affinano.
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Quando scrivo di getto commetto una marea di errori, spero comunque siano chiari i punti cruciali di quanto scritto. 😁
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Gae, il M5S soffre a causa di una marea di carenze. Ovviamente anche gli altri partiti hanno molte mancanze, tant’è che come il M5S si sgonfiano rapidamente(vedi PD e Lega), tuttavia hanno dalla loro tv, giornali, la presidenza della Repubblica, padroni e burocrati.
Magari differiamo sulle modalità, ma mi pare chiaro che qui tutti siamo concordi che il M5S dovrebbe uscire dallo stato catatonico ed essere combattivo, intraprendente, avere spirito di iniziativa.
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Perché quando i 5 stelle al grido di onestà hanno preso valanghe di voti tutti quelli che li hanno votati pensavano che l’onestà riguardasse altri e non loro stessi.Quando poi lo hanno capito sono tornati tutti all’istinto italiota votando a furor di popolo i magna magna.
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Grande Salvo.
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Condivido in parte quello che dici: nel frattempo è aumentata la astensione (37%).
Grandissima parte di quei cittadini non vuole un partito abbastanza o parecchio onesto (per restare nel tema specifico e molto importante che citi). Se si lascia una porta aperta al pd che si è astenuto sui compensi percepiti all’estero dagli eletti, gli astensionisti rimangono dove sono, perché pensano che, per il movimento, tutto faccia brodo pur di avere un possibile alleato. Poi ci sono le armi e la sottomissione a nato e usa; il cosiddetta terzo polo che vota spesso a destra dove fa comodo e che, contemporaneamente, ha ancora forti legami col pd ecc
Gli elettori le vedono queste possibili trappole, mica sono scemi. In conclusione: al M5* manca TOTALMENTE una visione strategica per la propria collocazione e indirizzo. Il risultato è immobilismo totale,
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Salvo, verità però parziale. Le concause sono molteplici. Quella che hai evidenziato è una di esse.
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Bravo Salvo ! Concordo .
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Fammi capire: gli astenuti non votano 5 stelle perché Conte tiene una porta aperta al PD, ma Conte tiene una porta aperta al PD perché gli astenuti non votano 5 stelle, ma visto che Conte tiene una porta aperta al PD gli astenuti non votano 5 stelle ma se gli astenuti votassero 5 stelle Conte non terrebbe una porta aperta al PD. Hai presente il film comma 22……….. E se i poveri una volta tanto andassero a votare e votassero per chi cerca di fare i loro interessi? E se una volta tanto mettessimo gli elettori davanti alle loro responsabilità anziché dare sempre loro una scusa per non andare a votare? E se ammettessimo una buona volta che la classe politica é lo specchio del popolo é che ora di finirla di pensare che noi siamo il paese migliore del mondo ma siamo così sfortunati da avere una classe politica inetta?
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Se il gioco è quello dell’uovo e della gallina non ne esci: è la classe politica che plasma il popolo, oppure è il popolo che vuole essere rappresentato da una certa classe politica?
Io credo che la via sia una e una soltanto: chi ha l’onere e l’onore di essere eletto, per essere credibile, deve dare l’esempio.
Questa è una condizione imprescindibile. Anche se porta a solitudine. O, forse, soprattutto se porta a solitudine .
L’esempio.
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Io credo che Conte e I 5STELLE stiano dando l’esempio e al momento il risultato è 16%. È ora che il popolo si assuma le proprie responsabilità. Quando i nostri capetti scappati a Brindisi trattarono la resa vollero far credere che il fascismo fosse una cosa e gli italiani un’altra gli angloamericani si fecero una bella risata. Io è dal 1975 che voto e l’unica volta che non ci sono andato è stato per i referendum demenziali di Renzi sulla giustizia. Se c’è gente che preferisce andare al mare o allo stadio che se ne assuma la responsabilità.
