“A Giorgia voglio bene, ma ha dirigenti infimi, inguardabili”. “Spero che a Giorgia non venga in mente di andare a palazzo Chigi. Se devo dirla tutta, confiderei che Fratelli d’Italia non si aggiudichi il primato di partito più votato. Sarebbe una sciagura, vedo ombre all’orizzonte”. […]

(DI ANTONELLO CAPORALE – Il Fatto Quotidiano) – “Spero che a Giorgia non venga in mente di andare a palazzo Chigi. Se devo dirla tutta, confiderei che Fratelli d’Italia non si aggiudichi il primato di partito più votato. Sarebbe una sciagura, vedo ombre all’orizzonte”.

Franco Cardini, il pensatore più prolifico e riconosciuto a destra, predice la sciagura della destra al comando.

La mia militanza nell’Msi inizia nel 1956 e termina nel 1965. Siamo nel cuore profondo del secolo scorso. Nessuna altra affinità. E poi sono un uomo di destra indisciplinato.

Ma stima Giorgia Meloni, si dichiara suo amico.

La stimo e sono infatti suo amico.

E la voterà?

Mi sarà capitato in passato, non credo che metterò nel prossimo futuro la testa fuori dall’astensione.

Se la stima perchè si augura che perda?

Perchè le voglio bene. Riconosco la sua tenacia, la rispettabilità, anche la moralità alla quale ispira il suo impegno politico così appassionato. Ma ha un partito pessimo, con una classe dirigente di infimo livello, inguardabile. E se corre troppo, se pensa che sia giunto il momento di fare il gran passo verso il governo, corre un grave pericolo.

Pensa che l’Italia non accetterebbe la fiamma tricolore nella stanza dei bottoni? Avrebbe una crisi di rigetto?

Basta una svastica sul portone di una sinagoga, una cappellata qualunque e le fiamme alte dell’antifascismo di maniera si dispiegherebbero al punto da costringerla a cento altre abiure affidando il governo ai soliti noti.

Lei non vuole Meloni a palazzo Chigi perchè teme che le tendano una trappola o perchè la giudica inadeguata?

L’una e l’altra cosa. Sono certo che finirà in un tritacarne. E sono certo che la sua classe dirigente e quella del centrodestra siano notevolmente al di sotto delle aspettative. Quindi al governo sarebbe un bagno di sangue.

Cosa le augura allora?

Di fare la leader dell’opposizione conservatrice. La conservazione non mi piace, ma piace a lei. Tra vent’anni sarà una donna matura, quasi anziana e verrà il suo turno.

L’Italia non è un Paese per giovani?

L’Italia non è pronta a una leadership di destra perchè la destra non ha leadership affidabile. Però Giorgia è intelligente e mi sembra che in qualche modo l’abbia capito. Cerca per sé il titolo di designatrice del nome, un volto da proporre al presidente della Repubblica quando sarà.

La destra ha la vittoria in tasca, dicono i sondaggisti.

Non lo so, ma infatti lo temo.

Accidenti professore!

Beh, inorridisco a sentir parlare di sovranismo. Il patriottismo è una cosa, il sovranismo è un’altra. Inorridisco a immaginare un’idea di Stato in cui l’esercizio della libertà individuale stia davanti a ogni altro diritto. Mi convincono le società nelle quali l’espressione della solidarietà sociale abbia il primato. Temo sempre che i regimi in cui l’individuo può tutto siano alla lunga liberticidi.

Odia gli americani.

La Meloni si è detta, a proposito dell’Ucraina, apertamente, indiscutibilmente, totalmente atlantista. Mi vengono i brividi. È così contenta di affidare la propria sicurezza agli americani? Per fare un esempio, solo uno: gli ordigni nucleari sono ospitati in Italia ma tolti al controllo dell’Italia. È giusto così?

E poi?

Non mi trovo d’accordo con l’idea di contrastare lo ius scholae, di avere un atteggiamento così feroce con gli immigrati. Il calo demografico è un problema serio, però non può essere illustrato in questo modo.

Lei è di destra ma diffida della destra.

Diffido della sinistra anzitutto, anche se scorgo generose illusioni nella sua ideologia. E non mi piace proprio questa destra.

Professore, mi spiace per lei ma deve valutare l’ipotesi di trovarsi a fine settembre con i suoi ex amici che festeggiano in strada. La fiamma arde e il fuoco si alzerà alto.

Resto amico della Meloni. L’amicizia è una cosa, la valutazione politica è un’altra.

Allora mettiamo a verbale che fosse per lei…

…vent’anni di robusta opposizione. Ancora un ventennio. Soltanto altri dannatissimi vent’anni.