Voto 5-8 agosto. Appendino potrà correre. Eccole, le regole del gioco a 5Stelle. Quelle per le autocandidature nelle Parlamentarie, le selezioni dei candidati sul web. Con molte innovazioni, visto che ci si potrà candidare anche dopo una condanna in primo grado, a patto che sia per reati colposi […]

(ilfattoquotidiano.it) – Eccole, le regole del gioco a 5Stelle. Quelle per le autocandidature nelle Parlamentarie, le selezioni dei candidati sul web. Con molte innovazioni, visto che ci si potrà candidare anche dopo una condanna in primo grado, a patto che sia per reati colposi – via libera quindi a Chiara Appendino – e anche se si è un collaboratore del M5S (ottima notizia per Rocco Casalino).

Certo, bisognerà ancora attendere per capire se Giuseppe Conte ha davvero incassato ciò che voleva dal Garante, Beppe Grillo, cioè i capilista blindati. Nell’attesa, le norme del M5S sulle Parlamentarie, in programma dal 5 all’8 agosto, cambiano già molto rispetto alle vecchie regole. Per esempio, ci potrà presentare in una circoscrizione o in un collegio diversi da quello di residenza, “qualora in essa si abbia domicilio personale o professionale e/o centro principale dei propri interessi”. Un salvacondotto per chi non vorrà correre nel Nord, dove i 5Stelle rischiano di prendere poco. Altro punto rilevante, ci si potrà candidare anche dopo aver subito una condanna in primo grado, a patto che non sia stata per un reato doloso. Ergo, si potrà presentare anche l’ex sindaca di Torino, Chiara Appendino, condannata in primo grado per reati colposi per gli incidenti in piazza San Carlo del 3 giugno 2017. E le pluricandidature? Non sembrano previste. È noto che Grillo non le voglia. E comunque a fare muro per preservare i vecchi regolamenti nel comitato di Garanzia c’era e c’è l’ex sindaca di Roma, Virginia Raggi. Contraria, pare, ai capilista blindati. Secca, con l’AdnKronos: “Il M5S non può essere preso come un tram da perfetti sconosciuti per entrare in Parlamento”.

Si riferiva, Raggi, all’obbligo di essere iscritti da almeno sei mesi per potersi candidare. Ma è saltato anche quello, nelle norme per le auto-candidature. Via libera in linea teorica, quindi, anche per l’ex Alessandro Di Battista. Ma l’ex sindaca ha da obiettare, eccome: “Il M5S non può essere preso come un tram da perfetti sconosciuti. La regola dei sei mesi (che non è nello Statuto ma era stata previstaper le Europee, ndr) serviva a questo. Alessandro è molto più 5Stelle di tanti che sono dentro e può ricandidarsi, ma non può essere usato come grimaldello per fare entrare i propri amici”. Sillabe roventi. E il bersaglio pare Conte, che con l’ex sindaca ha ormai rari e solo formali rapporti. L’avvocato, martedì ha sentito per telefono proprio Di Battista. Colloquio interlocutorio.

Per candidarsi l’ex deputato chiede garanzie sui temi. E a chi lo ha sentito in queste ore ha ribadito di non voler fare solo “il portatore di voti”. Vuole imporre argomenti, Di Battista, influire sulla linea. “Difficile che Giuseppe lo candidi, in un Consiglio nazionale aveva manifestato dubbi al riguardo” soffia un big. Nell’attesa, si comincia a ragionare su nomi di esterni da presentare. E sul tavolo c’è anche una suggestione, quella dell’ex procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho. Non ancora contattato, sembra.