“So di dire una cosa molto forte, ma penso che il fondatore del pensiero di destra italiano sia Dante Alighieri”. E ancora: “quella visione dell’umano della persona la troviamo in Dante, ma anche la sua costruzione politica credo siano profondamente di destra”. Così, ieri, il ministro […]

(DI TOMASO MONTANARI – Il Fatto Quotidiano) – “So di dire una cosa molto forte, ma penso che il fondatore del pensiero di destra italiano sia Dante Alighieri”. E ancora: “quella visione dell’umano della persona la troviamo in Dante, ma anche la sua costruzione politica credo siano profondamente di destra”. Così, ieri, il ministro Gennaro Sangiuliano: non in una sua imitazione, ma proprio lui di persona personalmente. Come il collega Valditara ritiene suo dovere spiegare agli insegnanti come fare scuola, così il ministro della Cultura pensa di dover dare ripetizioni alla nazione, spiegando al colto e all’inclita cosa sia la cultura medesima. Del resto, non fu Mussolini a dire (a Ferrara, il 4 aprile 1921): “noi fascisti faremo in modo che tutti gli italiani abbiano l’orgoglio di appartenere alla razza che ha dato Dante Alighieri”?

Una pur corsiva lettura anche della sola Commedia dà pienamente ragione al signor ministro dell’Educazione nazionale. Come smentire l’inequivocabile verso 112 del XVI dell’Inferno, più volte ricorrente poi identico nel poema: “ei si volse inver’ lo destro lato”? Esplicito l’invito a buttarsi a destra nel XXII del Purgatorio: “le destre spalle volger ne convegna”. Plateale, poi, l’endorsement (mi scuso per lo snobismo radical chic) del verso 116 del XXX del Purgatorio: “questi fu tal… / ch’ogne abito destro / fatto averebbe in lui mirabil prova”. E non mancano commentatori che argomentano come nel XXXII del Paradiso, il Sommo Padre della destra italiana abbia antiveduto l’alta figura di Giorgio Almirante: “dal destro vedi quel padre vetusto”.

Dando ottima prova anche nella filosofia della storia, con siffatte dichiarazioni il ministro dimostra (se è ancora legale citare Marx) che davvero la storia si ripete due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa. Camerata Alighieri? Presente!