Ex sindaca “Giuseppe ha finalmente capito, coi dem non c’è speranza”. Il nodo liste. Lui, l’ex per modo di dire, potrebbe tornare, ma alle sue condizioni: sempre che l’avvocato non lo tema perché troppo forte. Lei, l’ex sindaca, rinfaccia proprio a Giuseppe Conte e “a tutti gli altri big” gli anni con il Pd […]

(DI LUCA DE CAROLIS – Il Fatto Quotidiano) – Lui, l’ex per modo di dire, potrebbe tornare, ma alle sue condizioni: sempre che l’avvocato non lo tema perché troppo forte. Lei, l’ex sindaca, rinfaccia proprio a Giuseppe Conte e “a tutti gli altri big” gli anni con il Pd, “ma ora hanno finalmente capito che con i dem non c’è speranza”. Alessandro Di Battista e Virginia Raggi, romani, più o meno coetanei, storicamente in buoni rapporti, sono i volti del M5S che un tempo vinceva, quello del “mai con il Pd”. Succedeva anni fa, ma nella politica dell’eterno ritorno rieccole quelle parole e quelle istanze, sul tavolo del Conte che alle elezioni è pronto a giocarsela “contro tutto e contro tutti”. Nell’attesa a Metropolis l’avvocato risponde su un’eventuale candidatura per Michele Santoro: “Ci parleremo e vedremo se vuole dare un contributo però non offriamo posti di capolista così, non facciamo cartelli”. Non chiude ma non spalanca la porta, l’ex premier. Anche perché ora deve capire innanzitutto cosa fare con Di Battista, appena rientrato dalla Russia. Di certo contento, della fine del fu campo largo. “Il Pd è il partito da cui io sono più lontano” ha ripetuto in questi giorni nei colloqui privati. Come a dire che una certa fase si è fortunatamente chiusa. Ieri Conte gli ha lanciato l’ennesimo messaggio: “Alessandro è un interlocutore importante, ci confronteremo. Mi sembrerebbe improprio nei suoi confronti dare per scontato un suo ritorno, vedremo se vorrà dare un contributo e quale. A me farebbe piacere, ma troverà un M5S cambiato”.

Della serie prego, entri pure, ma il padrone di casa sono io. A Di Battista andrebbe bene? L’ex deputato e l’avvocato si stanno sentendo. E il tema del peso di Di Battista all’interno del Movimento finora non è stato toccato. “Non ho bisogno di un ruolo, non lo chiedo” ha spiegato l’ex parlamentare a chi lo ha sentito. Piuttosto, ha chiesto assicurazioni “sulle battaglie politiche e determinate garanzie”. Non vuole sentirsi un ospite indesiderato. E non vuole essere neppure un mero portatore di voti. Pretende che certi temi siano in agenda, e libertà di espressione. Con Conte, raccontano, non ha ancora discusso di dove e come eventualmente candidarsi. Prima aspetta altri segnali. Anche sull’opinione degli altri big su un suo rientro, perché non tutti lo aspettano a braccia aperte. Forti dubbi li avrebbe innanzitutto Roberto Fico, che teme cortocircuiti sulla politica estera. Ma anche altri big borbottano. Temono che Di Battista commissari il leader e tutti i vertici, in un amen. Un’ansia che ha anche l’avvocato. L’ex deputato, da parte sua, lo ripete a chiunque lo senta: “Non ho mai voluto e mai vorrò provocare danni a Giuseppe”. Però rivendica uno spazio politico, quello di chi è convinto di poter spostare voti, tanti, incampagna elettorale. “Alessandro è più di 5Stelle di tanti che sono dentro” aveva scandito mercoledì Raggi, nel 2016 candidata sindaca anche grazie all’appoggio di Di Battista. Ora l’ex prima cittadina, in rapporti rari e solamente formali con Conte, se ne sta nel comitato di garanzia, un contrappeso al leader fortemente voluto da Beppe Grillo.

E da lì scaglia contro dardi contro l’avvocato: “Dovremmo finalmente riaprire un dibattito interno, e coinvolgere gli attivisti. Le liste si fanno alla luce del sole e devono essere aperte a tutti: il M5S non può diventare un tram per portare in Parlamento gli amici degli amici”. Invoca un’abiura, l’ex sindaca: “Abbiamo rianimato i dem con il Conte 2 e non siamo riusciti a pesare nel governo Draghi in nome di una presunta alleanza progressista. Dopo che ci hanno sbattuto la porta in faccia, qualcuno si rende conto che è ora di tornare, di correre da soli. Noi a Roma lo dicevamo da tempo ma eravamo additati come bizzosi”. E adesso? “Si abbia il coraggio di chiudere anche con le pseudo alleanze di comodo in Comuni e Regioni. Pensiamo alla Regione Lazio, dove il tema della transizione ecologica e dell’inceneritore di Roma non pare smuovere neppure una foglia”. Una “carezza” alla nemica di sempre, la vicepresidente della Regione Roberta Lombardi. Perché Raggi, la prediletta di Grillo, ora rivuole il M5S delle origini. E ovviamente certe voci riemergono: “Se Conte fallisce nelle urne, è pronta a sostituirlo”. Falso, magari. O magari no.