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“La tattica senza strategia è il rumore che precede la disfatta”
(Uno che ne sapeva parecchio)
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Governare gli italiani non è impossibile è soltanto inutile.
Un altro che se ne intendeva.
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Condivido pienamente il pensiero di Massimo👍🏼👏🏼👏🏼👏🏼
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Vado a votare e mi pento, non votare, dicono, è sbagliato. Come fare?
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Certo, che essere finiti al 16% e non capire il perché. Già… perché, peerchèè.
Non è una bella cosa.
Vediamo, al primo posto c’è l’alleanza col PD.
Secondo posto quasi a pari merito: Draghi è un grillino.
Terzo posto medaglia di bronzo, o faccia non ricordo… il sì, quando invece doveva essere un No grande come una casa a Renzi.
Quarto posto: miii, facciamo notte.
No dai scherzo, per me si può anche sbagliare, caspita, sbagliare è umano, ma c’è una cosa e non è nell’elenco grave, almeno, dal mio punto di vista, che ha sballato tutto. Trova l’errore o l’orrore, scrivere a:
La settimana enigmistica.
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Gneeek!
Sbagliato!
Il M5* ha cominciato a perdere consenso dal 4 marzo 2018 in avanti, con fasi altalenanti. Il motivo principale credo sia chiaro.
Ho già detto parecchie volte che il M5* ha, in alcuni casi, fortissime attenuanti per quanto accaduto (però lo ripeto per sicurezza).
Ciò che ha attratto il 32% in quella occasione, furono i valori originari del movimento, una sorta di “Costituzione” che poteva essere modificata solo al rialzo. Questi i fatti. Oggi c’è un 15/16% e la attribuzione a “partito di Conte”.
Fate il vostro gioco.
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Per fortuna non siamo finiti all’8% come Salvini e, tra 5 anni, come la Meloni.
Sappiamo benissimo perché il M5S è crollato al 16%(alleanza PD, Draghi grillino, errori, contraddizioni, tradimenti vari, ecc.).
A me pare che qui si discuta d’altro, ovvero dell’immobilismo di Conte\M5S e dei motivi per cui i consensi stentano a crescere e delle possibili soluzioni.
Capisco che molti pretendano un esame di coscienza, un mea culpa, autoflagellazioni a vita, ma in politica non funziona. Abbiamo bisogno andare avanti, non di impantanarci in inutili introspezioni.
Il perché lo abbiamo capito, perlomeno noi(Conte e i suoi paggetti no), ora si deve passare alla fase successiva: cosa e come.
Come ci lasciamo alle spalle lo stato attuale per perseguire e raggiungere lo stato ideale(cosa)?
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Il programma di Conte e i 5stelle é chiaro e se gli elettori non lo votano evidentemente vogliono che l’Italia sia quello che é.
Se agli imprenditori non va bene che Conte non dia loro il suo numero di telefono per chiedere favori la colpa é degli imprenditori e non di Conte. Per quanto riguarda il RDC ho visto protestare solamente gli uomini e le donne di Scampia. Per quanto riguarda la rivoluzione
LA RIVOLUZIONE NON SI DELEGA LA SI FA, E se non ne siamo capaci non é colpa di Conte e dei 5stelle ma di noi italiani.
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Massimo, quindi alziamo le mani e dichiariamo la resa?
Se Conte e i 5 Stelle sono mosci, come pensi prenderanno fuoco le polveri?
Hai visto qualche video di Melenchon? Hai la sensazione che cerchi di calmare gli animi o di accenderli?
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Io ho sentito parlare di rivoluzione francese russa americana mai di rivoluzione italiana. Ci sarà un perché.
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Massimo, forse perché gli intellettuali, la borghesia e i sindacati italiani inciuciano coi capitalisti anziché alimentare le sommosse?
