
(Francesco Erspamer) – Gli americani (e i giornalisti italiani al loro servizio, ossia quasi tutti) non le chiamano «bufale»: le chiamano «fake news». A suggerire che anche a livello di informazione si possa distinguere il vero dal falso («fake») e che sia legittimo che a farlo siano loro. Basta guardare il «Fatto quotidiano» online diretto dall’americano Gomez (niente a che vedere con Travaglio): mentre l’articolo spiega che sulle esplosioni che hanno interrotto il flusso del gas russo «c’è ancora incertezza», i titoli (che è l’unica cosa che lettori ormai twittizzati notano) non ne hanno alcuna: «Gli USA: sabotaggio», «Der Spiegel: la CIA aveva avvertito».
Sarebbe comico se non fosse un tragico indice della felice imbecillità che i padroni del mondo attribuiscono alla gente: la CIA come istituto scientifico e super partes, dunque affidabile, e non come apparato segreto e multimiliardario che ha l’unico scopo di fare gli interessi del governo americano con qualsiasi mezzo, preferibilmente illecito (se è «lecito» basta CNN). E gli Stati Uniti, che quando vollero scatenare la guerra in Iraq, in assenza di plausibili motivazioni, si inventarono le prove delle armi di distruzioni di massa di Saddam Hussein? Con l’unanime appoggio dei giornali. Un anno dopo il «New York Times» fece finta di fare autocritica riconoscendo la propria parzialità e mancanza di scetticismo nei confronti delle fonti, ma l’unica ragione del ripensamento fu la campagna elettorale in corso, nella quale sosteneva il piddino Kerry contro Bush. Infatti l’organo del neoliberismo ha poi continuato allegramente a spacciare per verità tutte le notizie fornite da coloro che per sua stessa ammissione avevano mentito, e a tacciare le ipotesi alternative di essere «fake news»; lo leggo ogni giorno e da quando è iniziata la guerra in Ucraina non ho trovato neppure un’ombra di quello scetticismo che implicitamente si attribuì nel 2004: solo una cieca parzialità.
Il caso Assange è del resto emblematico del ruolo che il neocapitalismo, in grave difficoltà dopo decenni di irresponsabile saccheggio del patrimonio naturale e sociale, ha assegnato ai media per continuare a raschiare il fondo del barile finché c’è qualcosa da raschiare. A quanti gliene frega qualcosa? Parlo degli stessi che poi si stracciano le vesti e piagnucolano quando i ricchi smettono di dargli i giocattoli che gli avevano promesso in cambio della loro complicità e della loro anima.
Vale la pena di parlare della stampa italiana? L’indegna campagna contro Virginia Raggi, iniziata poche ore dopo la sua elezione, servì precisamente a misurare il grado di suggestionabilità degli italiani. Molto alto, scoprirono, e ne stanno giustamente approfittando. E allora? Siccome si meritano il destino che si sono scelti ce ne dobbiamo lavare le mani? Ovviamente no. Prima di tutto perché gli stronzi e gli imbecilli stanno portando anche noi alla catastrofe, e poi perché non ci sono solo stronzi e imbecilli nel mondo e in Italia. Ma occorre al più presto togliere loro il monopolio dell’informazione; fu il capolavoro dei radicali, apripista del peggior liberismo, smantellare le strutture statali di controllo (inclusa la lottizzazione della Rai fra i partiti più votati ma con spazi per tutti quelli rappresentati in Parlamento, a mio parere un sistema molto democratico) in nome dell’antipolitica e della mano invisibile del Mercato; con il risultato di regalare stampa e televisione alle multinazionali e ai miliardari. L’informazione non ha nulla a che vedere con la verità; è sempre di parte e solo l’equilibrio fra le parti consente ai cittadini di riflettere, valutare, farsi un’opinione invece di assumere quella egemonica. Non è insomma una questione di libertà (vuoto feticcio caro al liberismo in quanto è sempre quella del più ricco o potente) ma di eguaglianza. Ci vorranno anni; nel frattempo mi auguro che il M5S non ripeta i ridicoli errori compiuti nella passata legislatura; sarebbe stato più facile con il 33% ma il 16 è sufficiente per finanziare un giornale e una televisione. Di parte. Altro che regalare ambulanze a popolazioni che tanto non lo verranno a sapere e che poi votano Meloni o, peggio, Letta o Berlusconi.
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Flanella!!!!!!
Con una sorpresa
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SM sparscemo…. questo è il reale livello di cultura del cittadino italiano. Se tanto mi da tanto, cosa ci si sarebbe potuto aspettare da queste ultime elezioni? Poi, vi raccomando la legge elettorale….basta pensare che il M5S col 16,5% ha ottenuto circa 60 parlamentari, mentre la lega ladrona con appena l’8% ne ha ottenuti il DOPPIO!!!!! E noi dovremmo essere un paese civile? Ma quando mai, casomai un grande incommensurabile paese di me@@@@!!!!!
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