(Roberta Labonia) – Se proprio vogliamo trovare un qualcosa di positivo nell’ indecoroso mercato delle vacche piddino a cui stiamo assistendo, soffermiamici sul fatto che con tutta probabilità, per come si stanno mettendo le cose, ci libereremo una volta per tutte di Matteo Renzi e dei nani e delle ballerine che si sono prestati a fargli da complici nella più schifosa manovra di palazzo che si ricordi dalla prima repubblica fino ad oggi. Per gli smemorati: nel settembre del 2019, ancora nel pd, il senatore semplice di Scandicci trovò il modo di riemergere dagli abissi di un referendum kamikaze, dicendo sì al Conte II (5 Stelle +pd), per poi, un attimo dopo, uscire con la sua corrente da Pd, fondare un suo partito e iniziare a silurare lo stesso Giuseppe Conte fino a farlo cadere, nel gennaio 2021, in piena pandemia, nonostante un piano vaccinale alle prime battute e il PNRR ancora da costruire. Tutto per servire gli interessi delle lobby del capitale e della finanza che l’agenda sociale di Conte e dei 5 Stelle la vedevano come fumo negli occhi. Tant’è che subito dopo è stata rimpiazzata dall’agenda iperliberista Draghi già pronta all’uso.

Oggi come oggi l’accordo chiuso fra Letta e Calenda taglia fuori l’amico di Bin Salman che si troverà perciò obbligato ad affrontare la campagna elettorale da solo, salvo non decida all’ultima minuto di accettare lo strapuntino in “tribuna” gentilmente messo a disposizione da Letta a tutti i capi partito coalizzabili ma “divisivi” secondo il suo partner, al secolo mister “stocaz” Carlo Calenda .

Se il più rinnegato degli ex 5 Stelle Gigino Di Maio ha afferrato al volo il salvagente Letta pur sapendo di buttare a mare i 60 tordi che lo hanno seguito, Renzi farebbe altrettanto sapendo che ciò significa tagliare fuori dai giochi reduci del suo ormai giglio fracico fra cui la pora Maria Elena occhi belli e Bonifazi, il suo tesoriere preferito asso del reperimento fondi? Lo scopriremo a breve.

Sta di fatto che per le regole del famigerato Rosatellum, la legge elettorale monstre con cui si andrà a votare a settembre e che Renzi stesso contribuì a tramutare in legge nel 2017 in chiave anti 5 Stelle, la sua Italia Viva, senza l’ombrello di una coalizione, potrebbe non superare la soglia di sbarramento del 3% necessaria per entrare in Parlamento, visto che anche i più rosei sondaggi lo danno al 2,8%.

Non ve lo nascondo: l’idea di vedere finalmente inghiottiti in un buco nero un guastatore di professione come Matteo Renzi insieme ai personaggetti al suo seguito come Migliore, Nobili, Rosato , Boschi, Ferri, Giachetti, Marattin (ahhh Marattin…), mi ha soddisfatto assai.

Soddisfazione, la mia, durata un istante, il tempo di realizzare che con tutta probabilità, a causa del divorzio suicida di Letta dai 5 Stelle, gli unici che gli avrebbero assicurato qualche chance di vittoria, a breve assisteremo all’occupazione degli scranni di governo da parte di altri personaggetti, stavolta della peggiore destra reazionaria. Non meno inquietanti di chi si è divertito pro domo sua, come ha fatto Renzi, a sfasciare e a tessere governi. Personaggi, questi altri, che con tutta probabilità manometteranno la nostra Carta costituzionale in senso antidemocratico, daranno il colpo di grazia finale alle casse dello Stato e alla nostra credibilità internazionale continuando a celebrare la marcia su Roma, stavolta dalle stanze di Palazzo Chigi, cosicché delle altre tranche dei 209 miliardi di fondi europei portati a casa da Giuseppe Conte si perderanno le tracce.

E tutto ad un tratto il detto “il peggio non è mai morto” ci apparirà come un eccesso di ottimismo.