(Giuseppe Di Maio) – Peccato che Mattia Fantinati (deputato 5 stelle veronese) facesse parte di quel cospicuo gruppo di fessi che ha seguito Di Maio senza guadagnare niente, perdendo solo la faccia e il ricordo delle poche cose buone fatte. Lui, ad esempio, qualcosa di buono l’aveva fatta. Nel 2015 aveva svergognato i ciellini nel loro covo di Rimini e, a quella massa di arrampicatori sociali segaioli, aveva sbattuto in faccia la verità. Aveva detto loro: “…sono qui per denunciare come Comunione e Liberazione, la più potente lobby italiana, abbia trasformato l’esperienza spirituale morale in un paravento di interessi personali, finalizzati sempre e comunque a denaro e potere. La politica deve essere laica, perché deve fare il bene comune, di tutti. Non esiste una politica cristiana. Esiste un cristiano che fa politica.” Qui la platea aveva reagito, non voleva sentirsi accusata di affarismo cattolico. Ma era rientrata, ordinatamente, amministrata dai suoi sergenti e dai suoi capitani.

Invece oggi tributa libere ovazioni ai suoi beniamini, i cui affari sono ormai noti, basta che non si divulghino a reti unificate. Draghi dice che l’Italia ce la farà qualunque sarà il suo governo; cioè assicura che, dopo lo scampato pericolo 5 stelle, o lui o altri potranno continuare indisturbati la politica degli interessi privati. La platea degli arrampicatori si spella le mani dagli applausi. Tra loro ce ne sono anche troppi che non hanno ancora intercettato il senso della società e del Capitale, ma ce ne sono che a naso intuiscono che il loro futuro dipende dagli amici cattolici.

Ieri i capobanda dell’ordine draghiano all’ora del caffè erano in circolo attorno ai tavoli del bar. E’ inutile dire che in Italia le destre sono due: che una rappresenta la parte reazionaria della popolazione e l’altra quella conservatrice. Non ci sono due politiche da noi. Difatti il quadretto era più chiaro: ognuno di loro prende ordini e denaro da padroni che li incensano sui loro giornali, che escludono i nemici dall’agone mediatico, protetti dall’intoccabile libertà di stampa. Sette anni fa Fantinati aveva detto: “I partiti tradizionali non potranno mai fare gli interessi dei cittadini perché saranno sempre prigionieri di sistemi di consensi e di potere da cui non sanno e non vogliono slegarsi.”

Esatto Mattia, peccato che anche tu l’abbia dimenticato. Pensa, se ci fossi andato, oggi i mercanti t’avrebbero applaudito.