Il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, non riesce a trattenersi dall’esibire prepotenza davanti alla platea e alle telecamere.

(Giulio Cavalli – lanotiziagiornale.it) – Qualche giorno fa il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, nel corso dell’incontro Italia-Direzione Nord, ha parlato dell’umiliazione come “fattore fondamentale di crescita della personalità”.
Travolto dalle polemiche di chi gli faceva notare che la sua idea oltre che essere fasciatissima fosse anche contraria a qualsiasi senso educativo si è scusato con la più cretina delle scuse: «ho utilizzato un termine che non spiega affatto il senso del mio ragionamento!» ha spiegato i giornali. Ha sbagliato a esprimersi. Mica male per un ministro dell’Istruzione. In compenso, c’è da dire, è stato umiliato praticamente da tutti, secondo la legge del contrappasso.
Ieri è apparso un video furiosamente stupido dello stesso ministro Valditara ospite della trasmissione A cena con Maria Latella, in cui il ministro è attovagliato con la conduttrice e Bruno Vespa mentre un cameriere in guanti bianchi serve luculliane portate di cibo.
Probabilmente a causa delle troppe endorfine rilasciate dalle pietanze il ministro ci è ricascato: “ormai è diventato difficile entrare in una classe, perché gli episodi di bullismo, di indisciplina, ma anche talvolta semplicemente di disattenzione voluta, come il ragazzo che gioca con il cellulare mentre l’insegnante spiega, sono sempre più diffusi. Ma perché limitarsi solamente alla sospensione? L’idea ad esempio dei lavori socialmente utili, che ti educano alla responsabilità… Perché un ragazzo deve portare in classe un cellulare? In classe si va per studiare”, ha detto Valditara.
Si è trattenuto, a quel punto avrebbe potuto benissimo proporre i lavori forzati. La lezione però è chiara: il vero bullo è proprio Valditara. Come tutti i bulli non riesce a trattenersi dall’esibire prepotenza davanti alla platea e alle telecamere. Come tutti i bulli intende le relazioni solamente come rapporti di forza in cui deve vincere. Come tutti i bulli intende i suo potere solo come possibilità di impartire punizioni.
Abbiamo avuto pessimi ministri dell’Istruzione (il sedicente Terzo polo ne sta candidando una in Lombardia) ma Valditara potrebbe riuscire a umiliare tutti per le nefandezze che riesce a pronunciare.
PENSIERI SULLA POVERTÀ- Viviana Vivarelli
Valditara ha la stessa sensibilità di Herbert Spencer, che postulava una specie di darwinismo sociale e anticipava il turboliberismo, osteggiando qualsiasi forma di aiuto ai più deboli o di socialismo economico. Spencer diceva:
«L’intero sforzo della natura è di sbarazzarsi dei falliti della vita, ripulendo il mondo della loro presenza e facendo spazio ai migliori.»
Ovviamente i ‘falliti della vita’ erano i poveri. Per cui i ricchi avrebbero pieno diritto e dovere di farli soffrire il più possibile fino a farli estinguere.
In Italia non ci bastava il Ministro Piantedosi, che ha chiamato i migranti rimasti sulla nave ONG “Carichi residuali”. Ci voleva anche una scuola affidata a un retrogrado privo di umanità come Valditara, che invoca ‘l’umiliazione ‘come strumento pedagogico e vuole eliminare il reddito minimo ai ragazzi poveri che non studiano.
Mio padre a 8 anni era emigrato in Corsica a fare il carbone e a 18 passò il confine a piedi per cercare fortuna in Francia. Fece solo la terza elementare. Ma secondo Piantedosi andrebbe punito per questo.
Questo Governo nasce tarato e lo vediamo già dal modo iperliberista con cui considera i poveri e dalla sua volontà di calpestare la Costituzione, ridurre la democrazia, ampliare i privilegi della Casta e distruggere lo stato sociale per creare una casta di ricchi ancora più ricchi e ancora più impuniti.
La povertà, invece, deve essere punita, “come un crimine che uno non ha commesso”, il crimine di essere vivi. Per questo Valditara propone l’abolizione del reddito minimo per i poveri che non studiano. Non ci arriva nemmeno a capire le cause degli abbandoni scolastici. Lui sta troppo in alto per capire le ragioni della miseria.
Secondo questo campione di umanità, chi è povero lo è per colpa sua perché è un vagabondo o un inetto, uno che non ha voglia di lavorare né di studiare. Tutta la propaganda mediatica degli ultimi tre anni ha battuto su questo concetto fino ad infilarlo bene in testa persino agli Italiani più poveri, che odiano non i loro sfruttatori ma quelli più poveri di loro. Il massimo del paradosso!
In Italia ci sono 12 milioni di poveri effettivi e 48 milioni in lista di attesa e l’unica cosa che circola, grazie a questi politici e a questi media, è l’odio.
Così si nominano ad alti ruoli quelli come Valditara che si credono una razza a parte, ma sono solo ricchi senza merito e potenti senza coscienza.
Al povero va sempre male. Poi vota e gli va peggio.
La disgrazia del povero non è solo quella di essere povero ma pure quella, molto più grande, di sostenere nella sua ignoranza, con il suo voto, proprio quelli che lo renderanno ancora più povero. Così il ciclo della povertà si amplifica come una spirale grazie alle stesse vittime.
Il banchiere Yunus, che inventò il microcredito, cioè un sistema di piccoli prestiti per incentivare lo spirito imprenditoriale di persone troppo povere per essere considerate dalle banche, diceva che la povertà dovrebbe stare in un museo assieme alla tortura, alla pena di morte e all’inferiorità femminile, come resti di epoche barbariche e defunte.
Invece in questi tempi sprofondati nella barbarie ci siamo ancora e con certi governi, nati storti o venduti, ci saremo ancora per parecchio. In luogo della cultura e della conoscenza abbiamo la miseria materiale e morale e il cattivo esempio delle classi dominanti, che non mostrano cultura né conoscenza, ma una barbarie di ritorno che riesuma tutto il peggio. Siamo alla feccia sul fondo del pozzo.
E ovviamente a questo stato di fatto si associa il fanatismo.
Yunus diceva: “La sconfitta di ogni fanatismo consegue in modo naturale all’abolizione della povertà e alla liberazione umana dei poveri.“ Ma per fare questo occorrerebbe, oltre all’esempio, l’educazione diretta della scuola e quella indiretta dell’ambiente, due cose che troppo spesso mancano.
Viviamo nel cuore di una tempesta ma, come dopo ogni tempesta viene il sereno, possiamo solo sperare di uscire da questa prima possibile per un tempo migliore.
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Viviana.
Splendido commento, sarebbe perfetto come articolo.
👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻👏🏻
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X Viviana:
ma veramente hai tutto ‘sto tempo per commentare un articolo con un articolo ancora più lungo?
Bah.
Tra l’altro, l’umiliazione per i bulli non è esattamente una cosa sbagliata, per quel che mi riguarda. Specie ora che non devono nemmeno affrontare la leva.
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grazie Viviana, è davvero un bellissimo commento che condivido
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“La disgrazia del povero non è solo quella di essere povero ma pure quella, molto più grande, di sostenere nella sua ignoranza, con il suo voto,
proprio quelli che lo renderanno ancora più povero. Così il ciclo della povertà si amplifica come una spirale grazie alle stesse vittime.”
Allucinante ma purtroppo vero!
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Uno Sgarbi obiettivo lo definirebbe
🐐 🐐 🐐
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