(Stefano Rossi) – Il vilipendio al buon senso.

Nel mare calabro di Alfieri (Crotone), don Mattia Bernasconi ha celebrato messa in mare usando un materassino come altare.

Dopo una nota diffusa dal vicariato, dalla quale si ribadisce di fare più attenzione nel celebrare le messe fuori dalla chiesa: “…prendere sempre contatti con i responsabili ecclesiali del luogo in cui ci si trova per consigliarsi sul modo più opportuno di realizzare una celebrazione eucaristica di questo genere”, la procura di Crotone ha aperto un fascicolo iscrivendo nel registro degli indagati il povero sacerdote per vilipendio di culto.

Non sappiamo, e francamente non ci interessa, se il fulgido sostituto procuratore titolare dell’indagine, ravviserà il reato di cui all’art. 403 c.p. (vilipendio di persone) o quello di cui all’art. 404 c.p. (vilipendio di cose), ma una precisazione ci viene spontanea.

Lascio da parte i principi giuridici su cui si fondano i due articoli citati (ostentazione di disprezzo, manifestazione di biasimo, espressione di apprezzamenti negativi implicanti disdegno e disistima generalizzati, alla stregua di canoni assiologici universali o, comunque, non circoscritti a determinate dottrine o ideologie; offesa alla religione può pertanto aversi solo ove siano spregiativamente chiamati in causa i valori etico-spirituali e le credenze fondamentali della religione medesima, nel loro complesso), principi che, a ogni persona di media-bassa intelligenza, lasciano pensare che quel prete non andava iscritto nel registro degli indagati, per ricordare che molti bacarozzi mafiosi vengono arrestati nei loro casali, bunker, fogne da dove si rintanano come topi e spesso si trovano altarini con tanto di crocifissi, immagini sacre e, in taluni casi, tutto l’occorrente per celebrare una funzione religiosa.

Ecco, mi domando, se mai una procura abbia mai ravvisato uno dei due reati citati o anche entrambi per concorso.

Mi domando se, in una zona ad altissima densità mafiosa, un sostituto procuratore pagato per fare il magistrato e non lo zimbello, debba dedicarsi ad un povero prete, per giunta, avendo officiato messa con i giovani di Libera durante un campo estivo in favore della legalità.

Si, la messa è finita ma non possiamo andare in pace.