(Toni Capuozzo) – Ieri sera, quando c’erano già un certo numero di indizi che il missile caduto in Polonia non fosse russo, i siti on line dell’informazione italiana continuavano a considerarlo tale (non parliamo dei social, dove Letta e Calenda avevano già indossato l’elmetto). Oggi molti riprendono, condividendole, le dichiarazioni della Meloni secondo la quale che sia russo o ucraino non cambia, la colpa è dell’aggressione russa. Siccome non si tratta di rifare la storia di questi 8 mesi, cambia molto, perché, essendo il missile ucraino, non scatta il famoso art. 5 della Nato, secondo il quale un attacco a un paese membro è un attacco a tutti e merita risposta. Infine, e anche qui con una lettura di comodo del G20 si ignora che il comunicato finale è stato firmato all’unanimità (e dunque Russia compresa), aggiungendo alla condanna della guerra (ovvia e sacrosanta) il fatto che alcuni la pensano diversamente. La Russia è così disperatamente isolata da firmare contro se stessa? O, piuttosto, si è aperta una fase in cui si cerca di mettere un laccio emostatico alla guerra?