In video i soliti noti. scalette fuori dalla realtà. Non è chiaro quanto pesi davvero, nel mondo reale, l’ego ipertrofico di Carlo Calenda, né quanto le masse siano ansiose di mobilitarsi per le sorti progressive dell’agenda Draghi: al di fuori dei recinti a traffico […]

(DI TOMMASO RODANO – Il Fatto Quotidiano) – Non è chiaro quanto pesi davvero, nel mondo reale, l’ego ipertrofico di Carlo Calenda, né quanto le masse siano ansiose di mobilitarsi per le sorti progressive dell’agenda Draghi: al di fuori dei recinti a traffico limitato delle borghesie cittadine, non si avverte la passione pulsante per il nuovo centro. Eppure in televisione non si parla d’altro. Prima la telenovela con Letta, poi gli ammiccamenti con Matteo Renzi.

Lo strambo arcipelago centrista non ha solo l’attenzione benevola dei maggiori gruppi editoriali – nell’ultima settimana i giornali hanno intervistato Calenda 6 volte, Renzi 3 e persino Bruno Tabacci 5 – ma ha occupato in maniera militare i palinsesti dei talk show. La distanza tra l’informazione e la gente è lunare.

Il primo agosto, La7 ha inaugurato la campagna elettorale con un nuovo formato, La corsa al voto: lo conduce il soldato mentaniano Paolo Celata, che dopo anni di nonnismo televisivo ha uno spazio tutto suo (lo affiancano Alessandro De Angelis e Silvia Sciorilli Borrelli). Indovinate a chi si sono affidati per la puntata di lancio? Se lo fa scappare, dopo un preambolo sulla “soap opera del centrosinistra”, il vispo De Angelis: “Ne parleremo col prossimo ospite, Matteo Renzi”. Celata si dispera: “Mannaggia a te, era una sorpresa, mi hai bruciato”. Sciorilli Borrelli, un po’ maliziosa: “Dici che ora cambiano tutti canale?”. Ecco, malgrado il sondaggio mostrato due minuti più tardi, che colloca Italia Viva al 2,8%, la prima puntata de La corsa al voto è appaltata per i primi 45 minuti ai soliloqui di Renzi (che in pratica decide a quali domande rispondere, quando può essere interrotto e anche quando lanciare la pubblicità). Per un attimo, il manifesto renziano è interrotto da De Angelis, che non si accontenta di fare il giornalista, vuole ispirare la federazione dei moderati: “Sono sicuro che su molte proposte, se lei le facesse con Letta, Calenda e magari anche Bersani, ci sarebbero sfumature, sì, ma sostanzialmente andreste d’accordo. Come fa un elettore di sinistra a capire che non andate insieme?”. La domanda sarebbe un’altra – come può un elettore di sinistra anche solo interessarsi a Renzi, Calenda e Letta? – ma nel mondo capovolto dei talk, quel micidiale accrocchio di democristiani litigiosi si può chiamare “sinistra”, senza un’ombra di imbarazzo.

Chi è invece il protagonista assoluto della seconda puntata del nuovo talk di La7, due giorni più tardi? Enrico Letta. Di cosa si parla? Di Calenda. E chi è il protagonista assoluto della puntata dell’altro ieri, lunedì 8 agosto? Calenda. Di cosa si potrà mai parlare con Calenda? Di Calenda medesimo, of course. E un pochino di Matteo Renzi: “Io ho sempre litigato con lui – riconosce Carlo – perché altrimenti te se magna a colazione”. In contemporanea Renzi è ospite di un altro talk, Zona Bianca su Rete 4. Informato sulla battuta dell’ex rivale, ironizza affabile: “Io sto a dieta, non mangio nessuno. Se Carlo e gli amici di Azione non volessero fare il percorso insieme, sarebbe un errore”.

Per fortuna c’è anche la tv pubblica. Chi erano gli ospiti più attesi della puntata di ieri sera di Filorosso, su Rai Tre? Enrico Letta e Carlo Calenda.