«Un patto Letta-Meloni per escluderci? Dal Pd mi aspetto di tutto il centrodestra ha fatto promesse irrealizzabili, ora è maggioranza, inizi a pedalare»

(FEDERICO CAPURSO – lastampa.it) – Roma. C’è un tempo per il «chiacchiericcio», dice Stefano Patuanelli, e c’è un tempo per le cose serie. Della sfera più leggera del dibattito fanno parte i timori per i rapporti di Matteo Salvini con la Russia: «Chiarirà su questi legami, ma la Lega – chiede Patuanelli – non è nell’esecutivo Draghi? E queste paure escono solo ora?». Questione ben più concreta – sottolinea il ministro e capodelegazione nel governo Draghi del Movimento 5 stelle – è l’intenzione di Fratelli d’Italia di abolire il reddito di cittadinanza e il Superbonus: «Lo avevano promesso, ora sono maggioranza. Andranno loro in giro per l’Italia, in piena crisi economica, a togliere il reddito, dicendo che è “metadone di Stato”, e il Superbonus agli imprenditori, chiamandolo “una grande truffa ”. Auguri».

Si rischia una “guerra civile”, se sarà abolito il reddito, come avvisava Giuseppe Conte in campagna elettorale?

«Senza il reddito, una parte ampia del Paese scivolerà sotto soglia di povertà. Non sceglie se andare o meno in vacanza, ma se dare o meno da mangiare ai figli. Qualcosa si deve dire a quelle persone, per non farlo diventare un problema di piazza. E noi faremo di tutto perché non lo diventi mai».

Giorgia Meloni vorrebbe lasciare alle opposizioni la presidenza della Camera. Un gesto che aiuterebbe la pacificazione?

«Non le credo. Ho l’impressione che voglia solo tenere buone le opposizioni, in vista di riforme costituzionali che temo vorranno fare. Il centrodestra ha fatto promesse importanti e irrealizzabili in campagna elettorale, ora sono maggioranza: inizino a pedalare senza trucchi. Noi non faremo sconti».

Teme che Letta e Meloni possano accordarsi per escludervi dalla partita per la presidenza della Camera e delle commissioni parlamentari di Vigilanza Rai e Copasir?

«Sono sincero, ormai dal Pd mi aspetto di tutto. Non lo escludo».

Letta vi invita anche a fare opposizione insieme.

«Per come stanno oggi le cose, non vedo alcun percorso comune con il Pd, nemmeno all’opposizione. Quello che ha combinato Letta è troppo grave: ha provato a distruggerci, alleandosi con le nostre scissioni interne e con praticamente tutto l’arco parlamentare. Per ricostruire il fronte con il Pd deve cambiare tutto».

Conte può candidarsi a leader del campo progressista?

«Lo è già, dato che non vedo un campo progressista, ma un solo partito che ha parlato al mondo progressista, il Movimento 5 stelle. E Conte ne è il leader».

E intorno al M5S potreste costruire una “cosa di sinistra” più ampia?

«Sì, si può allargare ad altre forze, certo. C’è solo un problema: il Pd ha preteso sempre di avere l’egemonia, anche dei rapporti interni a questo campo. Deve capire che non è più così. Se aderisce alla nostra proposta per il Paese, bene, anche se oggi non nutro grandi speranze in questo senso».

Lei è stato anche ministro dello Sviluppo economico. Di fronte all’aumento delle bollette elettriche del 59%, cosa può fare l’Italia per aiutare famiglie e imprese?

«Quello che abbiamo proposto noi da febbraio: un price cap nazionale, sganciare il prezzo dell’energia da quello del gas, una norma per tassare sul serio gli extra-profitti delle aziende energetiche e aiuti più massicci alle imprese. Congiuntamente andare in Ue non solo per il price cap europeo, ma anche per un energy recovery fund, ma ho un timore».

Quale?

«Un altro governo sovranista in Europa renderà più difficile trovare soluzioni. Ogni paese sovranista cercherà di difendere solo i propri interessi nazionali e se questi saranno contrastanti, non si arriverà mai a un compromesso utile a risolvere un problema. Sarà un passo indietro».

FdI sostiene che il Pnrr si può modificare, per contrastare i rincari in bolletta.

«Ma il Pnrr non è modificabile nelle misure e negli obiettivi. Quello che si deve fare è adattare le misure alla nuova situazione economica e ai nuovi prezzi di energia e materie prime. Il Pnrr non cambierà, che la destra lo voglia o meno. La campagna elettorale è finita».