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Ti consiglierei di leggere qualche libro sulle grandi lotte operaie nel 1969 soprattutto alla Fiat il famoso autunno caldo. Ti posso assicurare che gli operai non aspettarono ne sindacati ne intellettuali ne giornalisti per scioperare e lottare per il contratto di lavoro. Organizzavano cortei all’interno di Mirafiori battendo ossessivamente i tamburi e tirando dentro al corteo anche quelli che non volevano scioperare addirittura i capireparto. I più incazzati erano gli operai meridionali (erano chiamati operai massa) perché passavano 8 ore al giorno alla catena di montaggio facendo sempre la stessa operazione. Erano incavolati anche perché erano discriminati in quanto meridionali e pagavano affitti da strozzinaggio per dormire in tuguri fatiscenti messi a disposizione dai CIVILISSIMI proprietari di case torinesi. Furono i sindacati che per non venire scavalcati dovettero correre dietro agli operai e assecondare le loro richieste.
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Massimo, interessante. Avresti qualche testo da consigliare?
Comunque mi vedi concorde con quanto hai scritto, tant’è che più volte ho scritto qui che noi per primi dovremmo suonare la sveglia a chi gestisce il M5S a Roma, anche se sarebbe preferibile un gioco di squadra tra l’alto e il basso.
Loro, lassù, si devono svegliare e cambiare musica, noi, quaggiù, lottare sui territori.
Però patti chiari e amicizia lunga, se noi sputiamo sudore e sang*e quello che è accaduto nel recente passato non dovrà ripetersi mai più.
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Si ti consiglio:
I Tamburi di Mirafiori di Polo e Marco Revelli
Ci sono anche interviste di Revelli sulla situazione attuale.
Sempre del prof. Revelli
Lavorare in Fiat
I relegati (non delegati) ripeto I RELEGATI DI REPARTO già il titolo è un programma.
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Massimo, salvati tutti e tre nella lista dei libri da comprare. Speriamo che mi siano di ispirazione.
Grazie. 👍
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Secondo me l’unica morale da trarre è che per farti sentire (non parlo di rivoluzione) se vuoi veramente farti sentire non c’è bisogno di intellettuali, sindacati o altro ci si può organizzare da soli e se non ne abbiamo voglia dobbiamo accettare la logica parlamentare. È una domanda che mi sono posto giorni addietro in un altro commento:
NON È CHE LANDINI È RESTIO A PROCLAMARE UNO SCIOPERO GENERALE PERCHÉ TEME UN FLOP? Alla manifestazione per la pace a Roma hanno calcolato ci fossero 100.000 persone. Non erano tante.
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Massimo, in linea di massima concordo con te, però continuo a pensare che parole incendiarie provenienti dall’alto potrebbero favorire la “rivolta”.
Se noi dal basso proviamo ad appiccare il fuoco ma dall’alto buttano acqua o, peggio, si dissociano, allora poi si rischia la frattura.
Detto terra terra, se attivisti o cittadini incendiano le piazze, anche in modo “volgare”, e poi arriva Conte a minacciare di andarsene se non ci si comporta a modo, diplomaticamente, politicamente corretto, capisci che non può funzionare.
Per dire, la base ribolle, prova odio per il governo, e anche verso il PD, poi Conte se ne esce tendendo la mano al primo e strizzando l’occhio al secondo, capisci che anche il più fanatico dei sostenitori del Movimento si smonta.
Vedo poco sintonia tra “vertici” e base; tu auspichi la “rivolta”, uno tsunami dal basso, sappi però che il primo a rischiare sarebbe Conte e chi lo sostiene acriticamente.
Sopra avevo già scritto che i partiti non hanno la forza di organizzare grandi manifestazioni, tant’è che sono costretti ad accodarsi alle manifestazioni indette da associazioni del terzo settore. Probabilmente anche i sindacati, ormai delegittimati, sono deboli come i partiti e incapaci di smuovere le masse.
