Dice sul Fatto Gianni Cuperlo a Luca De Carolis: “Dobbiamo avere finalmente una discussione di verità rinviata per troppi anni sulle ragioni per cui abbiamo perso sei milioni di voti”. Bingo!, verrebbe da esclamare dopo che per quattro mesi […]

(di Antonio Padellaro – Il Fatto Quotidiano) – Dice sul Fatto Gianni Cuperlo a Luca De Carolis: “Dobbiamo avere finalmente una discussione di verità rinviata per troppi anni sulle ragioni per cui abbiamo perso sei milioni di voti”. Bingo!, verrebbe da esclamare dopo che per quattro mesi il dibattito nel Pd ha suscitato nel pubblico lo stesso entusiasmo di un film uzbeko sottotitolato in cirillico. Adesso, finalmente, c’è un candidato alla segreteria che onestamente chiede una discussione di verità, ragion per cui meglio si comprende perché egli non sia esattamente il favoritissimo. Infatti, pretendere dai vertici del Nazareno che si accollino i sei milioni di voti perduti equivale, probabilmente, a non farseli amici. Anche perché non occorre certo ingaggiare un’agenzia specializzata che interpelli quei sei milioni scomparsi, visto che le ragioni della gigantesca fuga sono sotto gli occhi di tutti e pure gratis. La vera notizia semmai è un’altra: che esistono cinque milioni di persone ancora disposte a dare fiducia a un partito che, per dirne una, alle ultime elezioni si è volontariamente votato a una sconfitta sicura sposando alleanze a capocchia e rifiutando l’unico accordo, quello coi 5stelle, che avrebbe concesso al centrosinistra delle chance di vittoria. Acqua passata certo e, difatti, il vero tema dell’ultimo mese di dibattito precongressuale dovrebbe essere come trattenere quei cinque milioni di coraggiosi superstiti, già angariati a sufficienza dalla querelle sul voto online ma che, stando ai sondaggi, cominciano a stufarsi pure loro. Intanto, implacabile, il sinedrio Pd continua a incartarsi in un delirio di regole e codicilli. Sabato sarà approvata la carta dei valori che si sommerà a uno statuto che Cuperlo definisce così barocco “che sembra l’abbia scritto il dottor Stranamore” (quello che saluta a cavallo di un missile atomico). Ma adesso, si consola la candidata Paola De Micheli, “abbiamo un po’ di anni davanti, la destra ha vinto nettamente e governerà, quindi c’è tutto il tempo per rilanciare”. Sogni d’oro.