
(Giuseppe Di Maio) – Intorno agli anni ’70, proprio al culmine dei “trenta gloriosi”, come in Francia chiamano il periodo che va dal ’45 al ’75, ci fu nel rapporto Capitale/Reddito il punto più basso degli ultimi due secoli di misurazioni. Chi ha una certa età ricorderà il valore del proprio salario, il rispetto per il lavoro, persino una qualche penuria di manodopera, e la discreta facilità con cui si riusciva a diventare piccoli proprietari. Altri tempi! In quel periodo fu varata la maggior parte delle riforme che costituiscono il nucleo moderno dei nostri diritti sociali e del nostro welfare e, prime fra tutte: lo Statuto dei Lavoratori e la riforma sanitaria.
Pochi giorni fa la7 ha intervistato un giovane magazziniere di Milano che si lamentava del salario, del costo della vita, e che dopo sei anni del suo mestiere stesse ancora vivendo coi genitori. Alla domanda che cosa avesse votato alle ultime politiche, la risposta è stata: “Purtroppo ho votato Meloni”. Purtroppo, perché s’era accorto in ritardo della sua cattiva volontà a istituire un salario minimo che gli avrebbe regalato numerosi benefici. Bravo mona! Ma il giovane magazziniere appartiene all’enorme banco di pesci rossi che non capisce, e se capisce dimentica. D’altronde la delusione per la politica della Meloni riguarda solo il salario minimo, cioè una misura che gli assicurerebbe un vantaggio privato, non un diritto collettivo scaturito da una diversa idea di società. La democrazia e la volontà generale sono fatte di mille storie così, e la schiavitù che esse provocano è più aspra di quella procurata con l’esplicita violenza.
Anche in Veneto “i pesci” non hanno capito in tempo. Qui durante la pandemia la popolarità di Zaia è arrivata a percentuali bulgare, nonostante l’insipienza del personaggio che raggiunse il suo apice con la lettura dei versi di Eracleonte da Gela, la simpatica fake a cui il nostro governatore abboccò con esiti esilaranti. Dopo 30 anni di governo della destra e della Lega, la sanità veneta è nelle condizioni indicate da Report nella trasmissione di Lunedì scorso, ma i veneti non l’hanno ancora capito. La privatizzazione forzata di tutti i servizi e la corruzione agevolata della missione di medico mettono in sicuro pericolo la salute dei non abbienti. Col diffuso malessere, capita pure che l’operatrice del Cup attacchi il telefono in faccia al malcapitato che si lamenta degli insopportabili tempi d’attesa. Sicché il calcolo fatto a Torino nel 2016, con l’ipotetico tram che passando dai quartieri signorili del centro a quelli operai delle periferie fa perdere all’utenza cinque mesi di vita al chilometro, cioè da 82,1 anni a 77,8 di vita media, ha in Veneto una più severa corrispondenza.
Addio al SSN e alla salute che “la Repubblica tutela come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”, addio alla riforma di Tina Anselmi. L’acqua dei pesci comincia ad essere tossica, ma essi non hanno ancora intenzione di lasciare l’acquario e riversarsi per strada.
Mah, andare ad additare Meloni e Zaia come artefici dell’erosione dei nostri salari vuol dire non aver capito nulla di quello che è successo in Italia negli ultimi 20-30 anni
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Vero, ma il problema più grande è che, viste le politiche attuate, non l’hanno capito o fanno finta di non capirlo neanche loro!
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Forse che l’articolo alludeva al fatto che ancora oggi i cittadini si fanno prendere per il naso?
Che ancora di affidano a chi non potrà che farli stare peggio?
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E allora spiegacelo tu.
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Per me la colpa maggiore e’ ovviamente di chi doveva in primis difenderli i salari, da D’Alema a Panzeri, dal PDS, ai DS, al PD. La colpa e’ della politica neoliberista abbracciata dalla destra e, inspiegabilmente, dalla “sinistra” di casa nostra. Erano stati Letta e Renzi, e poi Monti, a teorizzare precarizzazioni dei lavoratori con il chiaro obiettivo di abbattere il costo del lavoro, abbassare i salari, per rendere competitiva l’italia al ribasso, per competere con Romania e l’est europeo e non, come dovrebbe essere, con i lavori a tecnologia avanzata dei paesi occidentali,
Le colpe vengono da lontano e da sinistra. Poi certo , ci sono milioni di elettori sbalestrati che non sanno piu’ chi votare, e si buttano a destra. E’ da capirli. Quelli che non comprendo sono quelli che continuano a votare i Letta ed i Renzi ed i loro successori (Calenda e Bonaccini)
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Giusto, i tagli lineari di Tremonti per premiare gli evasori e criminali si sono ripercossi sul venir meno di tanti servizi pubblici. Soprattutto hanno dilapidato l’avanzo primario di bilancio e i minori interessi da corrispondere sui titoli di Stato per vantaggi riservati ai supericchi, tipo l’abolizione delle tasse di successione sui grandi patrimoni.