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Tu parli di parole incendiarie e va bene ma per arrivare al 40% bisogna convincere l’elettorato cattolico moderato che ha le antenne molto sensibili e ad ogni stormir di fronda scappa via. E allora per convincere questo elettore è meglio un incendiario o Conte che è moderatamente pacato o pacatamente moderato?
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Massimo, su questo la penso come Travaglio. La gente è incazz*ta, non esistono elettori moderati oggi.
Lo disse quando Di Maio sparò la minchi*ta di un Movimento moderato e liberale.
Con la sua diplomazia eccessiva Conte non caverà un voto dal buco. Così è.
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Se la gente è incazzata al momento non lo da a vedere. In Francia la gente è incazzata e lo da a vedere.
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Massimo, che ti devo dire, per me rimane un mistero.
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@Massimo Luvisutti
Ho un commento in moderazione
In ogni caso ti informo che in larga misura concordo con te.
Ti faccio solo una domanda: col 32% gli italiani avevano visto giusto e col 16 sbagliano. Ok.
Cosa c’è in mezzo?
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Di mezzo c’é che col 32% per governare ti devi alleare con qualcuno e sporcarti le mani. Americani e Russi si allearono per combattere il comune nemico IL NAZIFASCISMO dopodiché ognuno andò per i fatti propri. Se noi italiani abbiamo dei pruriti rivoluzionari non bisogna delegare Conte e i 5stelle ma dobbiamo scendere in piazza e se non ne siamo capaci dobbiamo accettare che qualcuno in parlamento si sporchi le mani al posto nostro altrimenti c’è sempre l’alternativa della gita al mare o la partita di calcio.
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Ma volete governare o essere opposizione, non ho ancora capito, perché se volete governare la strada la conoscete, diversamente si aprono praterie.
E munirvi di pazienza, non speranza, pazienza.
Con la memoria che ci ritroviamo, è incoraggiante.
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Esatto. Credo che avere fretta di andare al potere, dopo avere dimostrato che cosa serve al paese, sia un grosso, enorme errore. Il M5* deve pensare solo a sé stesso, tirare dritto per la sua strada.
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Guarda che forse tu, Giansenio, non hai seguito molti “comizi” ed eventi, anche eclatanti, organizzati dal m5s, specialmente durante il periodo elettorale.
Certo, se aspetti che te li mostri la tv, campa cavallo.
Vai sulla pagina Facebook di Conte e vedrai quello che cerchi.
Purtroppo, se non gli si dà rilievo mediatico, Conte potrà anche essere Kennedy o Mandela, non se lo ca*herà nessuno.
A volte l’onestà e la coerenza nel non voler contraddire i propri valori, mettendo le zampe su almeno un canale Rai, ha prodotto questo risultato.
Onesti o cglni?
Dipende dai punti di vista, ma a sentire certi giudizi, l’onestà non paga, neanche tra di noi.
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Ti ha già risposto giansenio, ma dico la mia anch’io: stare all’opposizione, schiarirsi le idee, entrare in modalità guerrigliera, formare centinaia di invasati Savonarola, mitragliare, metaforicamente parlando, il governo, il PD, i giornali e i nemici, denunciare le loro malefatte e inondarli anche di fake news.
Unico obiettivo fare proseliti per irrobustirsi. Poi si passa alla fase due.
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Dice il saggio: CON TANTA PAZIENZA E UN PO’ DI OLIO DI VASELINA LO METTI IN QUEL POSTO ANCHE A UN MOSCERINO.
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Quindi cosa bisogna fare, gioire perché la schlein ha messo boccia a capogruppo, perché è amico del movimento?
La signora non ha combinato un emerito c. , eppure viene pompata dai media come rivoluzionaria e data a meno di dieci punti dalla caciottara. Vuoi competere nello stesso campo e con le stesse armi di questa gente? Finirai sbranato.
Serve altro: piazze, rete, fermezza assoluta su alcuni punti non negoziabili. Altrimenti c’è un fossato invalicabile (oggi ridotto a solco largo una spanna, ecco perché il 16% è inchiodato lì).
