(Giuseppe Di Maio) – Ieri sera a Porto Burci, Vicenza.

On Fassina, che ne dice di questa ricostruzione di storia politica?

Negli ultimi trent’anni, e non solo in Italia, la sinistra è stata totalmente assorbita dal pensiero unico generato dal Capitale. Da noi, appena dopo la caduta del muro, dalla svolta della Bolognina, poi da mani pulite, e infine dalla legge elettorale maggioritaria, si è dato inizio a un condensamento frontista nella sinistra che ha portato alla confusione delle sue proposte politiche.

La mancanza di rappresentanza a sinistra produce un costante malessere tra gli elettori per tutta l’era berlusconiana, che si acuisce al tempo della crisi economica internazionale. Si vuole da ogni parte una rifondazione dell’area e una svolta nelle sue politiche. Invece nasce il PD, soltanto uno strumento elettorale che non soddisfa le aspettative degli elettori, e che perde pure le elezioni.

Si fa impellente un bisogno di rifondazione dal basso. Di lì a poco Beppe Grillo fonda il M5S che schiera contro la destra: “Alla fine resteremo io e il nano”, così diceva. Ma il pensiero grillino è spesso ondivago e impreciso; Beppe, un rivoluzionario della mutua.

Nel 2011 la destra resta orfana del proprio leader e per quasi un decennio fatica a sdoganarne un altro. Grillo avverte a naso che un enorme bacino elettorale è restato orfano di collocazione e punta alla maggioranza assoluta (l’elettorato reazionario è alla ricerca perenne di vantaggi, ed è infedele per definizione).

Però, la realtà della politica e del consenso sono tutt’altra cosa. Dopo il 2018 deve rendere spontaneamente all’ovile destrorso i voti reazionari che nel frattempo hanno recuperato il loro leader naturale.

Anche il PD da parte sua tenta l’assorbimento del M5S, ma è un’operazione di vertice che non può riuscire per l’inesistenza nel PD della proposta politica radicale, o più esattamente, per la mancanza assoluta di proposta politica.

Alla guida del Movimento arriva finalmente Conte, che fissa nel suo statuto quale compito principale della politica la riduzione della disuguaglianza sociale. La mutazione definitiva è compiuta.

Al di là della sperimentazione di certo transeunte del Coordinamento 2050, è chiaro che in maniera sempre più esplicita il M5S dimostra di essere nato per rifondare la sinistra e sostituire la sua classe dirigente?