(Stefano Rossi) – Con foto, video, interviste è tutto un ricordare il Mondiale 1982.

Quell’Italia, quella Nazionale, quel calcio sono morti e sepolti e non torneranno più.

Al Mondiale 2022, la Nazionale non si è qualificata. Punto.

Chiediamoci il perché.

Chiediamoci perché i grandi club come l’Inter, Milan, Juventus non investono più nei ragazzini italiani ma preferiscono spendere gli spiccioli per 15 ragazzini stranieri auspicano di venderne almeno due come professionisti. Sperando poi di trovare un campione ogni tanto.

Chiediamoci perché la Nazionale 2022, ha una sola punta di una squadra classificata 5, e quando non gioca viene sostituito da uno che milita nel Torino, arrivato 10!

Il 40% dei vivai giovanili è costituito da stranieri. Ecco il problema. E sarà sempre peggio.

Arriveremo ad una Nazionale con l’attaccante di punta di una squadra classificata 17esima. Ultima. Tolte quelle retrocesse.

Oppure bisognerà farsi venire un’idea di quelle oggi irricevibili.

Modificare la norma Fifa sulla cittadinanza di chi gioca in Nazionale. Ipotesi irrealizzabile.

Oppure convincere Mancini, per me ottimo C.T., a far giocare gli oriundi.

Mancini, appena nominato C.T. della Nazionale disse: “Penso che un giocatore italiano meriti di giocare in Nazionale, mentre chi non è nato in Italia, anche se ha dei parenti, credo non lo meriti. È la mia opinione”.  

Se l’avesse detta un imprenditore lo avrebbero sommerso di critiche e sicuramente sarebbe stato denunciato per incitamento all’odio razziale.

Poi ci sono gli oriundi. E Mancini sembra aver capito l’errore se è vero che Marcos Senesi lo voleva in azzurro. Ma lui, furbo, ha preferito andare con l’Argentina.

Come oriundi abbiamo avuto nella Nazionale giocatori del calibro di Altafini, Angelillo e Sivori.

Adesso fa giocare, con grande coraggio bisogna ammetterlo, giocatori della serie B, campionato dove militano il 37% degli under 23 e, grazie alla regola, il 72% sono italiani (gli stranieri sono passati da 221 a 184).

Per concludere, più spazio ai giovani italiani nei vivai, e per questo ci vuole tanto coraggio e pazienza per le dirigenze; più spazio agli oriundi, cioè, quei ragazzi che pur nati all’estero hanno uno stretto contatto con il Paese in cui vivono. Altrimenti il Mondiale sarà solo un ricordo sbiadito e pure doloroso.

E i prossimi C.T. dovranno convocare giocatori della serie C.