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Comunque, critichiamo il nostro, ma gioiamo anche quando i nemici(Meloni e Schlein) calano. 😁
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Giuseppe Conte:
🔴”ll MIO INTERVENTO SUL CORRIERE DELLA SERA 🔴
Nel luglio 2020 si tenne il Consiglio europeo che pose fine all’estenuante trattativa per i 209 miliardi del Recovery Fund. Un politico di lungo corso mi avvertì subito: «Questo è l’inizio della fine per il tuo governo, gli avversari politici e i vari comitati d’affari non ti lasceranno mai gestire quei fondi». L’avvertimento non mi lasciò indifferente, ma non valse a offuscare la soddisfazione per aver ottenuto un risultato storico per i cittadini italiani, i quali finalmente intravedevano all’orizzonte una concreta stagione di crescita e sviluppo, sociale e ambientale.
Quei 209 miliardi erano anche il segno tangibile di una nuova Europa, capace di chiudere la stagione dell’austerità e rispondere nel segno di una più matura solidarietà alla tragedia della pandemia che tanto duramente aveva colpito il nostro Paese. Di lì a pochi mesi quella profezia iniziò a materializzarsi. Avversari, anche interni alle forze di governo, le forze di opposizione, una buona parte dei media e vari esponenti di alcuni circuiti economici e finanziari intensificarono gli sforzi per far crescere la percezione che il governo in carica non offrisse sufficienti garanzie di gestire in modo efficiente i fondi del Pnrr.
Il resto della storia è noto ed io lasciai Palazzo Chigi quando il Piano era in fase di ultimazione, in attesa di essere presentato a Bruxelles. Il lascito del governo guidato da Mario Draghi, certificato dalla sua ultima Nadef, è di 13 miliardi di euro di minori spese del Pnrr rispetto a quelle da lui stesso previste nel Def precedente. Poi è arrivato il governo di Giorgia Meloni ed è la cronaca ad aggiornarci su come stiano andando le cose: l’Italia è in una condizione di conclamata difficoltà. Una buona metà delle iniziative e delle misure sono in ritardo ed è stato speso solo il 6% dei fondi, come certificato dalla Corte dei conti.
La prospettiva, confermata dalle dichiarazioni del ministro Fitto, è che alcuni progetti non sono realizzabili entro la scadenza stabilita. Di fronte però alla possibilità di perdere i fondi del Pnrr, anche una forza di opposizione intransigente come il Movimento 5 Stelle non può rimanere a guardare. In ballo c’è qualcosa che travalica le dinamiche di maggioranza e opposizione, che si sgancia dalle logiche del consenso elettorale. Qui è in gioco la credibilità dell’Italia. Se falliamo sul Pnrr non fallisce solo Giorgia Meloni, fallisce l’Italia intera e la possibilità del suo definitivo rilancio.
Perdere questa occasione significa lasciarsi sfuggire una capillare rivoluzione in termini di maggiori investimenti nella sanità, nelle scuole, nelle infrastrutture, in tutto ciò che può farci affrontare una impegnativa transizione ecologica e digitale, nel segno di una maggiore inclusione sociale. Il nostro fallimento rischia di trascinare con sé anche il fallimento dell’idea di un’Europa solidale, con il risultato di lasciare campo libero ai falchi dei tagli e dell’austerità e di aprire un’autostrada a un rinnovato senso di sfiducia verso l’Italia e verso l’Europa intera.
Per questi motivi il M5S non lascerà nulla di intentato. È disponibile a sedersi a un tavolo e a rimboccarsi le maniche per dare il proprio contributo nell’interesse comune, per rimediare ai ritardi collezionati in questi mesi e agli errori sin qui commessi. Dobbiamo farlo tutti, anche coloro che, come noi, sono linearmente all’opposizione.
