
(ANSA) – La Russia adotterà “le misure necessarie per garantire la sicurezza in seguito ai continui attacchi terroristici di Kiev sul territorio russo”. Lo ha affermato il Cremlino, come riporta la Tass, dopo il nuovo attacco a Kursk contro un deposito di un aeroporto russo.
Le autorità russe stanno adottando tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza in seguito ai continui “attacchi terroristici” ucraini sul territorio russo: lo ha detto oggi il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, come riporta la Tass.
“Certamente, la spinta a continuare a perpetrare questi attacchi terroristici (sul suolo russo, ndr) che vengono apertamente annunciati dal regime di Kiev è un rischio – ha affermato Peskov -. Naturalmente, se ne sta tenendo conto, con l’adozione di tutte le misure necessarie”.
CREMLINO, AL MOMENTO NON VEDIAMO PROSPETTIVE PER NEGOZIATI
(ANSA) – Il Cremlino non vede “prospettive per i colloqui di pace in Ucraina, la Russia deve raggiungere gli obiettivi dell’operazione militare speciale e questo sarà fatto”. Lo ha detto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, come riporta Interfax.
AMMIRAGLIO USA, ‘ATTACCHI KIEV IN RUSSIA SVOLTA PERICOLOSA’
(ANSA) – “Le notizie di attacchi significativi contro due basi aeree russe sono una nuova e pericolosa svolta nella guerra in Ucraina”: lo scrive in un articolo pubblicato su Bloomberg l’ammiraglio statunitense James Stavridis, ex comandante supremo delle forze Nato, secondo il quale questi attacchi ucraini su territorio russo continueranno.
“Dal loro punto di vista, c’è poco da perdere – commenta Stavridis riferendosi agli ucraini -. La Russia è già in pieno assetto di guerra e, a parte l’uso di armi nucleari (una linea che persino Putin esiterebbe a superare), il Cremlino non ha altre carte da giocare”. “Questi attacchi potrebbero essere stati calibrati per servire semplicemente come dimostrazione della capacità ucraina – prosegue l’ammiraglio -. In futuro, Kiev potrà fare di più, ma farà attenzione a colpire solo obiettivi puramente militari, mantenendo il vantaggio sulla Russia in termini di diritto internazionale.
A meno che Putin non si ritiri dalla guerra aerea (altamente improbabile), la sua patria sarà sotto attacco”. Allo stesso tempo, sottolinea, “i sostenitori occidentali cercheranno di trattenere gli ucraini dal lanciare attacchi su larga scala, sperando di ridurre il rischio di un’ulteriore spirale del conflitto e di coinvolgere direttamente l’Organizzazione del Trattato Nord Atlantico.
La Nato cercherà di tranquillizzare gli ucraini offrendo un maggior numero e migliori missili terra-aria per difendere le loro città e potrebbe prendere seriamente in considerazione la fornitura di aerei da combattimento”. Kiev “ha tutto il diritto di rispondere contro obiettivi all’interno della Russia”, conclude Stavridis, osservando che “gli attacchi con i droni mostrano una debolezza in un fronte interno apparentemente invulnerabile. Questo potrebbe aiutare i russi comuni a vedere i costi crescenti di quella che potrebbe essere meglio definita ‘la guerra dell’ego di Putin'”.
Speriamo solo che non succeda quello che passa per la testa di molti.Zele a parer mio vuole tirare dentro tutti e sarebbe anche ora di fermarlo.Non credo nella “pazienza” Russa.
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Insomma, il pupazzo comico Zelensky , dopo averlo pompato a più non posso, sta sfuggendo di mano ai burattinai USA… andiamo bene….
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Infatti è noto che gli ucronazi mirano SOLO ad obiettivi civili: 14 morti ieri nel Donbass:
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Intanto su Analisi Difesa, l’ottimo osservatorio di Gianandrea Gaiani, è comparso questo articolo, a dire il vero un po’ inquietante.
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30 novembre il presidente nigeriano Muhammadu Buhari ha denunciato la comparsa nella regione del Lago Ciad di armi provenienti dal conflitto in Ucraina, nel corso del summit tenuto ad Abuja dai paesi della regione a cui hanno partecipato i leader di Benin, Ciad, Niger, Repubblica Centrafricana, e rappresentanti di Camerun e Libia.
“Purtroppo, la situazione nel Sahel e la guerra in corso in Ucraina fungono da principali fonti di armi e combattenti che rafforzano le fila dei terroristi nella regione” ha sottolineato il leader nigeriano, citato dal quotidiano This Day.
“Una parte importante delle armi e delle munizioni procurate per la guerra in Libia continua a trovare la strada per la regione del Lago Ciad e in altre parti del Sahel. Anche le armi utilizzate per la guerra in Ucraina e in Russia stanno iniziando a filtrare nella regione.
Questo movimento illegale di armi ha determinato un incremento della proliferazione di armi leggere e di piccolo calibro che continua a minacciare la nostra pace e sicurezza nella regione”, ha concluso Buhari, sollecitando quindi un rafforzamento delle misure di sicurezza alle frontiere.
Il vertice ha approvato ulteriori operazioni congiunte dell’esercito contro i militanti del gruppo Boko Haram e dello Stato islamico attivi nella regione.
Preoccupazioni simili a quelle del presidente nigeriano circa il destino di parte delle forniture militari giunte in Ucraina erano state espresse nelle scorse settimane anche dalla Polizia finlandese che aveva riscontrato come organizzazioni criminali nel paese nordico dispongano di armi che erano state consegnate a Kiev e la stessa circostanza è stata registrata anche in Svezia, Danimarca e Paesi Bassi. Secondo Europol le organizzazioni criminali cercano di impossessarsi di fucili, pistole, granate ma anche di droni.
Analisi Difesa aveva evidenziato fin dall’11 marzo i rischi connessi con ampie forniture militari all’Ucraina, nazione caratterizzata da diffusa corruzione da una malavita organizzata ben strutturata proprio nel traffico di armi. Nei mesi successivi i media statunitensi e in seguito l’Interpol avevano lanciato l’allarme in proposito.”””
Redazione Analisi Difesa
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Il comandante del battaglione Svoboda, Petro Kuzik, la cui unità sta tentando di tenere Bakhmut, ha detto ai media occidentali che I CAMPI E LE FORESTE ATTORNO SONO COSPARSE DEI CORPI DEI SOLDATI UCRAINI, e che devono difendersi da soli in condizioni di estremo freddo e con l’acqua alle caviglie.
”I Russi hanno percepito un senso di debolezza nella nostra difesa perché ci sono unità che sono meno motivate della nostra. E ieri loro hanno leggermente indebolito le nostre difese nell’area immediatamente attorno a Bakhmut. Alcune unità non hanno potuto sostenere l’azione dell’artiglieria e hanno dovuto ritirarsi”.
Quando gli hanno chiesto sulla perdita di vite, lui ha detto: ”Esse sono colossali. Noi nemmeno più contiamo i corpi”.
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