(Giuseppe Di Maio) – Ci volle una guerra disastrosa per costringere paesi confinanti con identiche tradizioni civili e religiose a collaborare. Ma sono passati più di 70 anni, e il processo di unificazione resta al palo. Niente armonizzazione delle politiche fiscali, niente difesa comune, niente autonomia politica internazionale. L’unica cosa che l’Europa dei mercanti è stata capace di fare è l’Euro, un sistema di oppressione degli stati più poveri a vantaggio di quelli più ricchi. Tutta la struttura è edificata sul gregariato al pastore americano.

Pareva che la nuova Commissione e la straordinarietà del Covid avessero messo le ali al processo di integrazione, ma ci siamo dovuti ricredere. Siamo schiavi delle decisioni d’oltreoceano, incapaci di avere una posizione autonoma e unitaria sulle questioni che ci riguardano. Ciascun paese è principalmente in guerra col suo vicino, interessato a schiacciarlo sul piano industriale, economico e finanziario. I tornaconti della Germania e dell’Olanda non pare siano gli stessi del resto dell’Unione, e allora la politica comune va a farsi benedire. Il minor debito pubblico e il maggiore Pil consentono loro di rassicurare le proprie economie sulle eventuali penurie energetiche, a svantaggio di quelle degli altri. In Olanda si ebbe la prima isteria di mercato dell’epoca moderna, con la corsa all’acquisto di bulbi di tulipani. In Olanda il Ttf col mercato dei futures sul gas sta condannando i consumatori europei a indebitarsi per tenere aperte le aziende, e per cuocere la pasta.

Ci volle una guerra disastrosa per costringere gli Italiani a scrivere una regola comune, col primo articolo di “fondata sul lavoro”. Invece era una repubblica fondata sulla proprietà, anzi su alcuni proprietari, come tutte le società successive alla rivoluzione francese. E dopo qualche passo iniziale (col quale abbiamo conseguito inequivocabili successi), la proprietà pubblica dei beni comuni è tornata ai privati. La regola è stata tradita. I beni indiscutibilmente collettivi, come la salute e il prezzo delle medicine, il cibo e il prezzo del pane, la forza motrice e il prezzo dell’energia, dovevano avere un prezzo calmierato per legge. Invece sono stati messi nelle mani della speculazione che gioca per diritto coi bisogni primari dal tempo dei frantoi di Mileto.

A distanza di quasi 80 anni, l’Italia e l’Europa, che hanno visto fallire i sogni di tre generazioni, ora possono esserne certi: quella guerra disastrosa, il cui ricordo detta ancor oggi le linee del pensiero politico, è stata definitivamente perduta.