A Giorgia Meloni poniamo però due precondizioni. La prima è una grande operazione di trasparenza, assolutamente necessaria a individuare cosa non sta funzionando e dove occorre intervenire. La seconda è l’ascolto delle proposte del M5S e delle altre forze politiche, anche di opposizione, che vorranno offrire il proprio contributo. Il Pnrr non è una bandiera attorno alla quale ridursi a fare i tifosi: quei 209 miliardi hanno solo una bandiera, quella dell’Italia.
Qualche giorno fa Giorgia Meloni ha detto che si dimetterebbe piuttosto che andare in Europa come sono andato io. Dopo aver portato in Italia da Bruxelles 209 miliardi, io invece mi dimetterei dai miei incarichi politici se oggi mi limitassi a fare polemica senza mettermi a disposizione del mio Paese per salvare quei fondi e la concreta prospettiva di un futuro migliore.”
” Silvia Franchini
Caro Presidente, per la prima volta ha ripercorso un iter tragico, un momento infausto della storia italiana. La storia di un paese caratterizzato da una democrazia bloccata. La sua offerta di collaborazione onora lei e le forze politiche delle quali ha la guida ed è l’ennesima dimostrazione che lei opera solo per il bene dei cittadini e la credibilità dell’Italia anche sul piano internazionale. Grazie.”
” Patrizia Parodi
L’Italia di chi vota i soliti noti non si merita un Uomo di Stato come lei ha dimostrato e dimostra di essere…e non ammetteranno mai l’errore perché sono stati superati da qualcuno più bravo che non faceva parte del giro…forza Presidente‼️”
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La differenza è tutta qui: un uomo di Stato vs politici di m. (con tutto il codazzo mainstream a battere loro la grancassa, che è ciò che, FONDAMENTALMENTE, ci manca)
Pretendere da uno statista il comportamento di un politico di m. o, minimo, di un guerrigliero senza “scrupoli”, è quantomeno incoerente.
Poi, ovvio che la presidentA, nella sua infinita arroganza e nel suo squallore senza limiti, si farà 4 risate volgari da par suo, ma quello è: lei resta lavandaia, lui uomo di Stato.
E noi abbiamo quello che ci siamo meritati.
Ps Occhio, io mai nella vita l’avrei ca*Ata, infatti NON sono “statista”.
Ciò non m’impedisce di apprezzare
e stimare oltremodo chi, invece, lo è.
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Infatti è ora di finirla. Conte ha governato per 2 anni sicuramente ha commesso degli errori ma ha dimostrato di governare nell’interesse dell’Italia e degli italiani. Se gli italiani odiano i poveri che colpa ne hanno Conte e I 5STELLE?
Non ci sono scusanti. Se negli indici di gradimento Meloni e Schlein sono ai primi posti significa che alla maggioranza degli italiani vanno bene Meloni e Schlein.
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“Se negli indici di gradimento Meloni e Schlein sono ai primi posti significa che alla maggioranza degli italiani vanno bene Meloni e Schlein.”.
Catalano scànzate!
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Soprattutto ai media unificati.
Sappiamo di chi sono le principali testate e tutti i canali tv.
Ricordiamoci che il popolo, alla fin fine, tradisce Gesù e sceglie sempre Barabba.
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Per caso è noto alle cronache un qualsiasi episodio che abbia visto il M5* protagonista con piglio propositivo, educato, ecumenico e che sia finito, per il M5* stesso, con esito diverso da un certo bruciore .. proprio là?
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Se con la buona creanza va sempre a finire che ti fanno un mazzo come un paiolo, magari va cambiato l’approccio. È una idea, così, giusto per non tenerla solo per me..
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E da che cosa dipende, secondo te?
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“La politica è san.gue e m.”
E sono d’accordo. Il m5* deve imparare a smettere di donare il primo e di ricevere in faccia il secondo prodotto.
Sembra si metta addirittura in posa.
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