“I 5Stelle sono i più vicini alle idee del sindaco pescatore”. Per comprendere appieno le ragioni della candidatura di Dario Vassallo nel M5s, che lo schiera nel collegio uninominale della Camera nel Cilento in provincia di Salerno, bisogna riavvolgere il nastro al 5 settembre […]

(DI VINCENZO IURILLO – ilfattoquotidiano.it) – Per comprendere appieno le ragioni della candidatura di Dario Vassallo nel M5s, che lo schiera nel collegio uninominale della Camera nel Cilento in provincia di Salerno, bisogna riavvolgere il nastro al 5 settembre 2010. Alla sera di fine estate in cui nove colpi di pistola spezzano il sogno del fratello, il sindaco pescatore Angelo Vassallo. Un delitto finora impunito. A fine luglio sono stati perquisiti nove indagati, tra cui tre carabinieri. Si ipotizza il movente del traffico di droga al porto di Acciaroli, degli affari loschi e inconfessabili tra uomini dello Stato e dell’antistato camorristico che Angelo Vassallo aveva scoperto e stava per denunciare.

Dario e l’altro fratello Massimo in questi 12 anni non si sono mai arresi e hanno creato una Fondazione nel nome di Angelo Vassallo, una lanterna accesa h24 verso la ricerca della verità sull’omicidio, un modo per tramandarne le buone pratiche. Angelo Vassallo infatti era l’amministratore più popolare e stimato del territorio cilentano, aveva risollevato Pollica in cima alle classifiche per qualità della vita, dell’ambiente e del mare, ed era vicino alla rottura col Pd: poche settimane prima di morire, in un’intervista aveva espresso apprezzamenti per la Lega, che all’epoca si chiamava ancora Lega Nord e nel meridione non aveva nessun radicamento. È da qui che bisogna partire.

Perché si candida?

Mi candido contro quella politica che ha ostacolato Angelo in vita, e la Fondazione nella ricerca della verità sulla sua morte. Per ora ha solo responsabilità morale nell’omicidio, ma questa politica va combattuta.

A chi e cosa si riferisce?

A quella parte del Pd che non ha fatto nulla in Campania per aiutarci a cercare la verità, anzi l’ha ostacolata.

Faccia un esempio.

Il Pd, il partito di Angelo, il comune di Pollica, a guida Pd, al contrario della Fondazione non si sono costituiti parte civile nei processi nati dalle denunce di Angelo sugli illeciti della Provincia di Salerno, in cui erano coinvolti uomini del sistema di potere del governatore Vincenzo De Luca. Ed è una vergogna aver cacciato la nostra Fondazione dalla sede del Castello Capano di Pollica.

In questi anni lei ha cercato i massimi dirigenti nazionali del Pd.

Nel 2012 parlai con il coordinatore della segreteria nazionale, Maurizio Migliavacca. Volevo incontrare Bersani, volevo chiedere perché i dem non avessero aperto una indagine interna, un dibattito, sugli amici e soprattutto sui nemici di mio fratello, sui suoi rapporti con i politici locali e nazionali. Un sindaco era stato ucciso e il suo partito avrebbe dovuto sentire il dovere di fare chiarezza. Quel dibattito non è stato mai aperto, Bersani non l’ho mai incontrato e Migliavacca mi disse che Franco Alfieri (all’epoca sindaco di Agropoli e già assessore provinciale delle ‘strade fantasma’, processo in cui lui non era imputato, nato dalle denunce di Angelo Vassallo, ndr), era la ‘punta di diamante’ del Pd cilentano”.

Franco Alfieri, che quattro anni dopo grazie a De Luca diventerà “Mister Fritture di Pesce” e simbolo, suo malgrado, delle clientelismo del Pd deluchiano.

Sa cosa risposi a Migliavacca? “Lei forse non distingue un diamante da un culo di bottiglia”.

Però nel 2020 il segretario Zingaretti le scrisse una lettera molto accorata.

Vero. Ma quando gli chiesi di presentare insieme al Nazareno il mio libro La Verità Negata (il saggio che a 10 anni dal delitto ne ipotizza le cause e i moventi, ndr), non mi ha risposto. E così anche Enrico Letta.

Perché si candida nei Cinque Stelle?

Conte è stato l’unico premier a scrivere alla Fondazione – nel 2010 Berlusconi non disse una parola – ed oggi è l’unico leader nazionale a partecipare alle nostre iniziative. Con la sua guida i Cinque Stelle sono il movimento che più si avvicina alle idee ambientaliste di Angelo, sono gli unici che parlano di lotta alle mafie e ai sistemi di potere politico-mafioso sui territori.

Il Pd candida nel suo collegio Luca Cascone, un fedelissimo di De Luca.

La mia candidatura, la mia eventuale elezione, serviranno a questo: a dare la spallata definitiva al sistema Cilento, al sistema Salerno. È il punto di partenza per creare le condizioni di un nuovo modo di fare politica, che spezzi i metodi feudali di questi territori, che dia ai giovani la possibilità di essere liberi di potersi esprimere.

Cosa risponderà agli avversari che la accuseranno di strumentalizzare la tragedia di suo fratello?

Che sono 12 anni che giro l’Italia in lungo e in largo per raccontare una politica diversa da quelli che mi accuseranno, altrimenti avrebbero preso delle posizioni precise sull’assassinio del sindaco pescatore.