Aggiungiamoci il mancato rinnovo di tanti contratti pubblici e privati, le altrettanto porcate filo benestanti di Renzi e la crisi strutturale è servita.
Meloni ha votato tutte le leggi criminogene berlusconiane in tema di Giustizia, ha votato per riconoscere come nipote del Presidente dell’Egitto una giovane, minorenne, prostituta marocchina.
Ha votato la riforma sul tetto di raccolta pubblicitaria dei media, per permettere al suo padrone di arricchirsi senza freni a danno del pluralismo dell’informazione, lasciandola sotto schiaffo dei contributi pubblici.
Un popolo lobotomizzato dalle sue TV decadenti e volgari, un popolo ignorante incapace di aprire gli occhi preferendo le furbate opportunistiche di corto respiro, in fondo se lo merita.
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La cosa che deve fare riflettere i vertici 5* è: perché quel magazziniere NON si è fidato del movimento (e chissà quanti come lui, visti i milioni di voti persi rispetto al 2018)?
Io stesso ho votato 5* per l’ennesima volta, ma senza la consueta sicurezza e convinzione degli appuntamenti elettorali precedenti.
Conte e compagnia riflettano seriamente: è vietato sbagliare ancora, gli alibi forniti dalla inesperienza sono finiti.
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Il Presidente MATTARELLA È POSITIVO AL COVID, ma asintomatico perché ha fatto il vaccino.
La fasciocoatta invece è influenzata e, si presume, NOVAX. Null’altro trapela sulle sue reali condizioni di salute.
ED È UN PROBLEMA, non essendo una persona qualunque ma il capo del governo.
Sarebbe una nemesi formidabile saperla sofferente per una malattia che ha sempre negato, arrivando a definire CRIMINALE il Presidente Conte che aveva deciso per il lockdown.
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Il tridosato Galli, l’anno scorso, se la cavò perché c’era rimasta una fiala di monoclonali.
Sei sempre un filo de puta, non ti smentisci mai.
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Al puffone, fratello del fijo de Cania perennemente in calore, ricordo che secondo il quotidiano Il Tempo la fasciocoatta NOVAX si sarebbe beccata il Covid.
Ed oggi la sua loquace pagina Fb è rimasta muta dopo tanto tempo.
È GIUSTO che provi sul suo corpo i fastidiosi, se non pericolosi, affetti avversi di questo virus che tante teste di rapa sottovalutano fino a lasciarci le penne.
Io posso pure beccarmelo dopo la quarta dose ma nemmeno me ne accorgerei.
Tu che non ti sei MAI vaccinato rischi fino a restarci sotto alla prima botta.
Bollettino ultima settimana:
MORTI 686 +8% Totali 182.419 da febbraio 2020
Il resto sono vostre paturnie che col freddo verranno demolite, come sempre.
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Dimmi un po’ test-ico-lo di capra, cita la fonte di questa intervista coatta che hai postato.
Quale malato mentale e negazionista usa una prosa tanto demente e riconoscibile per vomitare ignobili insulsaggini?
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Camilla Canepa, Francesca Tuscano, Stefano Paternò.
Erano tutti vivi e vegeti prima di incontrare la punturina che ci salva tutti noi ggiofani e pure i nostri zii e bisnonni.
A te auguro di assaporare gli effetti avversi del siero magico.
Di cuore.
Letteralmente.
A proposito, quando ti fai sparare un Kalibr nell’ano?
Speravo che fosti andato al fronte ad aiutare i tuoi amici nazi.
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Dopo la puntata di report sulla sanità nel nord possiamo cambiare nome al paese in repubblica delle banane un medico della mutua ogni 50 chilometri oppure a pagamento 45 euro a visita mi domando quando i seguaci di giussano la smetteranno di i farsi prendere per il cubo da fontana zaia e compagnia cantante
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